venerdì 29 maggio 2009

ABBIAMO DETTO

lo "SMEMORATO DEL SAN SALVATORE"
Ilja Gardi replica a Sebastiani
L’ARTICOLO elettorale di Maurizio Sebastiani pone le cose in modo ideologico e approssimativo. Il peccato peggiore è l’approssimazione che può essere smentita dai dati controllabili. E’ nel 1999 che venni chiamato a dirigere l’Ospedale di Pesaro per la vicenda dell’Ematologia diretta dal professor Lucarelli. La situazione era di emergenza istituzionale, 5 commissioni di indagine, organi dell’azienda dimissionari, paralisi amministrativa da quasi 2 anni, disavanzo di 50 milioni di euro, revoca delle forniture ordinarie, fornitori incatenati. Sebastiani, più di ogni altro visto che aveva fatto parte dell’«equipe» chirurgica, potrebbe e dovrebbe confermare che la situazione delle sale operatorie era da ospedale da campo. Una delle poche strutture quasi a norma risultò proprio Ematologia. Il piano strategico per riportare l’Ospedale a norma fu sottoposto alla approvazione di tutti i livelli istituzionali, compreso il Prefetto e il voto favorevole del Consiglio Comunale. Come nei progetti seri e non nelle chiacchiere elettorali, fu prospettata una copertura economica per il breve e medio periodo per mettere in sicurezza l’Ospedale. Il budget ipotizzato fu di circa 100 milioni di euro, proporzionato alla situazione se si pensa che nessuno aveva accantonato risorse adeguate per ordinaria e straordinaria manutenzione anche per una interminabile discussione su, se, dove e come fare un ipotetico Nuovo Ospedale. Per gli interventi urgenti, si attinse al finanziamento statale su un progetto della Regione e approvato dal Governo retto da D’Alema e cosa c’entri col dirottamento di fondi, Sebastiani dovrebbe spiegarlo chiaramente. Nel piano da me presentato fu affermata l’importanza strategica delle persone, gli operatori. L’Ospedale Nuovo erano loro e l’esperienza è stata straordinaria e indimenticabile, nel giro di tre anni gran parte dell’ Ospedale possedeva i titoli presentabili per il riconoscimento di Irccs. E anche qui si rivela il pressapochismo mascherato da ideologia di Sebastiani: un Irccs è un Istituto pubblico, riconosciuto dalle Istituzioni pubbliche e finanziato da soldi pubblici. Con le azioni attivate, per merito degli operatori, l’appoggio di Comune e sindacati, si erano create le condizioni per il Nuovo Ospedale finito, il nuovo contenitore, da realizzare dal 2002 al 2012. Sarebbe stato finanziato da soldi pubblici, innanzi tutto quelli ricavati dal conferimento dell’area delle Caserme, che il Governo aveva indicato come sua quota di patrimonio per l’Ospedale Irccs. Poi successe l’incredibile. Arrivarono i Sebastiani e quelli uguali a Sebastiani, che si sono inventati la storia della privatizzazione ed hanno privato Pesaro di una opportunità storica non ripetibile. Oggi Sebastiani merita di essere definito smemorato e ideologico per necessità elettorali, ma potrebbe meritarsi anche del velleitario poiché non dice qual è la proposta che fa. Se si guarda alla realtà si scopre che su una proposta attuale e concreta troviamo un punto comune per un Nuovo Ospedale a Pesaro.
Ilja Gardi

