Ci scuserà l'Onorevole e ancor più il buon Luminati se ci siamo permessi di scherzare, così, un pò con loro, ma l'articolo apparso sulla prima pagina del Carlino di qualche giorno fa ci aveva fatto veramente sorridere e ci sembra adeguato ricordarlo con un pò di ironia.
Riuscire a far parlare in un lungo articolo un politico che non si pronuncia da anni non è impresa da poco.
Eppure alla fine un dubbio rimane: ma è Mascioni che parla per bocca di Luminati o Luminati che parla con la bocca cucita di Mascioni? Non importa, scambiate le facce e il risultato esilarante non cambia.
A seguire, nei commenti, l'articolo in questione e quelli più veri e diretti (cioè firmati dagli interessati) di questi ultimi giorni.
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3 commenti:
L'articolo apparso in prima pagina sul Carlino il 9.10
A Mascioni non piace l’idea di un Comune lontano da etica e morale
Ma l’ex senatore scenderà davvero in campo?
di LUIGI LUMINATI
SE QUALCHE amico o conoscente pesarese, incontrando Giuseppe Mascioni, dovesse provare a porgli la classica domanda del momento («Allora, si scende in campo?»), otterrebbe, presumibilmente, una risposta interlocutoria. Il senatore non avrebbe ancora deciso. Eppure se qualcuno provasse a porgli il problema dei «tempi», otterrebbe, invece una risposta sibillina: «La scelta dei tempi, in politica, è spesso decisiva». E allora? Allora il convitato di pietra è ancora tale. Non si è svelato e non si vuole svelare. Chi aveva annunciato un suo pronunciamento a fine settembre, evidentemente, aveva notizie non realistiche o ha preso un granchio. In politica succede. Soprattutto in una fase in cui il «teatrino» delle dichiarazioni ha ormai raggiunto livelli insopportabili e dove ciascuno, soprattutto nel centrodestra, è convinto di rappresentare qualcosa in più di se stesso. Non c’era annuncio, dunque. Nemmeno un preannuncio, visto che l’interessato ancora non ha, evidentemente, deciso fino in fondo quello che vuole fare e che farà.
DI SICURO, però, Giuseppe Mascioni ha fatto sapere agli amici ed ai conoscenti, anche a coloro che vorrebbero un suo coinvolgimento nelle prossime elezioni per il sindaco di Pesaro, che non ha nessuna intenzione di mischiarsi con il «teatrino», di partecipare alla fiera delle dichiarazioni più o meno ultimative e più o meno decisive. Non gli interessa, non è per lui. A quanto è dato capire - da osservatori esterni - non ha nemmeno tanta voglia di sedersi ad un tavolo con 6 -7 o 8 tra partiti ed associazioni, tra circoli e rassemblementi. Sarà anche un politico protagonista della prima repubblica, Giuseppe Mascioni, ma, se scenderà in campo, cercherà di interpretare la seconda. A cominciare dalla prima riforma, quella che ha dato almeno all’inizio buoni frutti, l’elezione diretta del sindaco. Se ci sarà un candidato Mascioni, sarà un candidato che vuole parlare all’intera città, che cercherà il confronto con i cittadini attraverso una lista civica e senza la mediazione dei partiti, di «questi partiti», potrebbe dire l’interessato. Un candidato che proponga un cambiamento, a cominciare dal metodo politico. Un Comune-santuario, dove le scelte siano guidate anche da etica e morale. Dove - è dato capire - la politica sia interprete dei bisogni dei cittadini, prima che di gruppi o di ciò che resta dei partiti politici.
