giovedì 28 ottobre 2010

MARCHE RIFIUTI ZERO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

L'inquinamento da PM10, Spacca e l'assessore Minetti...

Scusate se distrurbo con la mia voce fuori dal coro; ma veniamo ai fatti di questi ultimi giorni:

- Venerdì 22 ottobre 2010: il consigliere regionale Donati, portavocedell'assessore vero all'ambiente, il potente architetto Minetti, quello diAgroter e Carrara, annuncia draconiane misure contro l'inquinamentoatmosferico con l'annuncio del blocco del traffico, per le auto non euro 5,nei centri cittadini e lungo la costa.

- Sabato 23 ottobre 2010: il presidente della Regione, Gianmario Spacca,dichiara l'emergenza inquinamento, stile Napoli- Bortolaso-Bassolino, eprecisa che la Regione Marche è stata multata, dalla UE per il 2006, per lasua incapacità di controllare l'inquinamento atmosferico derivante dalle PM10 in quell'anno solare.

- Lunedì 25 ottobre 2010: il presidente Spacca precetta, sempre d'urgenza,i Sindaci per "concordare" le misure da prendere. Il portavoce Donatiinsiste sulle draconiane misure. I sindaci balbettano.

E qui arriviamo alle comiche: Spacca scopre l'emergenza del 2006, con benquattro anni di colpevole ritardo e partorisce il topolino del blocco delleauto più vecchie delle Euro5. Il resto dei politici tace, per prudenza,complicità od incoscienza, non è dato sapere.Eppure il 20 febbraio 2010, Spacca, e non solo lui, oltre a 1500cittadini, aveva partecipato, "obtorto collo" (erano in vista le elezioniregionali), alla manifestazione in Ancona indetta dai Comitati e da Marcheper Rifiuti Zero. In essa i cittadini chiedevano la moratoria perinceneritori, rigassificatori, turbogas e quant'altro di nocivo perl'ambiente e la salute.Spacca si impegnava, vedi l'assemblea di San Michele al Fiume ed altre, peresempio Schieppe, a raccogliere le proposte dei cittadini...Passano le elezioni, i procedimenti amministrativi proseguono, si arriva adottobre 2010 e scoppia l' EMERGENZA.

Eppure Spacca sa, e l'assessore Minetti ancor di piu', visto le figurinefatte da quest'ultimo nei pochissimi incontri pubblici a cui ha partecipato,cose semplicissime come il fatto che l'inceneritore proposto da Sadam aJesi, voluto dal Sindaco locale, da Spacca e da Minetti, oltre che dalproponente, inquinerebbe quanto oltre 30.000 auto che fanno 20 Km al giorno,tutti i giorni!Ancora di più inquinerebbe l'inceneritore di Schieppe e di più ancora laturbogas di Corinaldo.

Per non parlare dei rigassificatori.Così i cittadini verranno puniti e gli inquinatori, quelli veri, verrebberolasciati liberi di continuare la loro opera ormai insostenibile edinsopportabile!Verrebbe da dire che ci sentiamo presi per i fondelli : in poche parole icittadini marchigiani vengono raggirati dai loro stessi rappresentanti!Ma è possibile reagire contro queste impostazioni pseudo-politiche cheoltre che illogiche sono del tutto demenziali, visto che si vogliono ridurreforme di inquinamento parziali per introdurne altre permanenti e ben piu'gravi?Superfluo ricordare che queste ultime nascondono gli insaziabili appetitidi denaro pubblico di società come Sadam, Waferzoo, Edison, Merloni, per noncitare che i principali! In pratica dopo che ci inquinano ci tocca purefinanziarli coi nostri soldi! Danno e beffa insieme!Ma si può reagire, senza subire continuamente le prepotenze di politici edindustriali d'assalto?Reagire si può, lo abbiamo dimostrato impedendo, finora, la costruzione didecine di ecomostri, che, quasi sempre, hanno visto poltici e dirigentidella Regione Marche favorevoli agli interessi di pochi, contro la salute edil volere dei più.Marche per Rifiuti Zero si riunisce sabato 30 ottobre a Jesi e lancerà,presumibilmente in Ancona agli inizi di dicembre, un'iniziativa atta acolpire, nel portafoglio, le malefatte di questi politici e ad introdurremisure ben più efficaci, ormai improrogabili ed indispensabili percontrastare e far regredire l'inquinamento atmosferico che ci avvelena.Potete crederci, ci divertiremo, promesso.

Grazie dell'attenzione.

Marche per Rifiuti Zero
Il Presidente, Adriano Mei

mercoledì 20 ottobre 2010

MAGNACCIONI

Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura.

Tale trattamento risulta iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.

Indovinate un po' come è andata a finire ! :
Presenti 525
Votanti 520
Maggioranza 261
Astenuti 5
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l'idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant'anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C'è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all'ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell'arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l'anno.

Per maggiori informazioni ecco il link al sito di Borghesi con il discorso:
http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=314& Itemid=35