martedì 31 gennaio 2012

C'ERAVAMO TANTO AMATI

IO NON CI STO

La bellissima storia della lista civica Liberi x Pesaro è arrivata per me al capolinea. Otto anni di impegno, di lotte e di pragmatismo per cambiare questa città, per portare il buon senso dei cittadini nella politica, per tenere viva la speranza che persone di sinistra, di destra e di centro possano stare assieme in nome del civismo e per il bene comune.

Oggi mi sento defraudato del motivo stesso che ha generato il mio impegno e quindi sospendo qualsiasi attività all’interno della lista civica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ennesimo incomprensibile voto dato in aula dalla nostra consigliera a sostenere il diktat inaccettabile del partito di maggioranza. In questo caso si trattava di esprimersi contro la scelta scellerata di Fosso Sejore come sito per l’ospedale nuovo, posizione che come movimento abbiamo sempre espresso in maniera chiara e inequivocabile.

E’ vero che la dottoressa Catalano ha sempre dichiarato con altrettanta determinazione la sua personale posizione a favore dell’ospedale nuovo “a qualsiasi costo”, ma questo atteggiamento è sempre stato accettato dal gruppo per l’immensa stima e affetto che ci lega al nostro vicesindaco e per la comprensione nei confronti della sua storia umana e professionale. Come sempre con grande pragmatismo avevamo separato e rispettato il suo ruolo istituzionale di vicesindaco dal nostro politico di lista civica.

Nel consiglio comunale di ieri questo equilibrio è saltato. La nostra consigliera ancora una volta ha sacrificato l’impegno che ci siamo assunti con gli elettori, in primo luogo la salvaguardia del paesaggio e la difesa del territorio, alla prepotenza di una maggioranza che è arrivata ad impedirle di presentare la propria mozione che cercava una possibile mediazione.

Alle ultime elezioni abbiamo portato al PD voti indispensabili per la sua salvezza da un difficile ballottaggio in cambio di un impegno preciso e pubblico che avrebbe dovuto garantire, oltre alla figura istituzionale del vicesindaco, uno spazio ai civici su almeno tre fronti in cui per competenza e progettualità potevamo dare tanto: sanità, ambiente e comunicazione con i cittadini, intesa come garanzia di ascolto delle necessità e progettualità culturali ed economiche della città. Nessuno di questi impegni è stato mantenuto. Si è preso tanto e non si è dato nessuno spazio alla società civile che rappresentiamo.

Coerentemente con quanto fatto in regione, i partiti, PD in testa, usano e gettano, promettano in campagna elettorale e disattendono nell’amministrazione. Questo gioco è finito, come la pazienza dei cittadini, del movimento civico e la mia personale. Al momento mi sospendo, in attesa di vedere se il nostro coordinatore politico sarà messo in grado di chiedere i passaggi dovuti e irrinunciabili, ma sono pronto da subito a chiudere questa esperienza politica per dare vita una nuova, vera e necessaria avventura civica.

Italo Campagnoli
portavoce di Liberi x Pesaro e coordinatore regionale di Liste Civiche Marche

martedì 24 gennaio 2012

SANITA' = CEMENTO

UNA SCELTA INACCETTABILE
La scelta comunicata ieri dalla Regione Marche di indicare Fosso Sejore come sito per il nuovo ospedale della provincia di Pesaro e Urbino è una sorta di "dichiarazione di guerra" dei politici nei confronti dei cittadini. Fosso Sejore è una bellissima vallata pianeggiante che finisce al mare, un luogo a metà strada tra le due città di Pesaro e Fano e caro ai cittadini. Terreni agricoli facili ad inondazioni e mal collegati con le due città che secondo l'ottica miope dei nostri amministratori dovrebbero essere ricoperti di cemento e catrame.

Ma la cosa più incomprensibile è che già anni fa i cittadini di Pesaro dovettero subire un'altra scelta devastante per le colline circostanti la città per far posto al nuovo ospedale, mentre già allora sarebbe stato possibile scegliere aree più adatte, e ora si vuole lasciare il lavoro a metà e aggredire una altra parte di verde.

