martedì 14 ottobre 2008

VENTRILOQUI

Ci scuserà l'Onorevole e ancor più il buon Luminati se ci siamo permessi di scherzare, così, un pò con loro, ma l'articolo apparso sulla prima pagina del Carlino di qualche giorno fa ci aveva fatto veramente sorridere e ci sembra adeguato ricordarlo con un pò di ironia.

Riuscire a far parlare in un lungo articolo un politico che non si pronuncia da anni non è impresa da poco.

Eppure alla fine un dubbio rimane: ma è Mascioni che parla per bocca di Luminati o Luminati che parla con la bocca cucita di Mascioni? Non importa, scambiate le facce e il risultato esilarante non cambia.

A seguire, nei commenti, l'articolo in questione e quelli più veri e diretti (cioè firmati dagli interessati) di questi ultimi giorni.

martedì 7 ottobre 2008

I VOLTI NUOVI DELLA POLITICA

Qui di seguito l'articolo inviato da Giuseppina Catalano alla stampa sull'Ente Fiera.
A seguire, nei commenti, le risposte succesive



I nostri soldi

Se accade che si spendano 4 milioni di euro a Campanara per il nuovo ingresso che introduce al nulla strutturale e progettuale del quartiere fieristico e se altrettanti milioni di euro sono in previsione per la palazzina centrale per uffici e conferenze, deve necessariamente cambiare qualcosa perché questa città possa sperare di avere un futuro.

La vicenda della Fiera di Campanara è emblematica del groviglio di legami tra impresa e amministrazione che danneggia i cittadini da cui provengono i danari pubblici investiti , ma danneggia anche gli stessi operatori del settore, se solo si volesse dare ascolto all’allarme portato dalle lucide diagnosi fatte da quelli tra loro che più hanno titolo a farlo.

La diagnosi è severa, la struttura non risponde più ai bisogni di moltissime imprese e lo stesso utilizzo che ancora ne fa una parte dell'imprenditoria del territorio locale, deve rapportarsi con il costo per la collettività e con quanto la collettività ne ricava come beneficio. Voler a tutti i costi farla ripartire significa praticare un accanimento terapeutico che assorbe e consuma inefficacemente le risorse della collettività.

Se a questo si aggiunge l’ irresolutezza della regione che a pochi mesi dalla scadenza dei termini ,dopo cinque anni, non ha ancora provveduto agli atti amministrativi propedeutici per la realizzazione del polo unico fieristico marchigiano, si ha il quadro completo di quanto può essere devastante per una comunità, il saldarsi tra loro della mancanza di progetti e dell’abitudine alla latitanza delle istituzioni.

Non è certamente facile trovare una soluzione, ma è possibile costruirne le premesse indispensabili. Si può pensare a un villaggio permanente del mobile o all’utilizzo di un struttura che gode di una indubbia posizione strategica per qualcosa che veda lavorare assieme l’università e le realtà industriali del territorio. Si può pensare di cedere la zona ad un consorzio di privati mantenendovi una parte per servizi pubblici. Tutto può andare bene, ma in ogni caso, prima di investire risorse e fare spese, bisogna sapere qual è il progetto che si vuole realizzare, mettendo attorno ad un tavolo imprenditori e città per capire quale sia la cosa migliore da fare per rendere la Fiera di nuovo competitiva, in grado di camminare senza sperperare le risorse della collettività.
Giuseppina Catalano

giovedì 2 ottobre 2008

SINDACA

Intervista al Resto del Carlino del 28.09.08




GIUSEPPINA CATALANO, consigliere di «LiberixPesaro», si sta accendendo il clima elettorale: lei si sente ancora “candidato sindaco”?

«Non solo mi sento candidato sindaco — risponde —, ma rivendico di essere, dopo oltre un anno dalla mia scesa in campo, ancora l’unico candidato disposto alla competizione elettorale, anche se da “sinistra” e da “destra” tendono a dimenticarlo».
Ma la lista civica di Sebastiani? E quella ventilata di Mascioni?
«Al massimo possiamo dire che, da meno di un mese, ci sono due candidati a sindaco. Per un terzo, aspettiamo che ci sia davvero».

L’alleanza per il cambiamento e la lista civica “LiberiXPesaro” in particolare, vorrà aprire un confronto con questa ed eventuali altre liste civiche?
«Noi “liberi” siamo capaci di parlare con tutti, ma il confronto è possibile solo sulle cose che si propongono nei programmi. Pesaro è oggi una città senza sufficienti risorse come risultato dei costi che la città paga ai bisogni della politica gestita dai funzionari, che ha bisogno di creare sempre più posti da distribuire, più consulenze da affidare, più appalti a ditte esterne. E’ una città dove il Comune ha appaltato tutto ciò che è redditizio. Il confronto lo faremo con chi, come noi, intende governare andando a rivedere ogni singolo accordo, dalle municipalizzate all’ente ospedaliero, dalla gestione dei parcheggi a quella delle riscossioni, dalle spese alla resa della macchina comunale».

