A seguire, nei commenti, le risposte succesive
I nostri soldi
Se accade che si spendano 4 milioni di euro a Campanara per il nuovo ingresso che introduce al nulla strutturale e progettuale del quartiere fieristico e se altrettanti milioni di euro sono in previsione per la palazzina centrale per uffici e conferenze, deve necessariamente cambiare qualcosa perché questa città possa sperare di avere un futuro.
Se accade che si spendano 4 milioni di euro a Campanara per il nuovo ingresso che introduce al nulla strutturale e progettuale del quartiere fieristico e se altrettanti milioni di euro sono in previsione per la palazzina centrale per uffici e conferenze, deve necessariamente cambiare qualcosa perché questa città possa sperare di avere un futuro.
La vicenda della Fiera di Campanara è emblematica del groviglio di legami tra impresa e amministrazione che danneggia i cittadini da cui provengono i danari pubblici investiti , ma danneggia anche gli stessi operatori del settore, se solo si volesse dare ascolto all’allarme portato dalle lucide diagnosi fatte da quelli tra loro che più hanno titolo a farlo.
La diagnosi è severa, la struttura non risponde più ai bisogni di moltissime imprese e lo stesso utilizzo che ancora ne fa una parte dell'imprenditoria del territorio locale, deve rapportarsi con il costo per la collettività e con quanto la collettività ne ricava come beneficio. Voler a tutti i costi farla ripartire significa praticare un accanimento terapeutico che assorbe e consuma inefficacemente le risorse della collettività.
Se a questo si aggiunge l’ irresolutezza della regione che a pochi mesi dalla scadenza dei termini ,dopo cinque anni, non ha ancora provveduto agli atti amministrativi propedeutici per la realizzazione del polo unico fieristico marchigiano, si ha il quadro completo di quanto può essere devastante per una comunità, il saldarsi tra loro della mancanza di progetti e dell’abitudine alla latitanza delle istituzioni.
Non è certamente facile trovare una soluzione, ma è possibile costruirne le premesse indispensabili. Si può pensare a un villaggio permanente del mobile o all’utilizzo di un struttura che gode di una indubbia posizione strategica per qualcosa che veda lavorare assieme l’università e le realtà industriali del territorio. Si può pensare di cedere la zona ad un consorzio di privati mantenendovi una parte per servizi pubblici. Tutto può andare bene, ma in ogni caso, prima di investire risorse e fare spese, bisogna sapere qual è il progetto che si vuole realizzare, mettendo attorno ad un tavolo imprenditori e città per capire quale sia la cosa migliore da fare per rendere la Fiera di nuovo competitiva, in grado di camminare senza sperperare le risorse della collettività.
Giuseppina Catalano
3 commenti:
Dal Resto del carlino del 7.10.08
«La Catalano favorisce speculazioni sui terreni»
Monito ‘morale’ per l’esponente di LiberiXPesaro
PER IL CANDIDATO sindaco di «LiberiXPesaro» Giuseppina Catalano, i 4 milioni spesi per costruire la nuova entrata di Campanara sono buttati via. Di parere opposto la Camera di Commercio: «Per natura istituzionale — si legge in una nota —, l’ente camerale ha scelto di mantenersi equidistante nella campagna elettorale, e sarà fedele a questa scelta. Ma non può non intervenire quando si fa politica (gratuitamente) strumentalizzando la stessa Camera. Come per le amministrative del 2004, la Catalano lancia la sua campagna elettorale, e per attaccare Comune ed altri enti locali, si occupa della Fiera, dove, peraltro, il Comune e la Provincia sono assenti dalla gestione ed hanno apporti patrimoniali marginali. Ma lo fa con argomenti assai discutibili, contraddittori e nel momento tatticamente più controproducente. Da anni la Fiera, come tutte le strutture analoghe in Italia e nel mondo, non è solo luogo di manifestazioni. Il mondo fieristico sta cambiando ed anche la vocazione e la attitudine dei quartieri.