Tutto questo è stato concertato dal partito di maggioranza: del PD è l'assessore alla sanità Mezzolani grande sostenitore di questa scelta, del PD è il presidente della provincia Ricci che ha fornito uno studio a favore di questa ipotesi che definire ridicolo è un complimento, del PD è il presidente della regione Spacca che mette il sigillo finale. Ma di quel partito non sono più tanti ex elettori che si sono organizzati nei comitati per la difesa dell'ambiente e che non hanno nessuna intenzione di sopportare l'ennesimo atto di prepotenza politica che i partiti vogliono imporre senza discutere e senza ascoltare, chiusi nel palazzo intenti a curare solo i loro interessi e quelli delle lobby di potere che li sostengono.

Le ripercussioni di tanta scelleratezza non sono prevedibili. In tutta Italia si sta alzando il vento di una protesta radicale e tratti violenta e non è detto che i forconi non arrivino presto anche da noi, perchè l'esasperazione dei cittadini che vogliono difendere il proprio territorio e paesaggio è alta. Così come è alta la tensione tra le forze politiche. I partiti che al loro interno hanno eletti con un minimo di coscienza ecologica fanno fatica a contenerli, il solco che divide le liste civiche vere (e non quelle create ad hoc dai partiti stessi) dal centro sinistra è sempre più profondo e governare con certi cementificatori diventa difficile anche nelle città. Valori come il bene comune, la salvaguardia del paesaggio, la difesa del territorio, l'ascolto degli elettori sono per i partiti parole vuote e per la società civile impegni inderogabili. Per ora cercheremo di difenderli con i pochi mezzi ancora a nostra disposizione, come il referendum e le alleanze elettorali, ma probabilmente solo la lotta e nelle sue forme più dure potrà staccare la spina ad un apparato di potere incapace di rinnovarsi.

Liste Civiche Marche

lunedì 23 gennaio 2012

AH, COME SONO CIVICO !



















INFORMAZIONE, POTERE E CIVISMO
Nelle cronache regionali dei quotidiani di ieri non c'era traccia dell'uscita di Liste Civiche Marche dalla maggioranza, c'erano invece ampi servizi sul convegno regionale del FLI. I titoli riportavano l'appello dell'on. Baldassarri rivolto alle liste civiche. Al convegno erano presenti ed invitati tutti gli esponenti di spicco dei partiti merchigiani, indifferentemente dagli schieramenti politici. Tutti, tranne le liste civiche.


Potrebbe apparire una strana modalità quella di rivolgersi alle liste civiche sui giornali e al contempo scegliere di invitare i partiti ai propri convegni e non i civici, tanto più che lo stesso giorno Liste Civiche Marche, coordinamento regionale di diverse liste civiche cittadine, annunciava la propria definitiva uscita dalla maggioranza di governo. In realtà non c'è da stupirsi, è ormai consuetudine dei politici rivolgersi alle liste civiche, naturali rappresentanti in tutti i comuni italiani della società civile, lo ha fatto Montezemolo quando è venuto nelle Marche, salvo poi anche lui dimenticarsi di invitarle, lo ha fatto Bersani dal palco pesarese della festa nazionale e lo ha fatto Spacca repuntando utili i 6274 voti che hanno portato in dote.


Lo fanno tutti, perchè le parole non costano nulla, perchè il civismo è la risposta alla nausea montante dei cittadini nei confronti dei partiti e quindi ci si rivolge alle liste civiche perchè un pò di verginità a buon mercato non guasta mai.

E' il caso di ricordare ai cittadini che sette anni fa proprio l'on. Baldassarri regalò per l'ennesima volta il governo della città di Pesaro al centro sinistra rompendo, prima ancora che nascesse, una allenza di fatto tra centro destra e lista civica che aveva i numeri per vincere, solo perchè i civici non accettavano il diktat che lui lanciava da Roma chiedendo allo stimatissimo professor Lucarelli di farsi da parte e portare voti al candidato del centro destra. Se l'on Baldassarri si è dimenticato di questo gesto prepotente e suicida non se lo sono scordato i cittadini e tanto meno i civici, così come ci ricorderemo bene dello stesso trattamento ricevuto dal fronte opposto; Spacca e i suoi partiti di centro sinistra possono scordarsi per sempre i nostri voti.


