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Giuseppina Catalano - 20 gennaio 2011 alle ore 0.47
R: Rispetto per la dignità delle donne. Presidente Berlusconi, liberi l’Italia da questo imbarazzo
Ascoltando la puntata di Ballarò ieri sera, mi si è ripresentato con evidenza davvero "mostruosa", un aspetto che non viene sufficientemente approfondito nemmeno da chi, come noi, ha la fortuna di provare ancora imbarazzo e ,diciamolo, autentico schifo,per queste vicende berlusconiane.
Ieri sera il direttore di Repubblica, tra altre argomentazioni, portava anche quello dell'offesa portata a tutte le donne.
Ebbene, la parlamentare presente (donna mi pare del PdL) ha esplicitamente detto di non sentirsi offesa in nessun modo.
Non credo che dobbiamo archiviare questa risposta nel capitolo della contrapposizione politica che farebbe negare o affermare qualunque cosa.
Penso che ci sia ben altro, sopratutto osservando le statistiche che non danno proprio, come ci si aspetterebbe da un paese civile o almeno civilizzato, un responso chiaramente negativo verso Berlusconi. A parte il modello che si basa su soldi, tanti e che magari sono tutti suoi, da elargire come gli pare e sul potere che questa larghezza d mezzi gli mette a disposizione, io temo che ci sia, determinante,anche l'atteggiamento culturale di un'intera classe sociale che gli si raccoglie attorno,isolandolo dal contesto generale e chiudendogli anche i pochi varchi di intelligenza che ancora potrebbero condurlo ad un comportamento meno "impazzito".
Ci sono arrivisti, donne e uomini che vogliono fare carriera e soldi facili, ma anche, credo, donne e uomini anche non stupidi, anche colti, che hanno abbassato l'asticella del loro senso morale, sino quasi ad annullarlo.
Una categoria di "snob" (cioè "sine nobilitate"), più facile ad allignare nelle grandi città, che ritiene i valori del pudore, dell'integrità fisica e morale (magari anche quella dei bimbi) superati e superabili in una cultura avanzata, superiore, come quella cui ritengono di appartenere.
Insomma tutte le caratteristiche delle civiltà decadenti, che però credo o almeno spero che non ricalchi l’intera verità del nostro tempo.
Cosa ci sia da fare, non so dire ora, ma suggerisco l’apertura di un dibattito che tenga conto di un aspetto che, sono convinta, è tutt’altro che ininfluente nella situazione tristemente vergognosa che ci tocca vivere.
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dal Resto del Carlino del 21.01.'11
di ANDREA CANGINI
ROMA, 21 gennaio 2011 - NEL 2009 si votò per le elezioni europee un mese dopo lo scoppio dell’affare Noemi, Berlusconi ci mise la faccia, il Pdl ottenne il 35,3%: meno di quel che il premier aveva incautamente previsto, più di quel che FI e An avevano preso alle europee precedenti. Insomma, pur perdendo un paio di punti rispetto alle politiche, Berlusconi e il suo partito non risentirono dello scandalo. Stavolta, però, a detta di tutti è peggio. E’ più forte l’impatto mediatico nell’affare Ruby (in quanto minorenne), è più massiccia e teoricamente ‘scandalosa’ la mole delle intercettazioni, è più debole (perché già logorato dalle tensioni con Fini) il carisma di Berlusconi. Gli uomini attorno al premier sono sinceramente preoccupati. Paventano uno scenario inquietante. Quello in cui le casalinghe, tradizionale zoccolo duro dell’elettorato berlusconiano, avvertono il pudore di parlar bene del Cavaliere ai loro nipotini.
IL TIMORE non è infondato. Pare infatti che le donne abbiano già smesso di caratterizzare l’elettorato berlusconiano. Un recente studio del professor Arnaldo Ferrari Nasi sull’elettorato del Pdl ci dice infatti che il voto femminile è passato dal 56% del 2008 al 39% del 2010. Meno 17% in due anni: una flessione considerevole. Bilanciata, però, da un pari incremento dell’elettorato maschile, che passa dal 44% del 2008 al 61% del 2010. Insomma, il gallismo del premier eccita gli uomini tanto quanto deprime le donne. E i conti, alla fine, tornano.
IL SONDAGGISTA Renato Mannheimer avrà dati freschi solo tra qualche giorno, ma a lume di naso ieri la metteva così: «Secondo me, la vicenda Ruby e tutto quel che si porta dietro non cambierà le cose». Dati alla mano (l’ultimo sondaggio l’ha fatto martedì scorso) Alessandra Ghisleri conferma la tesi.