E’ STATO realizzato, dopo decenni, un padiglione di ingresso che rende commercialmente competitivo il quartiere per tante attività; oggi tutti i padiglioni sono a norma, comprese climatizzazione e reti informatiche (perché allora ci si compiace di dileggiare la struttura?); nel weekend si è svolto un importante work-shop turistico con centinaia di partecipanti di tutta Europa; nel prossimo weekend saranno numerose le manifestazioni ospitate anche contemporaneamente; nelle prossime settimane il nuovo Amministratore, già direttore generale dell’Ice (Ugo Calzoni, ndr), presenterà la programmazione 2009; la Regione, dopo decenni, ha deciso di investire sul polo pesarese, tanto più nel momento in cui fiera di Ancona e di Civitanova non hanno più una sede; e si impegna a concludere il complesso percorso di costituzione del polo regionale con Pesaro sede espositiva; l’accordo con il Comune consentirà di affiancare alla destinazione espositiva e congressuale quella sportiva e turistico-sportiva. Quartieri fieristici vicini a noi, molto più strutturati e con elevatissimi costi di gestione, sono in difficoltà ma continuano ad investire. Quando si assumono certi atteggiamenti e posizioni ci si rende conto che si rischia di fare gli interessi di altri territori, o peggio di quanti vogliono speculare sui terreni di Campanara, a danno del distretto industriale ed artigiano, degli albergatori, dei commercianti, dei ristoratori e di tutto l’indotto collegato?».
risposta, alla stampa, di Giuseppina catalano
La speculazione si evita con l’indirizzo e il controllo
La replica della Camera di Commercio mi offre l’opportunità di confermare la componente elettorale di quanto detto a proposito di Campanara.
La riconversione della Fiera di Campanara faceva parte del programma elettorale dei “LiberiXPesaro” nel 2004 e lo sarà anche per la tornata elettorale del 2009.
Così come c’era e c’è la volontà di utilizzare l’area della stazione e delle caserme, magari anche per costruirvi l’Ospedale che servirà la città tra 10 anni.
Questo non vuol dire favorire eventuali speculazioni sui terreni di Campanara o su quelli del vecchio San Salvatore. Significa invece rendersi conto che esistono problemi di sviluppo in termini di economia in “scala grande” così come esistono problemi per la tutela della salute nel prossimo futuro. Significa che l’impiego del danaro, quello pubblico certo, ma anche quello privato può e deve sempre avvenire in trasparenza e accordo. La stessa situazione nazionale ed internazionale non permette la più piccola mediazione su questa necessità ed ogni soldo speso va giustificato con un progetto prima e rendicontato nei risultati dopo.
Per realizzare questo esistono due criteri di assoluta salvaguardia per un’amministrazione: la concertazione con gli operatori ,in modo che dal confronto tra pubblico e privato fatto in trasparenza possano scaturire le garanzie per un progetto che guardi efficacemente anche al futuro e il suo potere di indirizzo e controllo, in grado di impedire, se lo si vuole davvero, sia la speculazione che lo spreco.
Non si mette in dubbio che l’ingresso di Campanara sia “pregevole”. Si vuole sapere dentro quale progetto sta questo ingresso e tutto quello che assorbirà risorse nel prossimo futuro. Non si vuole attaccare il Comune e la Provincia “assenti nella gestione e con apporti patrimoniali marginali” strumentalizzando la Fiera. Si desidera sapere quello che la Fiera fa, i progetti che ha e come spende le risorse di cui dispone e che in ogni caso c’entrano con le tasse che i cittadini pagano.
Tutte le cose fatte e da fare , elencate dalla Camera di Commercio nella replica sono interessanti, come possono esserlo le altre soluzioni, tantissime, che si possono trovare, mentre è meno credibile l’accenno alla Regione se, come afferma il Sole 24 ore del 1° ottobre, questa sta disattendendo ad ogni passo utile a decidere sulle Fiere marchigiane.
Quello che non va bene è che non si conoscano i progetti, non si ascoltino voci autorevoli che invitano alla riflessione , in una parola che non ci sia condivisione e quindi non ci sia trasparenza.
Giuseppina Catalano
Questo articolo mi piace...scova delle belle magagne per la maggioranza...continuate così! =)
Saluti
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