mercoledì 18 marzo 2009
VENUTO PER VINCERE
Ed ecco qua un altro venuto per vincere. Venuto dall'imprenditoria e quindi per forza già bravo, cosa volete che serva l'esperienza amministrativa!
"Ceriscioli?" capirai per uno che è imprenditore da 40 anni!
"Ma se non vince dottore che fa?" chiede il giornalista, "continuerà la sua battaglia in Consiglio?". Eccone un altro che non dice SI, dice un po' di se e un po' di ma, ma un SI chiaro e convinto non si riesce a strapparglielo, del resto è qui per vincere mica per partecipare.
Però c'è sempre la possibilità di unire l'opposizione, basta accettare senza discutere.
Eccone un altro, appunto.
A seguire, nei commenti, le interviste alla stampa del candidato Cascino, leggere per credere.
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2 commenti:
dal Resto del Carlino del 18.03.09
Piergiorgio Cascino: «Ceriscioli accontenta solo i gruppi che lo sostengono»
PIERGIORGIO Cascino, aspirante sindaco per il Pdl, è in campo, con una pattuglia un po’ ridotta di collaboratori-sostenitori provenienti dalla società civile. Si prepara ad una sfida complicata, visto che gli aspiranti candidati a sindaco saranno cinque o sei (con Cascino, Ceriscioli, Sebastiani, Catalano, Roscini, Ballarini...).
«Non è certo la situazione ottimale, soprattutto per chi, come me, punta al cambiamento. Non mandiamo un bel messaggio all’elettorato, non a caso non ho ancora abbandonato il mio progetto».
Cioè?
«Unificare il centrodestra. Sono aperto a collaborazioni sincere a partire da un punto fermo: il cambiamento. Non mi interessano invece alleanze trasversali pur di governare».
E se arrivasse Mascioni?
«E’ una domanda che mi ha già fatto qualche settimana addietro. Le rispondo allo stesso modo: ne parleremo se e quando ci sarà. Provo rispetto per Mascioni. Se scenderà in campo ci confronteremo attorno ad un tavolo...».
Ma, allora, perché gli elettori dovrebbero votare Piergiorgio Cascino?
«Il meccanismo da sempre utilizzato dalla sinistra: accontentare i propri gruppi di sostegno e non scontentare nessun altro; non credo che possa reggere ancora. In questo periodo di crisi economica non si potranno accontentare tutte le istanze, al contrario l’amministrazione comunale dovrà intervenire in maniera trasversale e sussidiaria a sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Il mio intento è quello di riportare il cittadino al centro degli atti del Comune, non gli interessi di partito o di gruppo».
Sarà come lei dice, ma la «rete» della sinistra, gli interessi collegati di sindacati, associazioni di categoria, cooperative, lobby ha sempre retto ad ogni assalto. Perché dovrebbe cadere al suo?
«Perché credo che l’aria sia cambiata e la gente stanca di questo stato di cose. E’ per questo motivo che in molti non partecipano al voto e io mi rivolgo a loro, ai delusi della sinistra, ai delusi della partitocrazia. Il Pdl ha vinto e governa in Abruzzo e in Sardegna, perché non può governare a Pesaro».
C’è chi dice che c’è un deficit di iniziativa politica e di capacità di fare opposizione...
«Non credo che sia così. Intanto registro che il Pdl ha avuto il coraggio di cambiare e ha candidato un personaggio come Piergiorgio Cascino, che viene dalla società civile. Un bel messaggio, credo che i pesaresi lo coglieranno».
Il suo avversario principale sarà il sindaco uscente Luca Ceriscioli.
«Essere il concorrente di un sindaco che ha dato sempre continuità a linee di partito tracciate dai suoi predecessori dovrebbe, al contrario, darmi un vantaggio. Perché io sono fuori da quelle logiche. la mia cultura del fare, il mio essere stato per 40 anni imprenditore, rappresentano un fattore vincente per il cambiamento».
Che dev’essere profondo?
«Certamente non vi sarà una “rivoluzione” ma un radicale e progressivo cambiamento della gestione della cosa pubblica, con i cittadini come unico punto di riferimento».
Cosa imputa a Ceriscioli? «Intanto troppe edificazioni non programmate, fatte con varianti al piano regolatore. Prima si costruisce, poi si pensa alla viabilità ed ai parcheggi. Quindi si incide sul traffico, sulle polveri sottili, sulla qualità della vita. C’è un evidente degrado del centro storico, la vicenda di Palazzo Perticari mi pare emblematica. Infine la sicurezza».
Tema caldo.
«Sottovalutato chiaramente da Ceriscioli e dai partiti che lo sostengono. Gli episodi di micro criminalità sono in aumento. L’aggressione alla polizia municipale dell’altra sera è una cosa gravissima, così come la storia da voi pubblicata della signora strattonata in centro. A tal proposito credo proprio che la signora Carolyn verrà a collaborare alla nostra campagna elettorale».
La sua prima scelta da sindaco?