Lei sembra in dissenso con la decisione dell’assessore Mezzolani di costituire gli Ospedali riuniti di Pesaro e Fano…
«Non contesto all’assessore regionale il potere di dare un’indicazione politica con la costruzione degli Ospedali riuniti, ma non è accettabile che non ci abbia ancora detto di quali contenuti la regione intende riempire questi “ospedali riuniti”. Per realizzare un polo sanitario nord forte, occorrono il Dea, il “trauma center”, la Neurochirurgia, la Cardiochirurgia, la neonatologia, il percorso per la gravidanza a rischio, le tecnologie innovative per il laboratorio analisi, per l’anatomia patologica, per la diagnostica per immagini, per la radioterapia e per la medicina nucleare. Occorre un forte sinergia con il territorio per i programmi di diagnosi precoce e prevenzione primaria, per l’assistenza domiciliare, per la riabilitazione e per la disabilità. Per questi contenuti le garanzie sono inesistenti o insufficienti».

Il problema sembra consistere anche nella incertezza di dove collocare queste eccellenze sanitarie..
«Se la Regione ha davvero la volontà di investire sul polo sanitario nord, dove collocare le strutture è meno importante. A Pesaro, a Fano. L’importante è che queste strutture ci siano e si sappia chi, a Pesaro e a Fano, le deve far funzionare».

Sulla sanità le sue idee sembrano chiare, ma un sindaco non può pensare solo alla sanità…
«Le idee le ho chiare anche su altri aspetti. Pesaro ha un bisogno disperato di sviluppo. Ritengo vincente un patto con gli imprenditori della città perché siano partner in un progetto strategico che privilegi le infrastrutture e la viabilità, rispetto a una politica del mattone residenziale, che sta dimostrando i suoi limiti economici e la sua insostenibilità ambientale. Penso soprattutto alla possibilità di aprire i confini di Pesaro intervenendo sull’area delle caserme e della stazione. E per sviluppare turismo e cultura basta realizzare quella che ormai è la scoperta dell’acqua calda, il connubio stretto e continuativo tra la vocazione rossiniana e il tessuto socioeconomico della città. Per fare di Pesaro la “città di Rossini” così come Salisburgo è la città di Mozart».

Altri aspetti?
«La fragilità e la sicurezza sociale, tutelando le famiglie numerose, gli anziani, i disabili, gli immigrati. Per loro si devono trovare soluzioni. Abbiamo affrontato da poco in commissione il regolamento degli alloggi di edilizia popolare. Ecco, mentre ci sono famiglie e singoli che devono attendere ancora anni, esistono fondi per l’edilizia popolare che restano inutilizzati perché non si sa decidere su che sito realizzarla. E così vanno a rilento anche le strutture per i disabili e per la riabilitazione. Un sindaco che pensa che questi aspetti siano prioritari e decide di farsene carico sino in fondo, è in grado di dare una spinta risolutiva alla loro realizzazione».
Come risolverebbe il problema degli inerti del porto?
«E’ nel potere del sindaco emettere ordinanze se vi è il ragionevole dubbio di un pericolo per la salute dei cittadini. Non aspetterei che la gente si ammali, perché, a quel punto, si potrà solo curare una salute che non si è saputo tutelare».

Che dice sulle vicende dei parcheggi e videored?
«Per racimolare soldi, il Comune non deve accodarsi a comportamenti speculativi, facendo inoltre guadagnare una società privata. Deve razionalizzare le spese e migliorare e orientare meglio gli investimenti. Bisogna discutere delle tariffe dei parcheggi e della loro eccessiva estensione e investire i proventi a vantaggio di una trasformazione efficace e positiva della viabilità, dell’utilizzo dei mezzi pubblici. Bisogna progettare una nuova mobilità a tutti i livelli che consenta di eliminare una parte di traffico automobilistico,di incrementare l’uso del mezzo pubblico e dei mezzi alternativi privati, di mettere in atto politiche di formazione e di informazione per l’utilizzo di auto condivise per raggiungere i luoghi di lavoro. Bisogna approntare seriamente un progetto moderno di collegamento metropolitano in linea con altre città della stessa dimensione in Italia ed in Europa, come è successo a Perugia, a Brescia, a Norimberga, a Monaco».