venerdì 21 novembre 2008

LUNGIMIRANZA ELETTORALE

Pesaro non è un paese per giovani

Negli anni ottanta un tragico incendio in un cinema di Torino determinò una nuova prassi per il rilascio delle licenze di pubblico esercizio indicando nel Comandante dei Vigili del Fuoco il primo e diretto responsabile dell'autorizzazione. Questa scelta ha determinato una situazione di immobilismo, per cui aprire un nuovo locale da ballo è quasi impossibile, mentre le vecchie autorizzazioni vanno avanti con proroghe e adeguamenti alle normative.

In alternativa un sindaco può decidere di concedere un' autorizzazione ad esempio per motivi culturali. E' quello che è successo a Pesaro, che ha visto così nascere una discoteca in posizione privilegiata su una spiaggia del lungomare, aperta nel periodo estivo quando anche in città c'è più offerta, e chiusa d'inverno quando veramente non ci sono tante possibilità di incontro per i giovani.
Un sogno impossibile per chiunque, che avrebbe dovuto essere realizzato in altre zone della città che sarebbero molto più adatte perché più isolate da residenze private e attività alberghiere.

A Pesaro ci si muove così, senza un criterio, senza progetto, per cui nell'area turistica di ponente, dove si trova la suddetta discoteca, si può suonare musica, mentre nell'area di levante no. In quel punto della spiaggia si può fare tutto: ballare, mangiare e stare sull'arenile, nel resto delle spiagge no.
Anche per i circoli culturali la politica del Comune ha due pesi e due misure, infatti quelli che facevano veramente e costantemente attività culturali, sono stati talmente osteggiati da essere indotti a chiudere, mentre quelli che si preoccupano unicamente di vendere birra a un prezzo più basso prosperano, hanno sedi nuove in comodato e lunga vita. Poi ci sono gli eventi, ben pochi in verità nel corso dell'anno ma sempre d'estate abbiamo addirittura due notti bianche, una del Comune e l'altra del Partito. Tutte queste contraddizioni, apparentemente senza senso, sono il frutto della totale mancanza di un “piano giovani” che si preoccupi dei nostri figli e quindi del futuro della nostra città. Non soltanto non esiste un progetto generale e organico che si occupi del divertimento dei giovani, ma nemmeno della crescita, della formazione, dell'informazione e delle opportunità di lavoro. Le scelte operate rispondono unicamente a una logica di improvvisazione totale che premia solo singoli soggetti prescelti. Quindi: niente spazi per suonare nella città di Rossini, niente luoghi pubblici per incontrarsi, esprimersi e crescere. Di conseguenza: nomadismo notturno nei weekend e pericolo sulle strade.
Ma se fino ad oggi non si è fatto niente per affrontare il problema ora finalmente l'Assessorato per la Sicurezza ha deciso di sponsorizzare un locale privato virtuoso che offre l'accompagnamento a casa a chi ha bevuto. Peccato che sia nel Comune di Fano!!

Italo Campagnoli

2 commenti:

Anonimo ha detto...

profetico!

due settimane dopo sul resto del carlino si legge:

DELUSI E ARRABBIATI. L’associazione «Pesaro viva», di cui fanno parte numerosi locali della città, non ci sta: «Quelle risorse pubbliche investite per sostenere un locale di Fosso Sejore, che ha orari, modalità e decibel diversi dai nostri, sono un vero e proprio insulto». Lo dicono in una lunga lettera nella quale si scagliano contro «l’amministrazione di questa città, capace di fare promesse in vista di elezioni o quando si tratta di chiedere aiuti per le varie notti bianche, e pronta a girarti le spalle in momenti difficili come questi, quando la crisi economica non risparmia nessuno. Abbiamo incontrato il questore di Pesaro cercando di creare nuove formule per i nostri locali che limitino le esagerazioni dei ragazzi, contenendo il livello della musica, mettendo la massima attenzione nel servire alcolici, e creando nuove proposte in orari diurni. Queste misure, che funzioneranno nel tempo e che richiedono investimenti economici ed un notevole dispendio di energie, necessitano del sostegno di tutti. Invece tutti i giorni — continuano — abbiamo notizie di locali che subiscono pressioni, che vengono sistematicamente e pesantemente multati, in particolare quelli appena aperti con tantissimi sforzi da parte di giovani che cercano di creare lavoro e luoghi d’incontro. La vera causa di questa ostilità sta proprio nel successo che riscuotono. Il Comune prima rilascia licenze per bar e ristoranti, che per essere realizzati richiedono grandi investimenti, poi danneggia e ostacola questi esercizi perché i vicini si lamentano del vociare in strada che producono i clienti. Si vuole una città viva, ma non deve volare una mosca. La nuova legge antifumo porta i clienti fuori dai locali e questo disturba. Ma è ben poca cosa rispetto alla riqualificazione che portiamo alla zona, riducendo la microcriminalità che si espande invece nei luoghi deserti e desolati. Il porto di Pesaro non era neanche illuminato prima dell’arrivo del Corto Maltese, a cui sono seguiti Moloco, Cozza Amara ed altri; dove c’è il Lind’o sono sorte attività commerciali di pregio e design mentre al contrario il centro storico dalle 22 in poi è zona morta e pericolosa. Il permesso per la musica, prorogato fino alle 2 di notte, ha tenuto più giovani in città diminuendo così il numero di incidenti». L’appello di «Pesaro viva» è chiaro: «Lasciateci lavorare, permettete che quel poco di economia che si muove non muoia, e i soldi spendeteli per le attività che sono sul nostro territorio e non per quelle che portano ancora una volta i nostri giovani fuori città. La scelta di sostenere con risorse pubbliche un locale di Fosso Sejore è ipocrita, fatta solo per propaganda pre-elettorale, che dimostra per l’ennesima volta la politica assurda di questa amministrazione che usa pesi e misure diverse. La musica deve avere orari uguali per tutti e le leggi devono essere applicate con le stesse modalità. Non siamo più disposti ad accettare le deroghe “speciali” che vengono date senza vergogna in nome della “cultura” a chi pare a loro, e la continua pressione che subiamo noi che alla cultura civile dello stare insieme ci dedichiamo tutto l’anno. Amministratori, lavorate anche voi, ma per questa città e non solo per i vostri interessi».

Anonimo ha detto...

profetico (ancor più)2

sempre dal carlino a firma Paolo Angeletti

CHE STRAVAGANTE la mappa del divertimento della nostra città: a nord (alla fine di viale Trieste) c’è una discoteca che apre ogni estate per «motivi culturali», a sud ce n’è un’altra che è sostenuta dall’assessorato alla Sicurezza del nostro Comune. Una bella idea, peccato che il locale sia in territorio fanese. Ma, a pensarci bene, ai nostri amministratori non interessa troppo dove vanno e cosa fanno i famosi «giovani» (e non è che sia meglio con i «diversamente giovani») Aprire un locale comporta difficoltà enormi, alle quali si aggiunge il calvario dei controlli. Di ogni tipo
e genere. L’ospitalità e la qualità di una città la si riconosce anche dal modo in cui si è accolti in un bar o in un ristorante e nella facilità di trovarli aperti (anche in inverno e anche in centro). Chi lavora
in questo settore meriterebbe più rispetto
e maggiore attenzione e coinvolgimento.
Durante tutto l’anno, non solo per la Notte bianca