mercoledì 22 dicembre 2010

TAGLIALEGNA

Neanche la neve ha fermato le motoseghe di Aspes spa, 28 pini sono stati abbattuti in nome della sicurezza, è bastata un’indagine di stabilità commissionata ad un agronomo, mai resa pubblica, per dare il via al taglio. Ma, guarda caso, Aspes spa abbatte solo i pini che intralciano i lavori di rifacimento dei marciapiedi e dei sottoservizi, così come è già accaduto in viale Napoli, in viale Zanella, in via Mancini, in via Amendola, ora in viale Gorizia, come accadrà prossimamente in viale della Vittoria e, nel giro di pochi anni, in tutte le vie della zona mare dove andranno fatti gli stessi interventi. Il tutto in nome dell' incolumità dei cittadini e in via preventiva. Ma allora ci si chiede: perché Aspes spa non fa eseguire indagini di stabilità nei quartieri periferici, o nelle scuole, oppure nei parchi pubblici, dove le piante secche e pendenti non si contano più? Sia chiaro, nessuno è contro l’abbattimento di alberi pericolosi, e proprio per questo appare strana la scelta delle priorità: possibile che tutti i 28 pini fossero pericolosi e addirittura più numerosi di quelli che pendono pericolosamente sul traffico quotidiano di piazzale Matteotti?

L'articolo 9 della Costituzione Italiana tutela il paesaggio e quindi anche le alberate che ne sono parte integrante, la legge Regionale n. 7 del 13 marzo del 1985 art. 10 obbliga i Comuni ad instaurare la Consulta del Verde a protezione della conservazione della natura e ad esercitare la tutela, compito che non può assolutamente essere demandato ad Aspes spa. Eppure il Comune di Pesaro non solo demanda compiti che al Comune spettano per legge ad una S.p.a. la quale, per partecipata che sia, è pur sempre un soggetto privato, ma addirittura indirizza i tagli secondo convenienze legate ad altri interventi, come appunto i lavori di rifacimento dei marciapiedi.

La Consulta che dovrebbe aiutare a gestire questi interventi non è mai stata istituita, il piano del verde ed il censimento del verde non sono mai stati completati, e chi taglia gli alberi, ovvero Aspes spa, è il medesimo soggetto che autorizza il taglio stesso.

Di questo passo e con queste modalità, noi cittadini non abbiamo alcuna garanzia che venga preservato il verde pubblico, che è un bene di tutti, e nel giro di pochi anni rischiamo che dai viali alberati della zona mare sparisca il verde. Un colpo mortale al nostro paesaggio e al nostro ambiente.

Il problema del verde è politico, da mesi chiediamo, e non solo come lista civica Liberi x Pesaro, di far fronte a questa situazione, siamo stati rassicurati con diversi incontri -addirittura Aspes spa ha voluto incontrare tutte le associazioni ambientaliste-, ma il risultato è stato meno di niente, una sonora presa in giro e una finta disponibilità.

Liberi x Pesaro chiederà di discuterne in maggioranza, prima di passare a forme di lotta decise e visibili che impediscano nuovi tagli indiscriminati e ingiustificati.

Italo Campagnoli
Portavoce della lista civica Liberi x Pesaro

lunedì 20 dicembre 2010

PIANO CASA

I partiti vivono di cemento.
Gli piace così tanto che riesce a metterli tutti d’accordo, dal PDL al PD, dall’UDC al PSI.



Del resto, che differenza c’è nelle varianti ai piani regolatori, sempre rigorosamente a favore dei potenti e danarosi locali, se a firmarle è un sindaco di sinistra o di destra?

Nessuna differenza. Così è stato anche per il Piano Casa Regionale, che è passato con un accordo così ampio che è quasi sorprendente. Come è sorprendente che si sia arrivati in consiglio senza nemmeno discuterne nelle riunioni di maggioranza.

A questo punto, noi di Liste Civiche Marche ci chiediamo che senso abbia la nostra presenza a tali riunioni se nemmeno si discute più prima di votare provvedimenti che riguardano direttamente la tutela del nostro territorio.

In Italia ogni anno il cemento ricopre un’area più grande di una regione come il Lazio e ogni giorno pari a quella di più campi da calcio. La scusa a tanto scempio è sempre la stessa: aiutare l’economia e l’edilizia… alla faccia della Green Economy e della tutela dell’ambiente!

Anche la nostra giunta regionale si è allineata a questa politica devastante, e sui quotidiani locali leggiamo le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza pronti a giurare che questo piano migliorerà tutto. A loro chiediamo che ci spieghino come è possibile che costruire nei parchi, nelle aree protette, nelle riserve naturali e nei centri storici si possa considerare un miglioramento, così come consentire di ampliare del 20% ogni singola unità abitativa e non più solo l'edificio, con possibilità di superare il limite di 60 mq per gli edifici residenziali, di 400 mq per quelli non residenziali e di 100 mq per la sopraelevazione di questi ultimi; e ancora ridurre l'altezza media utile da 2,7 a 2,4 metri, ridurre gli obblighi di efficienza energetica, permettere ampliamenti nella fascia di territorio inondabile in zone già ad elevato rischio idrogeologico.

Non siamo gli unici a pensarla così: hanno già bocciato questa scelta Sel, Federazione della Sinistra, Verdi, Coldiretti, Legambiente, Italia Nostra, Pro Natura, Coordinamento per il Paesaggio e numerosi comitati e associazioni ambientaliste. Da oggi si apre un fronte di lotta e sale il livello di attenzione su ogni passo della giunta. Il presidente Spacca può star certo che non avrà vita facile sui temi ambientali, sicuramente non da parte nostra, che siamo entrati a far parte di questa coalizione perché il programma elettorale prevedeva non certo il via libera ad altro cemento, bensì il recupero del patrimonio edilizio esistente, azione che aiuterebbe l'economia oltre a rispettare l'ambiente e le tasche dei cittadini.

Liste Civiche Marche

domenica 12 dicembre 2010

INCONTRO con VELTRI

Lo scorso sabato 11 dicembre si è svolto l’incontro pubblico regionale con Elio Veltri.

Oggetto primario dell’incontro, identità e futuro del movimento “Democrazia e Legalità”, associazione fondata da Veltri già nel 1997 e che oggi, come necessità di un impegno collettivo, viene rilanciata come vero e proprio progetto-programma suddiviso in punti concreti e definiti su cui ogni forza politica è invitata a confrontarsi.
L’obiettivo di Veltri è rendere il movimento una somma consistente di gruppi che, oltre ogni ideologia, si confronti e si accordi sui temi proposti, in modo da poter interloquire efficacemente con le attuali forze politiche e con l’intero Paese, e tentare di risolvere i problemi più gravi in cui versa l’Italia.
Introducendo il proprio discorso con la domanda provocatoria “gli italiani sono in grado di sopportare la verità?”, Veltri presenta una panoramica delle crisi che affliggono la nostra nazione.
La crisi finanziaria, innanzitutto. Caratterizzata da un debito pubblico enorme, da una evasione di 200 miliardi di euro all’anno e da una pressione fiscale tra le più alte al mondo.
La crisi del sistema politico, della classe dirigente, delle istituzioni.
La deturpazione del territorio e la cementificazione.
Lo “sfascio” morale e intellettuale: oltre 2 milioni di giovani non lavorano o non cercano lavoro, a fronte di una consistente “fuga di cervelli” in Paesi che offrono ben altre possibilità ai ricercatori.
L’entità impressionante dell’economia illegale e criminale. Ovvero i redditi della mafia, tra le prime potenze economiche mondiali.
Ad ognuna di tali questioni, il progetto-programma (laddove “Il Progetto indica la strada, il Programma la percorre con gradualità e coerenza”) fornisce possibili soluzioni, sviluppate nei 10 punti della triade “Progetto – Regole e Comportamenti”, documento programmatico di Democrazia e Legalità.

martedì 7 dicembre 2010

BISOGNO DI LEGALITA'

Liste Civiche Marche incontra Elio Veltri.

Sabato 11 dicembre 2010 alle ore 16,00 ad Ancona presso la sede di Confcooperative al Centro Mirum, in Via Valente 1 Zona Baraccola, incontro con Elio Veltri sul Progetto “Democrazia e Legalità”.
Il dibattito costituirà l’occasione per approfondire un tema che coinvolge tutti: la necessità di ricostruire l’ordine democratico italiano basato su una vera certezza del diritto ed un minor spazio all’abuso, all’illegalità e alla corruzione.

