lunedì 5 dicembre 2011

SECESSIONISMO




















Tempo fa sono passato in bicicletta in via A.Cecchi. Proprio davanti al Circolo Del Porto, sull’asfalto, in nero, a caratteri di circa mezzo metro, in concomitanza con gli agghiaccianti fatti norvegesi, campeggiava una scritta preceduta da un’ancora nera:
PORTO, PATRIA, FAMIGLIA!!!

“Dio” è stato sostituito con una tipologia urbana: “porto”.


Che strano fenomeno quello del secessionismo, mentre l’Europa, ancora lattante, sta facendo grandi sforzi per diventare una confederazione di stati, il primo passo è stato mosso con l’unione monetaria. Spero per noi che seguirà presto un unico governo centrale. I nostri politici sono inqualificabili e vorrei tanto avere la possibilità di potere votare un partito Spagnolo, Tedesco o Svedese.


La nostra pittoresca Lega Nord non ha imparato nulla dalla vicina ex Jugoslavia dove sono riapparsi i campi di concentramento e la pulizia etnica. Se ne sono date di santa ragione per separarsi, costruire confini, dogane, barriere e battere valuta. Adesso hanno fatto tutti domanda per entrare nella comunità europea per unirsi di nuovo in un unico stato, con una unica valuta e il conseguente abbattimento delle frontiere. Se questa non è follia, che cosa lo è?


Veniamo allo stato “porto”.


I manicomi dove rinchiudere questi schizofrenici (Schizofrenia: termine con cui si indica un gruppo di psicosi gravi caratterizzate dalla disgregazione della struttura psichica e da profonde alterazioni dei meccanismi affettivi, dell’elaborazione del pensiero e dei rapporti con la realtà esterna) per fortuna non esistono più, ma siamo in piena emergenza e occorre al più presto creare delle apposite strutture dove curare e riabilitare gli imbecilli, con le loro turbe secessioniste che stanno rimpicciolendo sempre più la loro patria, ridotta a un quartiere di una manciata di chilometri quadrati.


State pronti. Le prossime guerre si combatteranno tra zona industriale e Tombaccia, rea di avere deviato il corso del fiume Foglia in via Solferino. Forse Soria attaccherà presto la Panoramica. Villa San Martino invaderà Pantano rivendicando la proprietà dei liquami del genica.


Dopo di che degli estremisti secessionisti vorranno staccarsi dal proprio quartiere e le guerre si faranno tra condomini.

Il palazzo Cermatori gettera olio bollente, avanzato dalla frittura di pesce, dai terrazzi, per difendersi dall’attacco dei condomini del palazzo di fronte.


Il Benelli inviando truppe scelte extracomunitarie cammellate di cui e ben fornito, assalterà i nuovi palazzi “mezze torte” adiacenti. Motivazione: non vedono più il tramonto.

Vinta la guerra, si redigerà una costituzione condominiale, con tanto di inno condominiale: …fratelli Benelli, Benelli s’è desta… Si abbandonerà l’€ e si stamperà una nuova valuta: il Benollaro.

Diviso il territorio in condomini ci sarà qualche mese di pace dove per andare dal porto al Billa a fare spesa, bisognerà attraversare quattro frontiere con code interminabili per il controllo dei documenti e il cambio di quattro valute. Kamikaze imbottiti di batteri influenzali si getteranno sui posti di blocco alitando sui militari di confine.

Poi l’imbecille di turno si alzerà un mattino e dal terrazzo di casa sua dichiarerà i propri valori famigliari superiori a quelli degli Spadoni del pianerottolo di fronte, l’affronto del fumo delle arrostite di pesce è intollerabile: "lo fanno apposta a cuocere gli sgomberi fumogeni quando c’è garbino per indurci ad abbandonare i nostri territori!"; griderà in salotto alla folla dei familiari incitandoli alla guerra.

Si tornerà così alle faide familiari. I Righetti, residenti nel palazzo “Cermatori”, spareranno su tutti gli Spadoni del pianerottolo dirimpetto. Le frontiere ora saranno tra piano a piano dello stesso palazzo, con postazioni sui pianerottoli contornate di sacchi di sabbia, la valuta corrente del primo piano sarà lo Spadone al secondo il Righino.

Terminata anche questa guerra gli abitanti dello stato-appartamento Persichetti Piero, della regione Reparto Giorno, a colpi di secchiate di ragù bollente, massacreranno i parenti asserragliati nelle impervie e oscure regioni del male del Reparto Notte. Regioni dalle quali con attentati al sonno fatti con pericolosissimi petardi avanzati dall’ultimo dell’anno, fatti esplodere ad ore regolari per giorni, si cerca di fare abbassare le difese al nemico. I contrattacchi del Reparto Giorno con azioni di guerriglia a colpi di sturalavandini e battipanni, sempre più appannati dalla mancanza di riposo, scoordinati, vengono respinti e costretti ad una indecorosa ritirata dentro un angusto sgabuzzino.

Rimasto in vita un unico abitante, per inerzia secessionista, il braccio destro riempirà di schiaffi la faccia per contendersi la testa. Quest’ultima sfinita, confusa dalle manate e incapace di mettere pace e ordine dentro e fuori se, non riesce più ad imporre disciplina e ordini agli arti, che ora combattono ferocemente contendendosi le zone erogene con stupri aberranti.


"La sinistra non ha nessun diritto di restare attaccata al corpo! Sono barbari! Con grosse difficoltà persino a scrivere!"; grida in un comizio la destra cercando di portare a se l’opinione pubblica delle gambe. Così, furbescamente, in una imboscata, mentre la testa dava ingenuamente ordini alla destra di affettare una cipolla chiedendo collaborazione alla sinistra per tenerla ferma, con un fendente potentissimo trancerà di netto la mano sinistra, bolscevica.

Il braccio destro resosi conto della grande cazzata fatta, corre al pronto soccorso che si trova a cento metri dal palazzo Cermatori, cercando di arginare l’emorragia. In preda al panico dimentica i passaporti per la frontiera del secondo e del primo piano. Ma le ottuse burocrazie doganali non sentono ragione, e non abboccano a queste furberie degli agenti segreti di tagliarsi una mano per invadere la propria patria. Senza il passaporto e l’apposito visto non si passa al piano inferiore, non c’è dissanguamento che tenga.

Il povero signor Persichetti a due passi dalla meta, oramai quasi padrone del suo micro regno, stramazzerà per le scale, morto dissanguato, nel disperato tentativo di raggiungere il pronto soccorso, con il passaporto tra i denti mentre con la destra serra il monconcino cercando di arginarne l’emorragia, in coda, alla quarta ed ultima dogana del pian terreno, a pochi passi dalla salvezza. Sulla sua egocentrica micragnosa patria, se stesso, finalmente regnerà la pace e il silenzio.

Rock & Road
     Momi



















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