«Creare una unità di crisi per le famiglie con gravi disagi economici. Non ci aspetta un periodo facile e la famiglia va sostenuta prima di tutto. Bisogna fare attenzione agli anziani e sbloccare il patto di stabilità, consentendo al Comune di fare tutti gli investimenti che può nell’ambito di un equilibrio di bilancio».
l.lu.
Mercoledì 18 Marzo 2009
IL MESSAGGERO
di FRANCO ELISEI
Primo punto fondamentale: la famiglia. Poi l’entusiasmo. E la voglia di cambiare. Piergiorgio Cascino, che proprio ieri ha festeggiato il suo sessantaquattresimo compleanno, si lancia come candidato sindaco per il Pdl: «Trasferirò lo stile imprenditoriale in Comune, al servizio e nell’interesse del cittadino».
Nel centrodestra, ma al di fuori del Pdl, si sostiene che la sua candidatura non è stata ratificata dai livelli nazionali, quindi ancora non ha certezze...
«Certezze le ho sempre avute. Non ho problemi. E mi va pure bene che ne parlino. Io vado avanti. Comunque. ».
I “Liberi” hanno invitato invano il Pdl a confrontarsi con le “Primarie”...
«E’ un discorso chiuso. Tutti coloro che si sono cimentati nelle primarie le hanno considerate “bufale”. Io dico: vogliamo veramente cambiare questo governo cittadino? Andiamo avanti verso un unico obiettivo, anche se separatamente».
Non teme che le chiedano di sacrificarsi in funzione di una auspicata unità? Insieme, è opinione comune, il centrodestra sarebbe più forte...
«E’ vero, uniti il messaggio diventa più forte. Si vince meglio, ma vista la diversità... cerchiamo di seguire un obiettivo condiviso. Lo ripeto, sono disposto al confronto con tutti quelli che vogliono il rinnovamento, ma non a sedermi al tavolo per aggiustamenti tesi a governare»
In caso di mancata vittoria, resterà in consiglio lo stesso o se ne andrà come i suoi precedessori?
«Io sono in corsa per vincere. E comunque ho già detto che rimarrei a due condizioni: che ci sia un’opposizione costruttiva e forte e che non sia pregiudiziale. Cioè, una proposta valida, anche se viene dalla maggioranza, va sostenuta. In alcuni temi ci può essere convergenza. E vorrei che anche la maggioranza avanzasse proposte condivisibili. Ma smettiamola di parlare di partiti e di politica e pensiamo a come voler amministrare la città».
Lei distingue tra amministratore e politico...
«Certo, anche se non vanno dimenticati gli indirizzi politici. Ma in questo momento servono progetti per i cittadini. Bisogna uscire dal guado. E io voglio essere apprezzato per le mie idee».
Ha iniziato la sua campagna elettorale?
«La prossima settimana. Partirò da Candelara e Novilara e subito dopo sarò a Villa Ceccolini, dove sono nato. Farò un’analisi di quanto reallizzato dal mio avversario e di cosa avrei fatto io».
Cominciamo...
«Di fronte ad ogni problema, prima di tutto, va effettuata un’analisi attenta. Poi trovare i mezzi per risolverlo. E va garantita la centralità del cittadino, anche al di fuori di alcune economicità. Oggi come oggi, si cerca soprattutto di non scontentarlo, ma spesso questo significa non decidere o addirittura sotterrare il problema».
Esempi...
«Stiamo sottovalutando la recessione. Servirebbe una specie di “unità di crisi”. Ci sono cassintegrati che non riescono più a pagare i mutui, nuclei in difficoltà con familiari disabili e anziani con pensioni insufficienti. Si devono liberare risorse sbloccando il “patto di stabilità”».
E’ quello che tentando di fare...
«Solo adesso. Il governo va sollecitato. Oppure si possono rivolgere alle famiglie in difficoltà quelle risorse stanziate per le numerose varianti».
Altre criticità?
«L’edilizia. Qui prima si costruisce, poi si pensa alla viabilità e solo dopo ai parcheggi. E alla fine ci si preoccupa per le polveri. Va fatto un discorso diverso. Il Piano regolatore del ’75 prevedeva tante cose, anche l’arretramento dell’autostrada, ma è stato finora disatteso e rovesciato. E a livello abitativo penso ci sia un’offerta superiore alla richiesta. Però andrebbe fatta una riqualificazione. Il porto? Mi va bene l’aspetto commerciale, ma per la viabilità come la mettiamo? Manca anche un percorso museale. E i mosaici del Duomo vanno valorizzati. Io sono per il distacco. Lì sotto, si stanno rovinando. I soldi spesi per interrare la Domus potevano servire per i mosaici. Poi ho un sogno...»
Avanti...
«Pesaro diventi veramente “Città di Rossini”. Deve essere conosciuta di più come tale. Abbiamo un Conservatorio che ci invidiavano, il Rof, una produzione e una ricerca preziosissimi. Dobbiamo sfruttare tutti questi tesori per valorizzare ancor più l’immagine di Pesaro nel mondo».
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