I relatori saranno il dott. Elio Veltri (medico chirurgo, scrittore, ultimo libro pubblicato “Mafia Pulita” con Antonio Laudati, è stato sindaco di Pavia, consigliere della regione Lombardia, deputato dell’Ulivo, membro delle Commissioni Affari Costituzionali, Anticorruzione, Giustizia e Antimafia); il dott.Vincenzo Musella (economista, dottore commercialista, consulente delle Procure Italiane); la prof.ssa Tiziana Streppa, il coordinatore regionale di Liste civiche Marche Italo Compagnoli e Giancarlo Iachini della segreteria nazionale del Movimento RadicalSocialista.
Il dibattito è aperto a tutti

Liste Civiche Marche

martedì 30 novembre 2010

LA TERRA DEI CACHI

Dal Resto del Carlino del 30.11.2010

PRESA DI POSIZIONE DEL COORDINATORE CAMPAGNOLI
Montezemolo, nella Marche il movimento c’è «E’ quello delle liste civiche e ha grandi numeri»

ANCONA —ESISTE già il «grande movimento politico» auspicato da Luca Cordero di Montezemolo con «una grande lista civica nazionale» per superare l’attuale bipolarismo «che non funziona più». Lo afferma Italo Campagnoli, coordinatore delle Liste Civiche Marchigiane: il movimento ha anche «numeri impressionanti, più dell’80% dei sindaci italiani è stato eletto come candidato di una lista civica».«Buona parte di queste liste — ammette Campagnoli — sono in realtà emanazione dei partiti politici». Che però «hanno avuto bisogno di figure prese dalla società civile per ottenere il risultato. Da più di dieci anni il movimento civico cerca di uscire dal livello municipale per far sentire la propria voce pragmatica e non ideologica in parlamento. Ci hanno provato figure di grande spessore, come Oliviero Beha, Dario Fo, Elio Veltri e lo stesso Beppe Grillo, prima di decidere di ‘mettersi in proprio’». Ma, osserva il coordinatore delle liste civiche marchigiane, «la politica esperta e onnipotente dei partiti è sempre riuscita a dividere e a bloccare sul nascere questi tentativi. Oggi si torna a parlare di questo progetto nazionale e altre figure sono pronte a sostenerlo, come i molti cittadini che in questi anni hanno continuato a costruire una rete civica organizzata». Come nelle Marche, «dove liste civiche comunali sparse sul territorio hanno dato vita ad un coordinamento regionale e ad una unica lista civica regionale che ha già partecipato alle ultime due competizioni elettorali regionali». Un’esperienza che «ci ha insegnato che cittadini di idee politiche diverse e anche opposte possono pragmaticamente unirsi per il bene comune contro le logiche autoreferenziali e miopi dei partiti».L’auspicio di Montezemolo «trova quindi un terreno fertile e preparato, non solo nelle Marche. I primi passi di un movimento di questa portata sono importantissimi — conclude Campagnoli — e chiediamo a tutti coloro che vorranno farli di guardarsi bene attorno e darsi come metodo quello di non aprire le proprie porte a transfughi, riciclati ed ex di nessun tipo e provenienza, ma di cercare tra amministratori e politici che si sono sempre distinti per trasparenza e indipendenza dai partiti».

mercoledì 10 novembre 2010

VERDE AL VERDE

Quando vediamo abbattere un albero maestoso, le aiuole passare da verde prato a rosso diserbante o spuntare dal nulla un nuovo palazzone che resterà probabilmente disabitato, ci rendiamo conto che nella nostra città la cultura e il rispetto del verde si stanno perdendo.

Li stiamo perdendo noi cittadini sempre più disattenti e rassegnati, li stanno perdendo i nostri amministratori pur vantando una tradizione all’avanguardia in questo campo.
Ma la difesa del proprio ambiente non è solo questione culturale e civica, è anche una parte fondamentale della tutela della salute di tutti e del patrimonio collettivo che lasceremo ai nostri figli.


La lista civica Liberi x Pesaro è da tempo impegnata sui temi ambientali per dar vita ad una rinnovata sensibilità, lo facciamo come movimento e come forza di governo, ma soprattutto lo facciamo fuori dalle etichette e dagli interessi di gruppo assieme ad altri.
Il più grande risultato ottenuto fino ad oggi è aver dato vita ad un tavolo a cui partecipano tutte le associazioni ambientaliste, che oltre alla sensibilità portano conoscenza e tanta esperienza, e un consistente gruppo di consiglieri comunali, non solo di maggioranza, che va man mano allargandosi.
La gestione del verde è già stata perfettamente disegnata anni fa, ora va solo applicata.

Nel maggio 2007 con delibera comunale viene approvato il Regolamento Comunale del Verde Pubblico e Privato.
L’Amministrazione Comunale denomina, con una certa enfasi, “Pesaro Città Giardino” il progetto che esprime ”un nuovo modello di gestione efficace, efficiente e partecipato”.
Con il Regolamento viene adottato il Piano del Verde Urbano, costituito da una serie di elaborati che sono gli strumenti normativi che ne garantiscono l’applicazione.
Purtroppo fino ad oggi questi strumenti non sono mai stati adottati, trasformando il Regolamento in una vuota professione d’intenti e determinando un modo di procedere scoordinato e inefficace.
E’ infatti impossibile applicare il Regolamento senza avere realizzato:
il Censimento del Verde, che attraverso il monitoraggio fornisce un quadro completo della situazione; il Piano Generale di Programmazione che pianifica la spesa e gli interventi; il Programma degli Interventi che pianifica le modalità di attuazione degli interventi di estensione del verde pubblico; il Programma Generale delle Manutenzioni che dettaglia le modalità di esecuzione degli interventi; il Programma di Promozione che valorizza e promuove la cultura e il rispetto del verde presso i cittadini.

L’adozione da parte del Comune di questi strumenti è oggi la prima delle priorità, non più rinviabile e non più demandabile ad altri soggetti.

La scelta di esternalizzare il servizio del verde pubblico è difficilmente reversibile, ma ciò non significa che l’Amministrazione Pubblica debba rinunciare ai suoi compiti di controllo, gestione, programmazione e progettazione.
I soggetti a cui è stato demandato la gran parte del lavoro sono Aspes spa che si ritrova in palese conflitto d’interessi essendo controllore e controllato allo stesso tempo; Marche Multiservizi che in questo caso è un inutile doppione di Aspes spa; ed infine varie cooperative, sull’operato delle quali il Comune non esercita alcun controllo.
Solo attraverso una buona e oculata gestione diretta è possibile reperire nuove risorse e garantire risparmi.
Appare quindi evidente che la definizione del ruolo dell’Amministrazione è la seconda priorità, soprattutto in un momento come questo in cui la manovra economica voluta dal governo impone ai comuni inevitabili tagli anche in questo settore e il patto di stabilità limita l’uso di risorse interne.

La lista civica Liberi x Pesaro chiede:
1) Che sia realizzato completamente il Piano del Verde Urbano, adottando tutti gli strumenti indispensabili per l'applicazione del Regolamento, in primis il censimento del patrimonio verde del Comune.
2) Che le attività di controllo, progettazione, programmazione, e indirizzo rimangano competenza del Comune.
3) Che si affidino le gestioni del verde sponsorizzato direttamente ai privati, attraverso comodati d’uso gratuiti (legge 449/97 art. 43) che tolgono spese all’ente e consentono sgravi ed esenzioni agli sponsor.
4) Che si riattivi attraverso l’Ufficio Ambiente del Comune il coordinamento dei ”volontari del verde”, un tempo gestito dalle circoscrizioni, e si ripristini da subito il Comitato (o meglio Consulta) di gestione tecnica del verde urbano, che rappresenta i cittadini, le associazioni, il mondo accademico. Attività che nulla costano al Comune.
5) Che il Comune si faccia promotore di una campagna di sensibilizzazione per accrescere la cultura del verde a tutti i livelli, come previsto dal Piano.
6) Che chiunque gestisca il verde urbano (cooperative sociali, ditte private o aziende partecipate) istituisca corsi formativi professionali, che dal 1993 ad oggi non sono mai stati fatti perché ritenuti economicamente dispendiosi e poco utili.