NON RINNEGHERA’, ovviamente, la sua storia Giuseppe Mascioni, per lui il partito, quello vero, resta il Pci, poi c’è l’esperienza nel Pds. Ma oltre non va. Ricorderà al ceto politico ed agli elettori che la rottura, nel 2004, è agli atti. Mascioni chiese un sussulto più morale che politico, chiese un cambiamento gestionale indicando due leader del momento da cambiare (Alberto Drudi e Lorenzo Rossi) ed un altro da riportare in un alveo più collettivo (Palmiro Ucchielli) ottenne una risposta negativa dal partito. Più sulla seconda richiesta che sulla prima. Ucchielli è ancora il fulcro del potere del Pd, Alberto Drudi è ancora al suo posto. E’ tramontata la stella di Lorenzo Rossi, ma più perché ha alzato troppo la testa che per la volontà di chi lo ha messo da parte. Nulla dunque è cambiato in questi 4-5 anni e Giuseppe Mascioni potrebbe anche pensare che, invece, la città abbia bisogno di qualcosa di diverso. Di un sussulto morale e politico. Attorno a questo quesito ruota la sua futura decisione. Se la risposta fosse sì, avremo la Lista Mascioni ed una competizione diversa, probabilmente, dallo schema di cui tutti parlano: Pd contro Pdl con liste di contorno e di disturbo. In quel caso resteranno da definire i temi, che, in politica, come Mascioni sa bene, sono spesso decisivi...
Presentazione del candidato della Lega e rifiuto della candidatura di Mascioni.
dal carlino del 12.10
Roscini è il candidato della Lega: «Ma sono pronto a ritirarmi se...»
Sicurezza e viabilità. Scaduta l’ipotesi Mascioni
di PATRIZIA BARTOLUCCI
DANTE Roscini è il candidato a sindaco della Lega Nord per il Comune di Pesaro. Ma non è detto che il suo nome comparirà sulle liste elettorali del prossimo anno. «Se emergerà un candidato del Pdl supportato da tutti i partiti e i circoli dell’Alleanza per il cambiamento e che abbia un programma condiviso mi ritirerò», ha spiegato Roscini ieri in conferenza stampa. Nella sala Rossa del Comune, ad annunciare la sua scesa in campo, c’erano il segretario provinciale Roberto Zaffini, il parlamentare Luca Paolini e il segretario del gruppo giovanile Mario Di Palma. Insieme per simboleggiare che l’opzione Roscini è condivisa e sostenuta da tutto il gruppo, così come la scelta di andare da soli.
IL CANDIDATO. Nato a Cartoceto il 16 gennaio del 1953, Roscini ha iniziato a lavorare a Pesaro come imbianchino nel ’69. Si è trasferito definitivamente nella nostra città nel ’76 e nell’80 è diventato dipendente dell’Aspes. Ora è in pensione ed è «la mia unica entrata economica», puntualizza. Si definisce «una persona seria e politicamente indipendente, che può dire le cose come stanno perché non è finanziata da nessuno e non ha parenti che coprono ruoli di spessore». Attualmente, è il segretario comunale della Lega, sposato e con due figli di 30 e 24 anni.
IL PROGRAMMA ruota su due tematiche. La sicurezza: «Presidiare i punti nevralgici come l’ospedale o in mano agli extracomunitari come piazzale Matteotti; definire le funzioni dei vigili di quartiere affinché controllino maggiormente certe situazioni critiche e riferiscano agli organi competenti». E la viabilità: «Diminuire i parcheggi a pagamento nel centro storico e crearne di nuovi nei rioni periferici per garantire le stesse entrate senza creare distinzioni; rivedere il Prg in modo che le licenze edilizie siano condizionate alla situazione viaria, mentre ora è la viabilità ad essere legata alla cementificazione». Ma anche: «Incentivare il turismo e creare spazi per i giovani».
GLI OBIETTIVI. «Miriamo a entrare in consiglio comunale — spiega Roscini — . Non importa con quanti consiglieri, non ci interessa occupare poltrone e non abbiamo politici da accontentare o equilibri interni da mantenere. Vogliamo solo entrarci per dare voce alla cittadinanza, fare da intermediari tra amministrazione ed elettorato».
