giovedì 2 ottobre 2008

SINDACA

Intervista al Resto del Carlino del 28.09.08




GIUSEPPINA CATALANO, consigliere di «LiberixPesaro», si sta accendendo il clima elettorale: lei si sente ancora “candidato sindaco”?

«Non solo mi sento candidato sindaco — risponde —, ma rivendico di essere, dopo oltre un anno dalla mia scesa in campo, ancora l’unico candidato disposto alla competizione elettorale, anche se da “sinistra” e da “destra” tendono a dimenticarlo».
Ma la lista civica di Sebastiani? E quella ventilata di Mascioni?
«Al massimo possiamo dire che, da meno di un mese, ci sono due candidati a sindaco. Per un terzo, aspettiamo che ci sia davvero».

L’alleanza per il cambiamento e la lista civica “LiberiXPesaro” in particolare, vorrà aprire un confronto con questa ed eventuali altre liste civiche?
«Noi “liberi” siamo capaci di parlare con tutti, ma il confronto è possibile solo sulle cose che si propongono nei programmi. Pesaro è oggi una città senza sufficienti risorse come risultato dei costi che la città paga ai bisogni della politica gestita dai funzionari, che ha bisogno di creare sempre più posti da distribuire, più consulenze da affidare, più appalti a ditte esterne. E’ una città dove il Comune ha appaltato tutto ciò che è redditizio. Il confronto lo faremo con chi, come noi, intende governare andando a rivedere ogni singolo accordo, dalle municipalizzate all’ente ospedaliero, dalla gestione dei parcheggi a quella delle riscossioni, dalle spese alla resa della macchina comunale».

Lei sembra in dissenso con la decisione dell’assessore Mezzolani di costituire gli Ospedali riuniti di Pesaro e Fano…
«Non contesto all’assessore regionale il potere di dare un’indicazione politica con la costruzione degli Ospedali riuniti, ma non è accettabile che non ci abbia ancora detto di quali contenuti la regione intende riempire questi “ospedali riuniti”. Per realizzare un polo sanitario nord forte, occorrono il Dea, il “trauma center”, la Neurochirurgia, la Cardiochirurgia, la neonatologia, il percorso per la gravidanza a rischio, le tecnologie innovative per il laboratorio analisi, per l’anatomia patologica, per la diagnostica per immagini, per la radioterapia e per la medicina nucleare. Occorre un forte sinergia con il territorio per i programmi di diagnosi precoce e prevenzione primaria, per l’assistenza domiciliare, per la riabilitazione e per la disabilità. Per questi contenuti le garanzie sono inesistenti o insufficienti».

Il problema sembra consistere anche nella incertezza di dove collocare queste eccellenze sanitarie..
«Se la Regione ha davvero la volontà di investire sul polo sanitario nord, dove collocare le strutture è meno importante. A Pesaro, a Fano. L’importante è che queste strutture ci siano e si sappia chi, a Pesaro e a Fano, le deve far funzionare».

Sulla sanità le sue idee sembrano chiare, ma un sindaco non può pensare solo alla sanità…
«Le idee le ho chiare anche su altri aspetti. Pesaro ha un bisogno disperato di sviluppo. Ritengo vincente un patto con gli imprenditori della città perché siano partner in un progetto strategico che privilegi le infrastrutture e la viabilità, rispetto a una politica del mattone residenziale, che sta dimostrando i suoi limiti economici e la sua insostenibilità ambientale. Penso soprattutto alla possibilità di aprire i confini di Pesaro intervenendo sull’area delle caserme e della stazione. E per sviluppare turismo e cultura basta realizzare quella che ormai è la scoperta dell’acqua calda, il connubio stretto e continuativo tra la vocazione rossiniana e il tessuto socioeconomico della città. Per fare di Pesaro la “città di Rossini” così come Salisburgo è la città di Mozart».

Altri aspetti?
«La fragilità e la sicurezza sociale, tutelando le famiglie numerose, gli anziani, i disabili, gli immigrati. Per loro si devono trovare soluzioni. Abbiamo affrontato da poco in commissione il regolamento degli alloggi di edilizia popolare. Ecco, mentre ci sono famiglie e singoli che devono attendere ancora anni, esistono fondi per l’edilizia popolare che restano inutilizzati perché non si sa decidere su che sito realizzarla. E così vanno a rilento anche le strutture per i disabili e per la riabilitazione. Un sindaco che pensa che questi aspetti siano prioritari e decide di farsene carico sino in fondo, è in grado di dare una spinta risolutiva alla loro realizzazione».
Come risolverebbe il problema degli inerti del porto?
«E’ nel potere del sindaco emettere ordinanze se vi è il ragionevole dubbio di un pericolo per la salute dei cittadini. Non aspetterei che la gente si ammali, perché, a quel punto, si potrà solo curare una salute che non si è saputo tutelare».

Che dice sulle vicende dei parcheggi e videored?
«Per racimolare soldi, il Comune non deve accodarsi a comportamenti speculativi, facendo inoltre guadagnare una società privata. Deve razionalizzare le spese e migliorare e orientare meglio gli investimenti. Bisogna discutere delle tariffe dei parcheggi e della loro eccessiva estensione e investire i proventi a vantaggio di una trasformazione efficace e positiva della viabilità, dell’utilizzo dei mezzi pubblici. Bisogna progettare una nuova mobilità a tutti i livelli che consenta di eliminare una parte di traffico automobilistico,di incrementare l’uso del mezzo pubblico e dei mezzi alternativi privati, di mettere in atto politiche di formazione e di informazione per l’utilizzo di auto condivise per raggiungere i luoghi di lavoro. Bisogna approntare seriamente un progetto moderno di collegamento metropolitano in linea con altre città della stessa dimensione in Italia ed in Europa, come è successo a Perugia, a Brescia, a Norimberga, a Monaco».

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