Italo Campagnoli
Portavoce della lista civica Liberi x Pesaro

giovedì 28 ottobre 2010

MARCHE RIFIUTI ZERO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

L'inquinamento da PM10, Spacca e l'assessore Minetti...

Scusate se distrurbo con la mia voce fuori dal coro; ma veniamo ai fatti di questi ultimi giorni:

- Venerdì 22 ottobre 2010: il consigliere regionale Donati, portavocedell'assessore vero all'ambiente, il potente architetto Minetti, quello diAgroter e Carrara, annuncia draconiane misure contro l'inquinamentoatmosferico con l'annuncio del blocco del traffico, per le auto non euro 5,nei centri cittadini e lungo la costa.

- Sabato 23 ottobre 2010: il presidente della Regione, Gianmario Spacca,dichiara l'emergenza inquinamento, stile Napoli- Bortolaso-Bassolino, eprecisa che la Regione Marche è stata multata, dalla UE per il 2006, per lasua incapacità di controllare l'inquinamento atmosferico derivante dalle PM10 in quell'anno solare.

- Lunedì 25 ottobre 2010: il presidente Spacca precetta, sempre d'urgenza,i Sindaci per "concordare" le misure da prendere. Il portavoce Donatiinsiste sulle draconiane misure. I sindaci balbettano.

E qui arriviamo alle comiche: Spacca scopre l'emergenza del 2006, con benquattro anni di colpevole ritardo e partorisce il topolino del blocco delleauto più vecchie delle Euro5. Il resto dei politici tace, per prudenza,complicità od incoscienza, non è dato sapere.Eppure il 20 febbraio 2010, Spacca, e non solo lui, oltre a 1500cittadini, aveva partecipato, "obtorto collo" (erano in vista le elezioniregionali), alla manifestazione in Ancona indetta dai Comitati e da Marcheper Rifiuti Zero. In essa i cittadini chiedevano la moratoria perinceneritori, rigassificatori, turbogas e quant'altro di nocivo perl'ambiente e la salute.Spacca si impegnava, vedi l'assemblea di San Michele al Fiume ed altre, peresempio Schieppe, a raccogliere le proposte dei cittadini...Passano le elezioni, i procedimenti amministrativi proseguono, si arriva adottobre 2010 e scoppia l' EMERGENZA.

Eppure Spacca sa, e l'assessore Minetti ancor di piu', visto le figurinefatte da quest'ultimo nei pochissimi incontri pubblici a cui ha partecipato,cose semplicissime come il fatto che l'inceneritore proposto da Sadam aJesi, voluto dal Sindaco locale, da Spacca e da Minetti, oltre che dalproponente, inquinerebbe quanto oltre 30.000 auto che fanno 20 Km al giorno,tutti i giorni!Ancora di più inquinerebbe l'inceneritore di Schieppe e di più ancora laturbogas di Corinaldo.

Per non parlare dei rigassificatori.Così i cittadini verranno puniti e gli inquinatori, quelli veri, verrebberolasciati liberi di continuare la loro opera ormai insostenibile edinsopportabile!Verrebbe da dire che ci sentiamo presi per i fondelli : in poche parole icittadini marchigiani vengono raggirati dai loro stessi rappresentanti!Ma è possibile reagire contro queste impostazioni pseudo-politiche cheoltre che illogiche sono del tutto demenziali, visto che si vogliono ridurreforme di inquinamento parziali per introdurne altre permanenti e ben piu'gravi?Superfluo ricordare che queste ultime nascondono gli insaziabili appetitidi denaro pubblico di società come Sadam, Waferzoo, Edison, Merloni, per noncitare che i principali! In pratica dopo che ci inquinano ci tocca purefinanziarli coi nostri soldi! Danno e beffa insieme!Ma si può reagire, senza subire continuamente le prepotenze di politici edindustriali d'assalto?Reagire si può, lo abbiamo dimostrato impedendo, finora, la costruzione didecine di ecomostri, che, quasi sempre, hanno visto poltici e dirigentidella Regione Marche favorevoli agli interessi di pochi, contro la salute edil volere dei più.Marche per Rifiuti Zero si riunisce sabato 30 ottobre a Jesi e lancerà,presumibilmente in Ancona agli inizi di dicembre, un'iniziativa atta acolpire, nel portafoglio, le malefatte di questi politici e ad introdurremisure ben più efficaci, ormai improrogabili ed indispensabili percontrastare e far regredire l'inquinamento atmosferico che ci avvelena.Potete crederci, ci divertiremo, promesso.

Grazie dell'attenzione.

Marche per Rifiuti Zero
Il Presidente, Adriano Mei

mercoledì 20 ottobre 2010

MAGNACCIONI

Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura.

Tale trattamento risulta iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.

Indovinate un po' come è andata a finire ! :
Presenti 525
Votanti 520
Maggioranza 261
Astenuti 5
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno.

Per maggiori informazioni ecco il link al sito di Borghesi con il discorso:
http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=314& Itemid=35

mercoledì 15 settembre 2010

8 OTTOBRE - SALA DELLA PROVINCIA

INCONTRO DIBATTITO “RESIDUI BELLICI CHIMICI NELL’ADRIATICO”

Venerdì 8 ottobre alle ore 21,00 presso la Sala Pierangeli della Provincia di Pesaro, si svolgerà l’incontro-dibattito sul tema “Residui bellici chimici nell’Adriatico”.
L’incontro, promosso e organizzato da Alessandro Lelli e Niccolò di Bella per Italia Dei Valori Pesaro e da Italo Campagnoli per la lista civica LiberiXPesaro, vedrà come relatori il giornalista Gianluca Di Feo, autore del libro inchiesta “Veleni di Stato”, e Matteo d’Ingeo, coordinatore del Movimento Liberatorio Politico di Molfetta.
Tra gli ospiti, saranno presenti al dibattito Luca Ceriscioli Sindaco di Pesaro, Davide Rossi Vice Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, Serenella Moroder Assessore Regionale al Turismo, Roberto Signorini Presidente dell’Associazione Pesarese Albergatori, Massimo Mariani, dirigente del Servizio Rifiuti-Suolo del Dipartimento Provinciale ARPAM (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Marche) di Pesaro.

Hanno condotto all’organizzazione dell’evento le preoccupazioni suscitate dalla lettura del volume-inchiesta “Veleni di stato” di Gianluca Di Feo, pubblicato da Rizzoli nel 2009, in cui si denuncia, tra le altre drammatiche conseguenze della sperimentazione bellica di sostanze letali, la persistenza sui fondali dell’Adriatico di ordigni contenenti il gas tossico “iprite”, scaricati durante la seconda guerra mondiale al largo delle coste delle Marche e della Puglia. “Così fu Hitler a dare il via libera alla prima di tante operazioni nefaste: affondare nell’Adriatico oltre 4300 grandi bombe tossiche. Grazie ai documenti degli archivi tedeschi sappiamo che si trattava di 1316 tonnellate di testate all’iprite, gran parte delle quali si trovano ancora nei fondali a sud di Pesaro con il loro contenuto micidiale” (“Veleni di stato”, pag. 10).


L’iprite, gas tossico impiegato per la guerra chimica, provoca per inalazione, ingestione o assorbimento attraverso la pelle rischi gravi, acuti o cronici, anche letali, e può causare danni all'ecosistema a corto o a lungo periodo.
Gli involucri d’acciaio sepolti da fango e sabbia sui fondali, con il tempo stanno corrodendosi e potrebbero rilasciare l’iprite, la cui tossicità potrebbe avere una correlazione con la cosiddetta “alga tossica” ed essere responsabile di conseguenze negative per la salute del mare, della fauna marina e dei cittadini.

Dopo la pubblicazione sul Resto del Carlino dell’articolo “Bombe in Adriatico”, in cui si cerca di riportare attenzione sull’argomento, il coordinamento regionale di Liste Civiche Marche, di cui la lista civica LiberiXPesaro fa parte, sollecita tutti i sindaci marchigiani, i presidenti di provincia e il presidente della Regione Marche a farsi portatori presso il Governo italiano di una richiesta di informazioni e chiarimenti a proposito, in particolare su quanto a conoscenza degli organi competenti in merito alla notizia, sul grado di tossicità dei materiali abbandonati, su eventuali programmi per il recupero e lo smaltimento dei residuati bellici. Nel mese di marzo 2010, Italia Dei Valori Pesaro si unisce all’appello di Liste Civiche Marche e contribuisce a sollecitare le amministrazioni locali, che si dimostrano interessate e disponibili a inviare una lettera di richiesta al Ministero della Difesa affinché verifichi l’effettiva pericolosità dei depositi e la possibilità di un risanamento integrale dell’area marina adriatica con l’ausilio delle moderne tecnologie di sondaggio, rilievo e bonifica.