LE ALLEANZE. «Terremo il discorso aperto con i partiti di centrodestra fino all’ultimo — concludono i leghisti —, ma faremo marcia indietro solo se uscirà un nome che piace a tutti i gruppi dell’alleanza. Per noi non esiste più l’opzione Mascioni. Se non si troverà un accordo, porteremo avanti fino in fondo la candidatura di Roscini e, in caso di ballottaggio, appoggeremo il centrodestra». Con la scesa in campo del segretario leghista, diventano due gli attuali candidati del centrodestra: Roscini e la Catalano dei LxP, che, presente in sala Rossa, è stata accreditata da Paolini come «la nostra potenziale candidata unica, ma noi siamo troppo piccoli per decidere».
Dichiarazione di Massimo Rinaldi dal Corriere Adriatico del 11 ottobre 2008
Intanto Bettini (Pdl) corteggia la lista di Sebastiani
La Fiamma Tricolore si schiera con la Catalano
pesaro - Sceglie la formula dell’ironia Massimo Rinaldi, segretario provinciale della Fiamma Tricolore, ma manda un messaggio chiaro e pesante alle altre forze di centrodestra: noi siamo con Giuseppina Catalano e l’ineffabile Giuseppe Mascioni è fuori dai nostri progetti.
In questo modo l’Alleanza per il cambiamento registra un’altra frattura, dopo quella della Lega che stamane presenta il suo candidato a sindaco.
“Un anno intero all’inseguimento - scrive Rinaldi - ma l’uomo in fuga è sempre più lontano. Ancora un penultimatum: l’oracolo si pronunzierà a gennaio 2009. Ma forse sarà troppo tardi: la Santa Alleanza si sta sgretolando pezzo per pezzo”.
Poi Rinaldi riassume lo scontento della Lega e de La Destra che segue a ruota “e il malumore fra i santi alleati serpeggia ad ogni livello, tant’è che anche la nostra pressione sanguinea è sotto i tacchi”.
Poi l’affondo contro un progetto perdente perseguito dal centrodestra: “La tentazione è forte - scrive ancora Rinaldi - ringraziare il Senatore Giuseppe Mascioni per il suo interessamento, che, però, a questo punto, non interessa più nessuno. La Lega non ha tutti i torti anche perché si fa largo il sospetto che i tentennamenti del Senatore siano telecomandati dall’interno del Palazzo Comunale (“ve lo do io il Candidato, bellezze”) nell’ambito di una strategia intuibile e comunque verosimile: arrivare alla vigilia delle elezioni con un centrodestra ancora avvitato nella scelta del candidato Sindaco; ovvero, peggio: frammentato e litigioso dietro dieci-candidati-dieci”.
Poi la dichiarazione più importante quella che ufficializza il sostegno della Fiamma Tricolore alla candidata sindaco di LiberiXPesaro. ”L’Alleanza a r. l. a nostro parere sta consumando programmi, formule e buoni propositi nel labirinto di questo disegno quando la soluzione del problema è a portata di mano ed è rappresentata dalla dottoressa Giuseppina Catalano, già da tempo proposta da “Liberi per Pesaro”: uno spirito democratico e donna (il che non guasta), professionista conosciuta e stimata in città, con lunghe ed encomiabili esperienze politiche ed amministrative e (quel che meno conta per inguaribili estremisti di destra come il sottoscritto) proveniente da una lunga militanza nei partiti di sinistra, a soddisfazione dei convinti cultori della strategia “Aguzzi”.
“La dottoressa Catalano, a nostro parere, è la medicina giusta per rianimare un’Alleanza ormai moribonda, ma non ancora ineluttabilmente destinata al sarcofago a patto che si riesca a disperdere l’affollamento di tanti, troppi, personaggi”.
Segni evidenti di uno sfilacciamento che non preoccupa il Pdl che anzi ribadisce la sua volontà di guardare tra gli scontenti della sinistra. Nonostante Lo scontento maurizio Sebastiani, che lavora alla composizione di una lista civica, ribadisca che l’intenzione è quella di rimanere nell’area del centrosinistra, Alessandro Bettini interviene con un comunicato sul disastro Ceriscioli, approfittandone per corteggiare il presidente della prima circoscrizione.
SILVIA SINIBALDI,
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