LA RISPOSTA MARCO ZANOTTI (LIBERI) AD ALESSANDRO FIUMANI (PDL)
«Sono un uomo libero che cerca soluzioni»
CARO, Alessandro ho letto la tua lettera, invero amichevole, anche se segnata da leggero risentimento.Non devi sorprenderti per il mio, lo ribadisco ancora una volta, sostegno esterno al progetto della lista «Liberi xPesaro», in cui non sono né candidato né iscritto e, sottolineo, da cui non otterrò alcun vantaggio o ruolo. Detto ciò, ritengo opportuno rammentare il mio percorso politico a sostegno del centro destra e di FI, in primis, mi riferisco al 1994, anno in cui già collaboravo con il nascente movimento del Buon Governo – FI, tanto che mi fu proposta la candidatura alle politiche del ’94. Ho fondato a Pesaro, tra mille difficoltà, il «Circolo» emanazione del senatore Marcello Dell’Utri. Ricordo una sua frase: «Zanotti lei è un uomo coraggioso». Poi la candidatura a sindaco per la Cdl. Cl tuo prezioso aiuto e sostegno prima e durante la campagna elettorale, che ribadisco ostacolata palesemente da elementi del centro destra che volevano ottenere solo una sconfitta. Con grande affetto ricordo la mia partecipazione per la costituzione del Circolo Piazza del Popolo e le iniziative che abbiamo sostenuto con altri non di centro destra, inclusa Giuseppina Catalano e altri che non nomino ma che conosci. Abbiamo tentato la creazione di una forte aggregazione trasversale, per vincere le amministrative e cambiare, finalmente, il colore della giunta a Pesaro. Tutto inutile, come da me anticipato, fui lasciato col cerino in mano. Ci siamo battuti per cambiare, ma a quanto pare nulla è mutato, i signori della politica pesarese nel PdL hanno ottenuto ancora che nulla cambiasse, si tornerà ad avere una opposizione che non si oppone. Come libero cittadino ritengo di aver assolto il mio compito per aver offerto la mia disinteressata disponibilità e partecipato al tentativo di un cambiamento, a mio avviso benefico dopo oltre 60 anni di governo di sinistra. «A sinistra non sembri tu». Così titola la tua lettera. Non ha cambiato idea, sto solo cercando soluzioni a vantaggio e miglioramento per la cittadinanza. Io sono libero! Mi auguro di incontrarti per uno scambio sereno e affettuoso di idee.
Marco Zanotti


AZZERIAMO I VERTICI DI FIERA E CCIA
Rimettere in discussione i vertici di Fiera e Camera di Commercio è l'unica risposta che la città può dare a situazioni insostenibili come quella della vicenda di “Domo 360” che ha portato in tribunale Confindustria. Abbiamo detto che riteniamo inaccettabile sia che queste contese siano affrontate sul piano legale invece che risolte su quello politico, sia che una istituzione arrivi a denunciare una associazione di categoria, ma caparbietà e arroganza hanno portato i vertici di Fiera e Camera di Commercio ad accanirsi su questa scelta suicida. Bene, che il suicidio politico, sia compiuto fino in fondo, ma il loro, non quello della collettività di cui gestiscono una cospicua ricchezza.
Come è possibile costringere gli imprenditori a scelte commerciali ed economiche che non condividono? Perchè si portano avanti costosi progetti che sono già stati bocciati dai soggetti interessati, cioè i mobilieri del nostro territorio? Se si dilapida il patrimonio e si spendono le risorse della collettività, a questa si deve poi rispondere. La Fiera non decolla, Rimini è più vicina a Pesaro di Campanara e, a parte i bilanci in rosso, altri risultati non se ne sono visti. Pesaro non può riconoscersi e non può più essere rappresentata dall'operato di questa dirigenza che deve lasciare il passo a figure più competenti, uomini con una cultura “del fare condiviso” piuttosto che di quella dello spendere “pro domo sua” che caratterizza ormai l'istituzione Camera di Commercio. Noi chiediamo che ogni dirigente si conquisti il proprio ruolo per le capacità personali e mantenga la sua
carica per i risultati ottenuti e non più per la tessera che ha in tasca. Questa è la filosofia che Liberi x Pesaro ha sempre portato avanti, questo è quanto abbiamo già chiesto cinque anni fa nel nostro
programma, questo è l'impegno politico che ci prendiamo con i nostri elettori e che dichiariamo ai nostri alleati di governo.
Italo Campagnoli

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