LiberiXPesaro e IDV entrano in contatto con il “Liberatorio Politico” di Molfetta, un movimento civico molto informato sulla questione,
che già nel 2008 aveva inoltrato una richiesta di monitoraggio delle acque marine pugliesi alla Direzione Regionale dell’A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ), sulla base di dati raccolti da diversi studi relativi soprattutto alla zona di Molfetta, dove erano noti da tempo casi di ritrovamento di ordigni e casi di intossicazione tra pescatori e bagnanti che riportavano una simile sintomatologia (rinite, faringite, laringite, bronchite, febbre, dermatite, vaginite, congiuntivite), attribuita all’azione di un’alga tossica, la Ostreopsis ovata, la cui origine non è stata ancora comprovata.
Lo scorso 21 giugno giunge la risposta del Ministero della Difesa, che afferma l’avvenuto recupero delle bombe e la bonifica delle aree marine colpite negli anni del dopoguerra, il non ritrovamento in epoca recente di ordigni bellici con caricamento all’iprite, e la consequenziale “dubbia utilità” di ulteriori monitoraggi dei fondali.
Nell’incontro dell’8 ottobre si tenterà di approfondire i diversi aspetti della questione e di trovare soluzioni al problema.

Liberix

sabato 11 settembre 2010

ANCORA ?!

La prossima settimana si discuterà in consiglio comunale sull’ennesima variante al piano regolatore per consentire la edificazione di altri 7000 metri quadri del nostro territorio.
Secondo l’Assessore Pieri il progetto, che prevede una struttura alberghiera e nuove residenze, avrebbe il pregio di risolvere alcuni problemi di viabilità dell’area di Selva Grossa a spese dei privati, di attrarre finanziamenti da fuori e di produrre sostegno all’economia ed occupazione.
Noi Liberi x Pesaro crediamo che la viabilità come l’economia e l’occupazione siano problemi a se stanti e che debbano essere affrontati per quello che sono, mentre la proposta avanzata ci sembra viziata da una visione di fondo sbagliata che non tiene assolutamente in conto la pericolosa realtà legata al mercato edilizio. Sembrerebbe che le esperienze statunitensi e spagnole non abbiano insegnato nulla e che si proceda senza voler vedere la crisi enorme che è dietro l’angolo; eppure di case se ne sono già costruite tante, la maggior parte sono sfitte e le compra vendite ferme. Quindi, che senso ha proporre una struttura alberghiera e legarci assieme una consistente quantità (si parla di 3000 mq.) di abitazioni? Se per costruire un albergo è necessario finanziarsi con la costruzione di case forse l’operazione non è poi così motivata. Nella nostra città ogni anno si scopre tristemente che altre strutture alberghiere vanno ad aggiungersi all’elenco di quelle già chiuse, se ci sono operatori e finanziamenti per questo settore le opportunità dunque non mancherebbero. L’attuale casello dista circa 2,5 km. da Selva Grossa e 6 km. dal lungomare, non crediamo che siano 3,5 km. a fare la differenza, sinceramente nemmeno che in città manchino sale congressi e wellness e non dimentichiamo che un albergo è già in costruzione proprio di fronte al casello.
Noi Liberi x Pesaro pensiamo che dietro a questa proposta ci sia solo la voglia di costruire ancora e in maniera sbagliata. Era proprio l’Assessore Pieri a teorizzare la “città verticale”, un concetto virtuoso che risparmia spazio vitale e costi ma che è diametralmente opposto all’idea di invadere il territorio con costruzioni diffuse, come è già abbondantemente successo con tutti i complessi residenziali distribuiti tra gli innumerevoli comuni di contorno. Non è più accettabile che si continui a disperdere nel territorio la residenza che comporta oneri di trasporti e di reti che sono un costo futuro costante per la collettività.
Dobbiamo pensare la nostra città nel futuro, capirne il passato e agire nel presente. Pesaro ha case in esubero, un centro storico in abbandono che aspetta solo di essere rivitalizzato e ristrutturato, un territorio da difendere. Gli investimenti non vanno accettati solo in quanto tali ma orientati verso scelte assennate, come le ristrutturazioni di alberghi dismessi e residenze in abbandono. La maggioranza ha progettualità politica e capacità di operare scelte coraggiose che riportino risorse al Comune, e lo dobbiamo dimostrare costantemente alla cittadinanza. Anche per questo il nostro voto in consiglio sarà nettamente contrario.

Italo Campagnoli
Portavoce della lista civica Liberi x Pesaro

giovedì 9 settembre 2010

PAROLE PAROLE PAROLE

UNIONI CIVILI E DISCRIMINAZIONE SESSUALE

Prima della pausa estiva la lista civica Pesaro a 5 Stelle presentò in Consiglio comunale una mozione per l’istituzione del registro comunale delle unioni civili, provocando un acceso dibattito sia all’interno del consiglio stesso che sulla stampa cittadina.

La maggioranza si impegnò allora ad approfondire il tema coinvolgendo tutti i soggetti interessati al fine di arrivare ad una delibera che possa dare una risposta adeguata al problema. I rappresentanti delle associazioni gay diedero subito la loro disponibilità ad incontrare gli amministratori e le associazioni che rappresentano la famiglia. Ora dobbiamo rispettare questo impegno preso con la città.

Ci sono tanti problemi e priorità da affrontare senza per questo dover buttarsi alle spalle questioni importanti e sul tavolo da tempo, come questa. L’ipotesi che si ventilò allora era quella di dare vita ad una serie di incontri cittadini che permettessero alle associazioni di conoscersi e confrontarsi, di verificare quale fossero le strade da percorrere per garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti e di consentire alla cittadinanza di capire fino in fondo di che cosa si stesse effettivamente parlando.

Molti confondono l’istituzione di un elenco delle unioni civili con la modifica dello stato civile, come se un comune potesse varare leggi che spettano allo stato, e su questo è bene fare chiarezza. Con l’istituzione di un elenco delle unioni civili non si autorizzano adozioni per coppie omosessuali ma semplicemente si riconoscono gli stessi benefici concessi alle copie coniugate a quelle formatesi su vincoli affettivi e coabitanti da almeno un anno. Per intenderci se il vostro coniuge può entrare ad assistervi in ospedale, a un compagno dello stesso sesso non è consentito, così come la successione ad un contratto di affitto in caso di decesso di uno dei due componenti la coppia o nel caso di benefici concessi alle copie dalle amministrazioni pubbliche.

Tutti aspetti che una società civile non può negare ai propri cittadini in base a distinzioni di sesso o di abitudini sessuali, perché questa si chiama discriminazione. L’amministrazione pesarese già nel marzo 2001 affermava di voler prevenire le discriminazioni di tipo sessuale e i adottare misure per porvi rimedio, adesso è ora di farlo. Liberi x Pesaro invita tutte le forze della maggioranza a rispettare l’agenda politica e gli impegni presi nei modi e nei tempi annunciati.