Spiega infatti la titolare di Euromedia Research, l’istituto di ricerca di cui Berlusconi si fida più di ogni altro, che «ad oggi, non è cambiato nulla. Nessun giudizio morale. Tra gli elettori del centrodestra è ancora diffusa l’idea che a casa propria ciascuno è libero di fare quel che vuole. C’è un certo fastidio per la sovraesposizione mediatica dell’affare Ruby a scapito di notizie ben più rilevanti per la vita concreta delle famiglie, molti ritengono che un così massiccio impegno di magistrati e forze dell’ordine andasse orientato verso casi di maggiore rilevanza pubblica: dalle ricerche di Yara a certi crack finanziari». I dati: «Pdl oltre il 32%, Lega oltre il 12, alleati minori del centrodestra oltre il 2, Terzo Polo tra il 10 e il 13, Pd tra il 24 e il 25, Sel tra 4 e 5, Idv attorno al 7». E le donne? Secondo la Ghisleri «si dimostrano pragmatiche, e infastidite per la diffusione delle intercettazioni». Naturalmente, molto dipenderà dagli sviluppi mediatici dell’inchiesta.
ANGELO Crespi, sondaggista che da Berlusconi è passato a Fini, non dissente: «L’elettorato di Berlusconi è ormai vaccinato a queste storie», dice al Secolo. Ritiene però che il coinvolgimento della Minetti (in quanto consigliere regionale) e di personaggi ambigui come Lele Mora ed Emilio Fede possano avere un effetto «destabilizzante». Aggiunge un elemento, Crespi: «La melanconia e la tristezza», dei bunga-bunga presidenziali. Un’immagine crepuscolare, «in controtendenza col linguaggio (solare, ndr) berlusconiano», che potrebbe infine minare il carisma del Cavaliere. Su un punto concordano tutti: il principale elemento di forza del premier è il fatto di non avere avversari credibili. Come gli operai di Mirafiori, gli elettori potrebbero dunque votare il meno peggio a fronte del niente.
dal resto del Carlino - Pesaro del 26.01.'11
POLITICA UNA LETTRICE CATTOLICA SULLA RICHIESTA DI SOSTEGNO AL PREMIER
«Ma dove sono i principi cristiani?»
CARO CARLINO, scrivo queste righe nonostante ci sia ben poco da dire e rimarcare riguardo alla situazione politica attuale. Il giudizio sorge spontaneo, e non mi riferisco solo agli ultimi scandali di per sé madornali, ma a tutti i comportamenti che il nostro premier ha tenuto da sedici anni a questa parte con un’escalation che oggi ha raggiunto punte da fantapolitica. Quello che mi preme sottolineare, come cattolica convinta e praticante, è lo sgomento per la difesa ad oltranza di questo personaggio da parte di alcuni amici cattolici, con riferimento anche all’articolo apparso sulla stampa locale del 19 gennaio, nel quale alcuni esponenti del Pdl pesaresi rispondevano compatti all’appello del cattolico Ugo Tapponi, difendendo il premier. Frasi del tipo «massacrare l’immagine di Berlusconi, la sua persona, la sua intima personalità…».
MA DOVE sono finiti i criteri di giudizio cristiani? Per intima personalità io intendo ben altro che una sorta di comportamenti che definire «trasgressivi» è quasi banale. Per noi cristiani l’intima personalità è la sede dell’anima, dove si coltivano pensieri alti e si progetta la vita su fondamenta sane e positive! La difesa dei valori «alti» come famiglia, educazione, solidarietà, servizio, politica con la «P» maiuscola, e ancora il rispetto per le donne, il rispetto del lavoro e dei soldi, non si fanno a parole ma con l’esempio di una vita esemplare che chi ci rappresenta deve sentire come obbligo morale. Per Berlusconi la famiglia è una foto di gruppo senza madre sulla copertina di un giornale patinato? L’educazione è far credere ai ragazzi che la loro fortuna è partecipare al Grande Fratello? La solidarietà è dare 7.000 euro ad una minorenne in cambio di «qualcosa»? Sul rispetto per le donne e per l’uso dei soldi che noi «mortali» così faticosamente guadagniamo, beh, c’è poco da dire.
ASPETTO con ansia un intervento deciso delle nostre autorità morali, dello Stato e della Chiesa, qualcosa è stato detto ma in sordina, siamo in molti sdegnati e stanchi di questo ingombrante personaggio, che ha inventato la dittatura del terzo millennio e l’ha messa in pratica con le armi della comunicazione: ti lascia la libertà di movimento, ma addormenta il cervello che comanda i movimenti.
Maria Pia Boni Bellucci
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