Questi signori dominano le cronache, gestiscono il potere, credono di imporre le loro scelte a tutti e per sempre. Noi al contrario crediamo che il loro declino è inesorabile, che i partiti hanno dimostrato di non essere capaci di ascoltare i cittadini ne di amministrarli. E' inutile che continuino a rivolgersi alle liste civiche perchè il solco che ci separa è sempre più profondo.


Liste Civiche Marche






venerdì 20 gennaio 2012

BASTA CON SPACCA

LE RAGIONI DI UNA SCELTA


Liste Civiche Marche ritiene conclusa la propria esperienza all’interno della maggioranza. La giunta del Presidente Spacca ha disatteso tutte le aspettative dei 6274 cittadini marchigiani che con il loro voto avevano delegato Liste Civiche Marche a rappresentarli esprimendo le proprie capacità progettuali, professionali e amministrative, e a portare avanti il programma che assieme agli altri partiti era stato sottoscritto.

Nessuno spazio e nessun ruolo è stato concesso ai civici all’interno dell’amministrazione, e il programma della coalizione è stato in larga parte disatteso.

Quel programma conteneva un rifiuto netto alla realizzazione di rigassificatori, l’impegno a ridurre i costi della politica, a proteggere e promuovere il lavoro, a difendere l’economia regionale, a favorire lo sviluppo delle piccole imprese e dell’occupazione, a potenziare i servizi sanitari territoriali.
Su questi specifici impegni abbiamo sempre sostenuto posizioni opposte rispetto al resto della maggioranza.

Energia: la nostra regione sta diventando una miniera d’oro per le grandi multinazionali, pronte a investire cifre enormi a fronte di ricavi assicurati da una legge assurda che garantisce l’acquisto dell’80% dell’energia prodotta. Senza tenere in alcuna considerazione il PEAR -che dimostra l’inutilità di tanta produzione, la distruzione del nostro paesaggio, l’alto rischio che comportano certe opere- Spacca ha deciso di rimangiarsi la parola sugli impegni presi e ha dato il via al progetto del rigassificatore di Falconara, in contrasto con la decisione dei comuni interessati, come Ancona e Senigallia, delle associazioni ambientaliste, degli operatori nei settori della pesca e del turismo, di tanti cittadini riunitisi in comitati di lotta.
Non soddisfatto, ha mandato l’Assessore Donati a rassicurare i cittadini di San Benedetto del Tronto sulla presunta “sicurezza” del progetto di stoccaggio del gas e di altri progetti altrettanto inutili se non devastanti o pericolosi come centrali turbogas, impianti fotovoltaici nelle campagne, inceneritori, mega pale eoliche.

Costi della politica: abbiamo ripetutamente chiesto l’abolizione dei vitalizi per i consiglieri regionali e la riduzione immediata degli emolumenti, abbiamo presentato la mozione in diversi comuni che l’hanno votata e trasmessa alla Regione. La risposta furbesca è stata rimandare tutto alla prossima legislatura, quindi tagliare sì, ma ai posteri. La maggioranza ha addirittura sposato la proposta del PDL di ridurre i consiglieri, che seppure comporterà un irrisorio risparmio, consentirà ai grandi partiti di rendere ancor più difficile ai partiti minori di essere rappresentati. Abbiamo anche chiesto la soppressione degli enti inutili, assistendo come risultato alla resurrezione di quelli aboliti per distribuire un maggior numero di posti e alla costosa e incomprensibile integrazione del cugino del Presidente nel proprio staff.

Lavoro: la vicenda della Fincantieri, dei 205 operai che volevano lasciare a casa e dei 1500 lavoratori della Ardo rimasti fuori dalla ricollocazione Porcarelli, hanno visto di nuovo la Regione prontamente schierata al fianco delle aziende e delle loro decisioni contro sindacati e lavoratori.

Imprese e occupazione: sono migliaia le piccole imprese marchigiane che hanno chiuso negli ultimi due anni e nessuna di loro ha avuto la stessa attenzione che la giunta ha dedicato ai grandi capitali, tanto da creare dissidi con la stessa Confindustria.

Economia regionale:uno dei costi determinati dalle regioni è quello della benzina, che nelle Marche è il più alto d’Italia. Questo dato parla da solo, perché riguarda i cittadini e si ripercuote sull’aumento dei prezzi, con la conseguente riduzione dei consumi.