Italo Campagnoli
Portavoce della lista civica Liberi x Pesaro

mercoledì 8 settembre 2010

LE ORIGINI

In attesa dell'incontro dell'8 ottobre, notizie sul lago di Vico, da dove parte la storia del libro VELENI DI STATO.

di Daniele Nalbone (www,liberazione.it/…)Da una parte del lago, fertilizzanti e diserbanti. Dall’altra, il centro chimico militare, noto come Chemical City. Il tutto mischiato ad arsenico, nichel, cadmio e perfino molecole di idrocarburi.È così che il lago di Vico è diventato “rosso”. Tutta colpa di un’ alga tossica, la Planktothrix rubescens, che sta uccidendo il bacino di origine vulcanica in provincia di Viterbo. Tra una coltivazione di nocciole … e una coltivazione di nocciole, rigorosamente circondate da una rete che rende praticamente impossibile arrivare in riva al lago, quello di Vico è uno dei siti più affascinanti del centro Italia. Diviso tra due comuni, Ronciglione e Caprarola, che ne utilizzano le acque anche per uso potabile, e un’area militare di mussoliniana memoria, utilizzata come sito di produzione e stoccaggio di armi chimiche, questo lago è oggi al centro di un caso nazionale.A dar vita a due interrogazioni parlamentari e ad una europea, a diverse segnalazioni e a un esposto ai ministeri della Salute e dell’Ambiente, è stata la costante attività di monitoraggio della salute di questo lago da parte dell’associazione dei Medici per l’Ambiente (Isde) di Viterbo.«Sono anni» ci racconta la dottoressa Antonella Litta, che abbiamo intervistato in un bar della piazza principale di Ronciglione «che monitoriamo la qualità dell’acqua del lago. Ebbene, da sempre possiamo notare come alcuni valori, in primis quello dell’arsenico, sono in misura tale da non poter essere attribuiti solamente alla natura vulcanica del terreno». Da sempre l’ecosistema del lago presenta criticità «che oggi» spiega la dottoressa «sono in fase di grave e rapido peggioramento dovuto al processo di eutrofizzazione e marcata riduzione dell’ossigeno disciolto nelle acque». Una condizione che sta seriamente minacciando, oltre alla salute delle persone, la vita delle specie vegetali e della fauna lacustre.Per questo, lo scorso 30 marzo, l’Isde ha presentato ai ministri della Salute, Ferruccio Fazio, e dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e per conoscenza a ventidue destinatari a partire dal Prefetto di Viterbo, un dettagliatissimo esposto per richiedere un “intervento urgente per il gravissimo rischio sanitario ed ambientale derivante dal degrado e dall’inquinamento dell’ecosistema del lago di Vico”. Come non bastasse l’arsenico, elemento classificato come cancerogeno dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC), dal 2007 sono sempre più frequenti, l’ultima lo scorso 20 aprile, stando ai racconti dei pescatori, le fioriture dell’alga Planktothrix rubescens, meglio nota come “alga rossa”.«Quest’alga» spiega la dottoressa Litta «produce una mitocistina dannosa per la salute umana, così come per la flora e la fauna ittica, ed è classificata dall’IARC come elemento cancerogeno di classe 2b». Per questo la prima proposta di intervento dell’associazione Medici per l’Ambiente riguarda la garanzia della potabilità e salubrità delle acque, affinché venga previsto un trattamento specifico che preveda nei potabilizzatori comunali di Ronciglione e Caprarola l’uso di sistemi di abbattimento e filtraggio per impedire il passaggio, nelle acque destinate alla popolazione, delle alghe tossiche e della loro microcistina. Quindi controllo degli scarichi civili abusivi, individuazione delle fonti alternative di approvvigionamento idrico e, al fine di un complessivo risanamento dell’ecosistema del lago, l’introduzione di idonee pratiche agricole che prevedano la proibizione dell’uso di fertilizzanti e diserbanti chimici in tutta l’area e non solo nella fascia di trenta metri dalla costa.In tutto questo, però, la mente di chi ha visto il lago colorarsi di rosso non può non correre alla Chemical City, una vera e propria cittadella sotterranea con un impianto per la produzione e il deposito di ordigni a caricamento speciale mai completamente bonificata, come racconta nel suo libro, Veleni di stato, il giornalista Gianluca Di Feo. Anche perché, come risulta dalla comunicazione del Centro Tecnico Logistico Interforze NBC di Civitavecchia dello scorso 29 marzo, l’indagine condotta presso il Magazzino Materiali di Difesa NBC di Ronciglione “ha evidenziato la presenza di masse metalliche e non metalliche interrate in diversi punti del sito” specificando che “nel corso dell’indagine sono stati effettuati dei carotaggi e alcune analisi chimiche su campioni di terreno prelevati in superficie e in profondità”. Ebbene, in due di questi campioni è stata riscontrata “la presenza di livelli di arsenico superiori ai valori di Concentrazione Soglia di Contaminazione”, mentre “in un terzo campione di terreno superficiale è stato evidenziato il superamento per arsenico, zinco e tetracloroetene”.«Tutto ciò» spiega Ciro Pisacane, presidente del Forum Ambientalista «si inserisce in un quadro, quello dell’Alto Lazio, devastato da centrali a carbone, vedi Civitavecchia, prossime centrali nucleari, vedi Montalto di Castro, o autostrade in fase di realizzazione come il Corridoio Tirrenico Nord». Non solo. A peggiorare la già drammatica situazione bisogna aggiungere la voce, purtroppo confermata dalle preoccupate dichiarazioni del consigliere alla Provincia di Roma, Gino De Paolis, della volontà, da parte del Centro Interforze Nbc di Civitavecchia, di costruire un inceneritore per la distruzione delle armi chimiche. Un’eventualità, questa, che Ciro Pisacane del Forum Ambientalista giudica «l’ennesima goccia che potrebbe far traboccare definitivamente il vaso. La sommatoria di tutte queste nocività è che un lago, peraltro splendido, come quello di Vico sta morendo, segno che un intero ecosistema sta sull’orlo della distruzione e anziché porre in essere misure volte a salvare questo sito, le cose potrebbero addirittura peggiorare. Per questo» continua Pisacane «nei prossimi giorni ci attiveremo, in primis, per informare la cittadinanza sui rischi che corre con una serie di assemblee pubbliche da tenere nel territorio dell’Alto Lazio, quindi per far sì, e a riguardo stiamo raccogliendo un’ampia documentazione, che chi ha permesso tutto ciò non la passi liscia».Intanto, però, nel lago, nell’assenza di un intervento delle istituzioni competenti, a farla da protagonisti indisturbati sono, da un lato, l’inquinamento; dall’altro, le armi chimiche. Con loro, fitofarmaci e concimi chimici utilizzati dagli agricoltori a pochi metri dalla riva in un territorio in cui si dovrebbe convertire ogni coltivazione al biologico. È così, quindi, che per il lago di Vico non si può parlare di emergenza da risolvere ma di emergenze per le quali attivarsi. Prima che tutto diventi irreversibile.

Per saperne di più:


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giovedì 2 settembre 2010

FRATELLI DELLA COSTA 4

Il bellissimo manifesto di MASSIMO DOLCINI qui riprodotto non fu mai affisso perchè ritenuto "allarmista".
A distanza di tanti anni ci sembra invece, per certi versi, "profetico".

L'8 ottobre a Pesaro si terrà il preannunciato dibattito sui residuati bellici chimici che giacciono sui nostri fondali.

Intanto leggettevi che succede a Molfetta...


C'è qualcosa che non convince nei dati dell'Arpa Puglia sulla presenza di tossine di Ostreopsis ovata nei campioni prevelati sul nostro unico sito costiero della “Prima Cala”. A fine agosto l’Arpa ha pubblicato sul proprio sito i dati del monitoraggio fino alla prima quindicina del mese e la presenza dell'alga tossica a Molfetta quest'anno è stata pari a "0" assoluto fino al 31 luglio e di sole 300 cellule /litro di densità (acqua fondo) nella 1a quindicina di agosto. Viene spontaneo pensare che il dato potrebbe essere errato, o che il prelievo non è stato eseguito in modo scientificamente e tecnicamente corretto, oppure i malesseri che anche quest'anno hanno interessato centinaia di bagnanti non hanno nulla a che fare con le tossine di “Ostreopsis ovata". Tra le altre cose non abbiamo mai conosciuto le date in cui i prelievi sono stati eseguiti.L'anno scorso avevamo 1.660 cellule/litro nella 2a quindicina di giugno, 11.840 nella 1a di luglio, 360 nella 2a di luglio, poi 162.800 nella 1a di agosto e 1.047.200 nella 2a di agosto, fino a schizzare a 1.320.000 della 1a di settembre. Non possiamo confrontare questi dati con quelli del 2008, perchè l’unico sito di Molfetta (Prima Cala) è stato inserito nel 2009, però abbiamo il valore del monitoraggio più vicino a noi, quello di Giovinazzo-Riva del Sole, che riportava un valore altissimo pari a 5.000.000 cellulle/litro dell’8 agosto 2008. Ci sembra che le informazioni rilasciate dal Ministero della Salute e dall’Arpa stessa non reggano più rispetto ai dati registrati questa estate.Dicono che i fattori ambientali che facilitano la proliferazione dell’Ostreopsis ovata sono “le alte temperature, le condizioni di irraggiamento favorevoli, mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni”; ebbene, se i dati dell’Arpa che hanno riguardato Molfetta, nel periodo luglio e agosto 2010, sono stati di 300 cel/litro rispetto ai milioni di cell/litro degli altri anni come si spiegano i casi di intossicazione registrati quest’anno pur non avendo avuto temperature molto alte come negli anni precedenti? E se è vero, come dice l’Arpa, che i malesseri per i bagnanti (riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti) si registrano in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali, e soprattutto dopo mareggiate, come mai quest’anno a Molfetta i casi di intossicazione ci sono stati pur avendo avuto una così bassa concentrazione di tossine e i malesseri si sono riscontrati anche nelle giornate di mare calmo? Forse non regge più neanche la favola che ci hanno raccontato sull’origine dell’Ostreopsis ovata, probabilmente introdotta accidentalmente in Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi provenienti dai mari tropicali. Se così fosse non si spiegherebbe la presenza di un’altra alga tossica “ Plankthotrix rubescens” che sta tingendo di rosso, non il mare, ma un piccolo e affascinante lago in provincia di Viterbo: il Lago di Vico.L’acqua di questo bacino, infatti, si è tinta di rosso per la presenza dell’alga Planktothrix rubescens, altamente tossica.Il lago di Vico sorge tra due comuni, quello di Ronciglione e quello di Caprarola, un posto incantevole, se non fosse che da una parte del lago si trova il centro chimico militare Chemical City, un vecchio sito di produzione e stoccaggio di armi chimiche (antrace, iprite, virus, batteri, ecc) voluto, alla metà degli anni ‘20, nientemeno che da Mussolini.La Chemical City era una delle grandi fabbriche di armi chimiche, e la zona del lago di Vico non è mai stata bonificata. Semplici coincidenze o qualcosa che andrebbe approfondito?Lo stesso approfondimento lo chiediamo per Molfetta da oltre due anni, perchè non ci sembra una semplice coincidenza che la nascita dell’alga tossica nel nostro mare risalga al 2000-2001 proprio quando l’ex ICRAM divulgava il suo primo rapporto sulla presenza al largo di Molfetta di ordigni bellici a caricamento chimico che, ormai corrosi dal tempo, stavano rilasciando in mare il loro contenuto tossico.Abbiamo chiesto più volte al nostro Sindaco Azzollini e alle autorità preposte di monitorare le acque antistanti l’ex opificio di sconfezionamento di ordigni bellici, Torre Gavetone, non per conoscere se ci sono “coliformi o enterococchi”, ma per sapere se ci sono tossine di alga tossica o altre sostanze chimiche fuoriuscite dagli ordigni ancora presenti in quella zona dove quotidianamente centinaia di cittadini si bagnano.Ricordiamo che quasi un anno fa in una conferenza pubblica tenutasi a Molfetta illustri rappresentanti dello Stato, militari e ricercatori, hanno dichiarato che sono stati intercettati circa 170 ordigni ancora presenti nelle acque antistanti Torre Gavetone al confine tra Molfetta e Giovinazzo a non oltre 50 metri dalla riva.Tenuto conto della situazione noi riteniamo che le omissini fino ad oggi registrate da parte del Sindaco e di altre autorità possano rappresentare una concreta prova di colpevolezza qualora anche un solo cittadino dovesse subire danni biologici o gravi malattie dovute al contagio di sostanze tossiche presenti nelle nostre acque marine.Pertanto noi continueremo a fare opera di controinformazione in attesa che dal Palazzo di Città giungano delle risposte convincenti sullo stato di salute del nostro mare.

http://liberatorio.splinder.com/post/23223182/larpa-dice-che-lalga-tossica-non-

giovedì 26 agosto 2010

SANA E FORTE

Chi può salvi la Costituzione

Corrosa alle basi dall’interno della classe dirigente, presa di mira dagli economisti e da qualche esperto di diritto, snobbata dai semplici cittadini. Sembra che la Costituzione non abbia più molti sostenitori. Addirittura menti razionali dal pensiero liberale la ritengono lunga, viziata, castrante. Ma è come vedere una lucciola e far finta che il faro abbagliante che ci sta davanti non esista. La vita politica ha subito con il “presidente del Consiglio” una accelerazione mai vista in termini di degrado morale e culturale e l’affossamento della Costituzione cui stiamo assistendo espone i cittadini a rischi enormi nell’ambito della libertà di pensiero, espressione, azione politica.

La Costituzione va difesa dal tentativo, ormai quasi del tutto riuscito, di sostituire la sovranità popolare con una forma di dittatura neanche troppo mascherata: è la Democrazia stessa ad essere in serio pericolo. Pensiamo di essere liberi? Liberi di esprimere le nostre opinioni? Liberi di essere al corrente di tutto ciò che riguardala “casta “ che ci governa? Lo siamo ancora in parte, forse, ma lo saremo sempre meno.

Senza una Costituzione che salvaguardi il principio di uguaglianza fra i cittadini saremo in totale balia dell’autoritarismo e della personalizzazione del potere. Il parlamento sta diventando il teatrino dei burattini, anzi, delle burattine, manovrate piacimento del premier come soubrette che ripetono a pappagallo le frasi che sentono in cuffia. Le leggi ad personam non fanno che assicurare privilegi, impunibilità e improcedibilità del “presidente del Consiglio” invece di provvedere ai gravi problemi in cui versa il nostro paese. La legge bavaglio, poi, è l’ultimo strumento per eliminare qualsiasi altra forma di informazione che non siamo le televisioni, fatte apposta per anestetizzare le coscienze e spegnere qualsiasi spirito portatore di opinione contraria. A tutto ciò si vuole aggiungere la privatizzazione dell’acqua? Il quadro è completo. Chi può salvi la Costituzione.

Mariachiara Ballerini

mercoledì 25 agosto 2010

SCERIFFI & INDIANI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

“Lettera amichevole e aperta al questore di Tumbstone, Pesaro”

Dopo che le scandalose scorrerie dei selvaggi ciclisti hanno per anni funestato le strade del centro storico della nostra città le autorità hanno deciso di intervenire. Con cortesia ma decisione, comprensione e fermezza. Ecco quindi il resoconto del nostro corrispondete e del suo incontro con il questore di Tumbostone.

Dal vostro corrispondente indiano shimano a Tumbstone, contea di Pesaro.

“Cittadini, vi avevo avvertiti che avremo fatto sul serio”.
Così inizia il mio dialogo con lo sceriffo, poi, con gesto deciso, si passa la mano lungo la tesa del cappello a raggiungere il mozzicone di sigaro che pende dalle labbra.
Il sigaro viene lanciato lontano e quella pelle cotta dal sole si corruga in un sorriso: “È una questione di rispetto della legge…e la legge in questa città è stata ignorata troppo a lungo figliolo”.
Resto ammirato e posso aggiungere solo un entusiastico: “Ma adesso le cose cambieranno signore!”.
“Si figliolo con l’aiuto della brava gente e…di questa”, quando pronuncia “questa” la sua mano acarezza la fondina di cuoio dalla quale spunta un blocchetto di verbali remingotn, 64 mm.
In posa eroica prosegue: “Vedi figliolo la legge è importante e non importa se fai una rapina o se prendi un contromano in bicicletta. La legge è il rispetto di sé stessi e degli altri”.
Resto sempre più ammirato di fronte a tanta specchiata levatura morale, solo un piccolo dubbio si insinua nella mia ingenua comprensione su come si colleghino un contromano in bicicletta ad una rapina in banca.
Il questore coglie il dubbio nella mia espressione e lo anticipa: “Capisco figliolo che in questa città, come nel paese tutto, siano tempi difficili: si perde il lavoro, succedono brutte cose…
Però tutto questo non giustifica lo sprezzo delle regole, voglio dire prendi ad esempio la prostituzione: è illegale”.
“Quindi?” chiedo io ingenuamente.
“Quindi figliolo se tu vai da una prostituta porti illegalità, e lo fai anche se rapini una banca”.
“…certo però…questo cosa c’entra con la bicicletta?!?” osservo io ancora più ingenuamente.
“Beh”, risponde, “ immagina che dopo di aver rapinato una banca vai da una prostituta e poi esci dal tuo impudico ufficio in bicicletta contromano”.
“Ma scusi perché dovrei…?”
“Perché sei disoccupato”.
“Si ma questo mica è un crimine”, contesto un poco confuso.
“Però la bicicletta contromano è disdicevole!” risponde un poco alterato.
A questo punto cari lettori, un po’ per il mio mezzo sangue indiano un po’ perché disoccupato e un po’ perché la libertà di girare in bicicletta in centro senza i vincoli delle direzioni mi piace da matti (con rispetto degli altri si intende), insomma un po’ per tutto questo non riesco a trattenermi e sbotto:
“Ma scusi signor questore! Noi poveri indiani velocipedi della tribù shimano come possiamo accettare che piovano nuove stupidissime multe invocate nel nome della legalità più specchiata dopo la questione vido red? O dopo il sapore di agguato alla carovana di alcuni autovelox? O dopo il fatto che nel bilancio preventivo del comune compaiano centinaia di migliaia di euro provenienti da multe ancora non fatte?
Certo noi velocipedi shimano sappiamo che queste sono cose diverse, provenienti da intelligenze e autorità diverse e distinte però…è sempre sul nostro scalpo che ricadono!”.
A quel punto un cirro di sterpi rotolò nella strada spazzata dal vento, un rintocco di campana e, veloce come un lampo, dalla fondina partì un verbale che mi colpì in pieno.