Sanità: la voce che raccoglie la maggior parte dei fondi regionali è gestita con una politica incomprensibile, che accentra tutto sul capoluogo e chiude la strutture nei territori, promette nuovi modelli e funzionalità mentre obbliga i cittadini a interminabili code alla mobilità passiva.

Questo disastro politico è il risultato del tanto celebrato “modello Marche”, un esperimento al quale noi stessi abbiamo voluto credere e che coerentemente abbiamo sostenuto, ma che si è rivelato essere unicamente una manovra centrista e consociativa voluta dai partiti nazionali per garantirsi il controllo incontrastato del potere; un’azione che non ha nulla a che vedere né con gli ideali né con gli impegni presi con gli elettori, bensì con modalità collaudate di riciclaggio di personaggi politici usurati. Un modello che il paese non vuole più e che ha portato questa alleanza a chiudersi sempre più dentro il palazzo.

Un modello che noi civici non possiamo condividere né sostenere e che ci impone di tornare tra i cittadini.

Liste Civiche Marche



venerdì 13 gennaio 2012

PROFESSOR IMBROGLIONE

il Governo Monti pensa di mettere in campo un'iniziativa legislativa sui servizi pubblici locali (acqua inclusa), a partire dal Consiglio dei Ministri del prossimo 20 gennaio.


Qualsiasi sia il provvedimento proposto sarà inevitabile la contrapposizione con l'esito referendario e il mancato rispetto della volontà popolare.


In merito ci vengono in aiuto un articolo de Il Sole 24 Ore di ieri (scaricabile qui) e un documento che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato al Governo lo scorso 05 gennaio (scaricabile qui).


Il quotidiano di Confindustria, sempre ben informato sulle intenzioni del Governo, oltre a scrivere diverse "imprecisazioni" sulle posizioni dei referendari, arriva a proporre la definizione delle forme di gestione del servizio idrico: per cui sostanzialmente si dovrebbe tornare alle tre forme di gestione (gara, società misto pubblico-privata, e affidamento "in house"), così come previsto dall'art. 113 del TUEL per tutti i servizi pubblici, poi successivamente traghettato nell'art. 150 del Decreto Ambientale per quanto riguarda l'acqua. Inoltre propone di mettere paletti ben precisi all'affidamento "in house".


In questo modo si arriverebbe ad escludere la possibilità di gestione tramite enti di diritto pubblico disconoscendo di fatto l'esito referendario.


L'Antitrust va ben oltre e arriva a chiedere al Governo l'estensione a tutti i servizi pubblici locali (quindi acqua inclusa) delle norme inserite nell'art. 4 della "manovra estiva". Infatti nel suo documento chiede di "limitare i casi di esclusione dalla nuova disciplina".


Questi, dunque, sembrano essere i propositi del Governo dei professori a cui va data sin da subito un'adeguata risposta affinchè si scongiuri la loro concretizzazione.


Per questo è stato predisposto l'appello "Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!" che inoltriamo di seguito e in allegato, su cui è pronta una raccolta di firme on line. Puntiamo a raccogliere migliaia di firme già entro il weekend!


Firma e fai firmare l'appello del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua


"Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!"

Diffondiamolo tra i nostri contatti, pubblichiamolo sui siti, blog, su facebook e richiediamo la sottoscrizione di personalità illustri del mondo della cultura e dello spettacolo, così come anche di giuristi, segnalandole alla segreteria operativa (segreteria@acquabenecomune.org) in modo da aggiornare costantemente il nostro sito.


Iniziamo una martellante campagna di comunicazione per bloccare le nefaste intenzioni del Governo Monti.

Diamoci da fare, mobilitiamoci perchè oggi più di ieri si scrive acqua si legge democrazia!
E' necessaria, infatti, una mobilitazione straordinaria in tutti i territori: organizziamo banchetti e volantinaggi per informare le cittadine e i cittadini, organizziamo iniziative (presidi in luoghi simbolici e visibili, dibattiti e assemblee pubbliche, flash mob etc etc), attiviamo i contatti con i media locali per denunciare i propositi del Governo, ritiriamo fuori le bandiere dell'acqua, appendiamo quelle della campagna di "Obbedienza civile", esponiamo striscioni.