Con assoluta cordialità il vostro corrispondente Martino Campagnoli tribù velocipeda shimano, Tumbstone, contea di Pesaro.

lunedì 9 agosto 2010

LE FREAK C'EST CHIC

Cara Signora Ratti e caro Sig. Bettini,
ho vissuto per qualche anno nel Centro storico di Pesaro, in Via dell'Abbondanza, ed è stata proprio una bella esperienza; le case ristrutturate sono molto belle con i loro cortili interni ed i loro giardini privati ed i servizi sono sicuramente migliori di quelli in periferia, a partire dalla pulizia delle strade che in centro viene effettuata quotidianamente,alla raccolta differenziata porta a porta che ha eliminato cassonetti male odoranti.
Inoltre nella gestione del verde pubblico la zona Centro-Mare assorbe la maggior parte delle risorse messe dal Comune a disposizione del servizio del verde pubblico e della profilassi del territorio.


Paragonare la zona Centro Mare con il quartiere di Villa Fastiggi è soltanto demagogico, il quartiere ha a disposizione solo la palestra annessa alla scuola media Galileo Galilei, mentre la struttura Palasnoopy è stata realizzata privatamente da Sorbini;
i parchi attrezzati del quartiere sono quello di Via Fonseca e quello di Via Romita, quest'ultimo è stato realizzato con il contributo della Banca di Pesaro che vi si affaccia, quello dei Mandorli (Via Bartoli) e di Via dei Canonici sono solo delle piccole aree verdi non attrezzate. A Villa Fastiggi quello che va sottolineato é il senso civico delle persone che vivono il quartiere e l'alto numero dei volontari che aiutano il Comune per la manutenzione del verde pubblico.

Da due anni vivo a Villa Fastiggi in Via della Concordia e la cosa non mi dispiace anche se la situazione stradale non è certo delle migliori; esistono buche, come in tutte le strade d'Italia, non vi sono marciapiedi (non c'è lo spazio) ed i parcheggi, anche se non a pagamento, come in tutti i quartieri sono ben pochi. Ma non mi lamento, pur non essendo nato in questo quartiere qui mi trovo bene, tra gente semplice e saggia. Ho imparato il senso civico della collettività; qui non ci si lamenta ma ci si rimboccano le maniche, e se la strada davanti casa è sporca, si prendono ramazza e paletta e si pulisce.

Inviterei la Signora Ratti e il consigliere Bettini in questo quartiere ma non a prendere un caffè, visto che non abbiamo salotti “all'altezza”, bensì a passare qualche ora in queste strade, tanto da convincersi che questo quartiere di periferia, fatto di vecchie piccole case, palazzoni, capannoni industriali e di piccole attività agricole non è diverso da altri quartieri di Pesaro, e per aspetto e servizi non certo migliore del centro e del mare.

Vi invito a sviluppare di più il vostro senso civico e quando vi capita di vedere davanti alle vostre abitazioni un po' di carta o qualche foglia fate come noi: prendete ramazza e paletta. Vedrete come diventeranno più belle le strade del centro o dei nostri quartieri!

Pino Longobardi coordinatore politico di Liberi x Pesaro

martedì 3 agosto 2010

ANCHE A PESARO

Riceviamo e volentieri (anche se notizie di questo tipo non vorremmo mai leggerne) pubblichiamo.

Il Movimento RadicalSocialista condanna con indignazione e fermezza la vile aggressione subita a Pesaro da due ragazzi gay, ed esprimendo la più piena solidarietà alle vittime di questo gesto brutale ed incivile, denuncia con forza il clima omofobico che esiste anche nella nostra città e provincia.

Un clima che andrebbe contrastato in primo luogo da un’amministrazione comunale che si proclama “democratica” e “progressista”, ma che invece sembra marciare in direzione esattamente opposta anche con atti recenti qualila censura filo-clericale ai danni del coro “Komos” ed il rigetto della mozione che mirava a introdurre anche a Pesaro il Registro delle Unioni di fatto.

Annunciamo infine la presenza di MRS alla conferenza stampa indetta da Arcigay Agorà per giovedì mattina.

Movimento RadicalSocialista

giovedì 29 luglio 2010

SEMPRE PIU' LIBERI

Pietro Bruschi, esponente della destra pesarese, lancia attraverso la stampa locale, un nuovo attacco a Liberi x Pesaro con la consueta modalità diffamatoria, che con riferimenti generici e non documentati distorce la reale attività della lista civica.

Liberi x Pesaro è sempre stata coerente con la propria scelta di impegno civico.
È nata e continua ad operare mettendo insieme persone di diverse appartenenze politiche, da quelle moderate alle più progressiste, tutte unite dal pragmatismo di chi intende difendere il bene comune. È per questo che alle ultime elezioni amministrative, quando il centro destra ha gettato alle ortiche la possibilità di una coalizione unita contro il centro sinistra soltanto perché il candidato unico sarebbe dovuto essere indiscutibilmente un uomo del PDL, la lista civica ha deciso di impegnarsi con chi invece è stato in grado di realizzare un vero cambiamento e lo ha concretamente dimostrato: all’epoca, il sindaco Ceriscioli, saltando la consueta prassi della trattativa politica tra partiti, ha proposto apertamente ai civici dell’opposizione di entrare al governo della città affinché potessero operare concretamente. Il “piatto di lenticchie” di cui parla il signor Bruschi nella sua lettera è stato davvero ricco, ma non per i Liberi x Pesaro che hanno pagato un caro prezzo elettorale e non hanno avuto nessun vantaggio personale, bensì per la città.

A un anno da quella scelta, il vicesindaco Giuseppina Catalano ha realizzato tanti progetti per la nostra città e tanto rilevanti che questa lettera non è certo sufficiente a contenerli. Basti citare la costante attenzione agli anziani, alla casa e alla famiglia, che ha portato, tra gli altri, a risultati quali l’apertura del punto di accesso per assistenza familiare domiciliare, la “carta bimbi”, il progetto Cives, frutto di una politica innovativa per la casa che al concetto dell’abitare associa l’inclusione sociale, la realizzazione particolarmente importate del sito “Pesaro 0914”, uno strumento di cui fino ad oggi nessun comune italiano si era dotato e che permette a qualsiasi cittadino di verificare costantemente e direttamente l’operato dell’amministrazione. Uno strumento di grande trasparenza e un risultato raggiunto dopo un solo anno di Liberi x Pesaro al governo cittadino, che basterebbe da solo a giustificare ed avvalorare la scelta di un anno fa.

Il Signor Bruschi parla di incoerenza dei Liberi tra parole e azioni, citando le nostre critiche al taglio degli alberi e il nostro presunto voto sui piani che determinerebbero quei tagli, facendo confusione ed inventandosi voti che in consiglio non ci sono mai stati. A parte il fatto che quella citata non è certo l’unica attività che noi Liberi portiamo avanti in modo coerente e costruttivo, come dimostrano la decisione relativa al casello, in cui i Liberi hanno svolto un ruolo propositivo e collaborativo fondamentale, e le costanti prese di posizione sui diserbanti e sul verde pubblico, per ricordarne solo alcune.

Noi siamo sempre più Liberi di criticare l’amministrazione quando non ne condividiamo le scelte, di votare secondo coscienza, di non dover accettare supinamente i voleri di un capo supremo. Questa è una libertà che il signor Bruschi forse non ha mai conosciuto e che sicuramente non può vivere in un partito come il suo, nel quale chi osa criticare il capo o i suoi “yesman” finisce davanti ai probiviri. Ma non erano gli stalinisti che usavano certi sistemi?

Pino Longobardi
Coordinatore della lista civica Liberi x Pesaro

giovedì 22 luglio 2010

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Lettera aperta la Presidente della Regione Marche

Sig. Presidente,ci rivolgiamo direttamente a Lei per chiederLe un incontro urgente.Veniamo da un insoddisfacente confronto con l’assessore regionale all’ambiente Dott. Sandro Donati .Quello di martedi 20 luglio è il secondo tenutosi con il rappresentante della sua Giunta, ove abbiamo tentato di fare il punto, informando l’assessore, sulle vertenze principali del territorio.

Tralasciamo ogni commento circa la scortesia dell’assessore, rinnovatasi anche al secondo incontro, di arrivare sempre in notevole ritardo. Le scuse accampate tali sono; per il futuro gradiremmo che l’assessore concordasse gli appuntamenti quando è certo di poterli rispettare.Veniamo al punto.L’insoddisfazione deriva dal fatto che, a distanza di due mesi dal primo incontro, in cui l’assessore ci aveva assicurato che in un mese avrebbe preso provvedimenti, martedi lo stesso ha affermato che nulla poteva decidere da solo e che avrebbe coinvolto il Presidente della Regione.
Abbiamo ribadito la necessità che sia data conclusione all’annosa vicenda dell’inceneritore di biomasse di Schieppe di Orciano. Abbiamo documentato all’assessore, i gravi “errori”, i profili di illegittimità, lo spreco di risorse pubbliche che gli uffici della Regione Marche hanno perpretato in questi anni.

Abbiamo chiesto che si ripristini, nel nostro territorio, lo stato di legalità, restituendo certezze ai cittadini.
Crediamo che un amministratore attento non si farebbe ripetere due volte un tale invito, a maggiore ragione se lo stesso “milita” in un partito, l’I.D.V., che della legalità ha fatto la propria bandiera.

L’incresciosa sensazione che abbiamo ricevuto è che l’effettivo assessore regionale all’ambiente era e resta l’arch. Antonio Minetti, presente e silente all’incontro di martedì.
Poiché, sig. Presidente, la responsabilità politica, e non solo quella, fa capo a lei, le chiediamo un incontro per avere la certezza che lei possa prendere in esame la documentazione che abbiamo consegnato all’assessore da oltre due mesi.Restiamo a disposizione sua, e dei riceventi la presente, per tutte le delucidazioni del caso.

Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Candigliano
ACU Pesaro
Marche per Rifiuti Zero


PS – Ad una precisa richiesta di applicare anche nelle Marche, finalmente, il principio di precauzione, l’assessore Donati ci ha risposto che dobbiamo fornire richiesta e documentazione scritte.
Presidente, lo spieghi Lei al Suo collaboratore che un assessore, soprattutto se titolare di delega all’ambiente, dovrebbe conoscere da solo uno dei principi fondanti dell’azione di governo della Comunità Europea. Ad ogni buon conto, alleghiamo la
Comunicazione della Commissione Europea sul principio di precauzione (Bruxelles, 02.02.2000).

mercoledì 21 luglio 2010

LUI TAGLIA, LEI TAGLIA, NOI PAGHIAMO

“Il verde è un patrimonio comune, è un valore fondamentale da tutelare per preservare e migliorare la vivibilità presente e futura della città e del suo territorio”.

Dal Regolamento del verde pubblico e privato del Comune di Pesaro.

LiberixPesaro crede che,mai come oggi, si sia aperta una vera e propria guerra agli alberi; scempi e abbattimenti ingiustificati ormai non si contano più, sembra che gli alberi in città siano diventati degli ospiti mal sopportati. I prossimi abbattimenti saranno in Piazzale Carducci e su Viale della Liberazione, ma noi chiediamo fortemente una maggiore responsabilità nella salvaguardia e nella tutela del verde pubblico.

Chiediamo una diversa considerazione degli alberi cittadini, chiediamo di ritenerli una risorsa e non un ostacolo da abbattere per dare più spazio a parcheggi, sottoservizi, asfaltature, ecc., chiediamo di sviluppare una politica del verde che sappia salvaguardare la qualità della vita e le esigenze di nuove costruzioni. Negli ultimi anni troppi sono stati gli abbattimenti di piante ad alto fusto, trasformando viali alberati e freschi in strade dall'aspetto sempre più insignificante; troppo spesso passeggiando per le nostre strade ci capita di vedere dei ceppi ai lati delle carreggiate, quasi fossero delle lapidi alla memoria degli alberi. E' questo che ci propone lo sviluppo della nostra città? Oppure dobbiamo cercare un modo diverso e più armonioso di crescere?

La cultura del verde presente nella nostra Pesaro va assolutamente rivista e radicalmente cambiata. Giustificare per motivi di sicurezza l'atteggiamento attuale di chi gestisce il verde è inaccettabile, nulla può giustificare un tale scempio sull'ambiente.
Il verde cittadino ha bisogno di una seria manutenzione e di una maggiore cura; fare lavori stradali adoperando una maggiore accortezza nella tutela degli alberi deve essere un obbligo e non una casualità. Troppo spesso a causa di lavori per la sistemazione di asfalti o di varie altre tipologie di lavori stradali si è messo a serio rischio la stabilità delle piante andando a rovinarne le radici o potature fatte in modo avventato su alberi a cui sono stati drasticamente tagliati rami e chiome.
Senza una potatura consapevole ed intelligente si arriva al risultato di dover abbattere le piante nel giro di pochi anni. L'attività di chi deve gestire il verde nella nostra città è spesso basata su erronee conoscenze che portano ad un risultato esattamente opposto a quello previsto. E' necessario un patto a tutela degli alberi in base al quale l'attività della Pubblica Amministrazione sia finalizzata a rispettare, a proteggere e a curare gli alberi affinchè possano esprimere al meglio e il più a lungo possibile la loro funzione. La conservazione delle alberature preesistenti deve diventare una assoluta priorità per i progettisti che dovranno sempre tenerne conto, cercando sempre tutte le alternative possibili; deve cessare immediatamente la dilagante politica che considera le alberature come oggetti e numeri (“tanto se si abbattono 100 alberi se ne ripiantano 200” ma oltre la metà di questi è destinata a morire per mancanza di manutenzione; la città è piena di giovani alberi secchi). Si deve contrastare fermamente la tendenza della Pubblica Amministrazione di abbattere alberi con il pretesto che le giovani piante sono più adatte e apportano maggiori benefici sia estetici che alla salute.
La tutela e la difesa degli alberi è un servizio che la Pubblica Amministrazione deve rendere ai cittadini in quanto bene inalienabile come l'acqua e la salute, e si tenga ben presente che il patrimonio arboreo appartiene ai cittadini e non alle istituzioni che hanno comunque il dovere di preservarlo. Oggi purtroppo la politica ambientale portata avanti dal Comune è basata più sull'apparire che sul mantenere; la mancanza di un controllo capillare sul territorio e la mancanza del piano del verde pubblico, ne hanno portato la gestione fuori controllo. Il Comune affidando il verde pubblico ad Aspes SpA, ha di fatto rinunciato al controllo e agli indirizzi, ma soprattutto ha rinunciato agli aspetti amministrativi come i pareri e le autorizzazioni per gli abbattimenti degli alberi, ha rinunciato all'applicazione di uno strumento normativo come il Regolamento del verde pubblico, che pone Aspes SpA in pieno conflitto di interesse perchè si trova di fatto ad essere il controllore ed il controllato.
Pino Longobardi
Coordinatore della lista civica Liberi x Pesaro

lunedì 28 giugno 2010

SENZA PAROLE

FATE GIRARE.

Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti,per conto di Sky.
Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno, causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.
Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.
Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata.
Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola.
Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi.
Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato.
Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio.
Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.
Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire.
E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.
Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo.
Le racconto che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.
Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.
Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.
La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso.
Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio o un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo.
Le racconto di una città che muore e lei mi risponde, con la voce che le trema.
" Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo."

Loro non scrivono voi fate girare.

martedì 22 giugno 2010

BUFALE & MAIALI

Si erano inventati un emendamento proprio carino.

Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1707,quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.

Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arrestoin flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.

Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito",il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.
Annotateli bene:
sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania)
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).

Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico"(ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi che capisconosolo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).

Liberix