FATE GIRARE.
Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti,per conto di Sky.
Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno, causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.
Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di dovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.
Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata.
Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola.
Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi.
Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato.
Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio.
Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.
Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire.
E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.
Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo.
Le racconto che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.
Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.
Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.
La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso.
Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio o un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo.
Le racconto di una città che muore e lei mi risponde, con la voce che le trema.
" Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo."
Loro non scrivono voi fate girare.
lunedì 28 giugno 2010
martedì 22 giugno 2010
BUFALE & MAIALI
Si erano inventati un emendamento proprio carino.
Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1707,quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.
Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arrestoin flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.
Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito",il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.
Annotateli bene:
sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania)
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).
Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico"(ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi che capisconosolo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).
Liberix
Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1707,quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.
Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arrestoin flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.
Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito",il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.
Annotateli bene:
sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania)
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).
Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico"(ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi che capisconosolo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).
Liberix
venerdì 18 giugno 2010
MARE NOSTRUM NON SUFFICIT
Riceviamo da Greenpeace e volentieri pubblichiamo
Le foto risalgono al 1997 e dimostrano come centinaia di container dal contenuto di dubbia provenienza siano stati interrati nel porto di Eel Ma'aan in Somalia, costruito da imprenditori italiani
La nostra inchiesta solleva anche profondi dubbi su come siano state gestite le operazioni per fare luce sul presunto ritrovamento del relitto della "Cunski", al largo di Cetraro. Ci sono indicazioni chiare che il Ministero britannico della Difesa abbia offerto al governo italiano mezzi e personale qualificato per effettuare le ricerche sottomarine a un prezzo inferiore rispetto a quello proposto da Mare Oceano, di proprietà della famiglia Attanasio, che ha effettuato l'operazione. Perché l'offerta britannica è stata rifiutata? Quali sono i termini del contratto della Mare Oceano? Non ce lo dicono! Sappiamo, però, che Diego Attanasio è coinvolto nel caso "Mills-Berlusconi".
Come denunciato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente in un rapporto del 2009, il traffico illegale di rifiuti tossici è un problema ancora rilevante. L'Agenzia sostiene che la Convenzione di Basilea, che impone il divieto dell'export di rifiuti tossici tra Paesi OCSE e non-OCSE, è ben lontana dall'essere pienamente applicata.
È necessario che l'ONU verifichi la presenza di rifiuti tossici a Eel Ma'aan e che l'Ue aumenti le misure di sicurezza per la prevenzione della produzione e traffico di rifiuti tossici. Inoltre, nel contesto delle attività dell'Osservatorio "Per un Mediterraneo libero dai veleni", chiede al Governo italiano che si crei un coordinamento tra le autorità investigative, un censimento delle attività già effettuate per la ricerca dei relitti delle "navi dei veleni" e l'esecuzione di un eventuale, successivo piano per identificare e rimuovere quanto più possibile i relitti pericolosi.
Roma, Italia — Sei terribili foto. Mai pubblicate prima. Prove inconfutabili di un traffico di rifiuti sospetti verso l'Africa. Le diffondiamo oggi con la nostra nuova inchiesta sulle navi tossiche, che riassume più di vent'anni di traffico di rifiuti tossici e radioattivi.
Le foto risalgono al 1997 e dimostrano come centinaia di container dal contenuto di dubbia provenienza siano stati interrati nel porto di Eel Ma'aan in Somalia, costruito da imprenditori italiani
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L'inchiesta elenca numerosi casi di esportazione illegale di rifiuti pericolosi: alcuni sono stati bloccati anche grazie a noi, mentre in altre occasioni questi vergognosi carichi sono spariti, a volte "dispersi" in mare. Di molti non abbiamo mai saputo nulla. Viene tracciata anche l'evoluzione di questo traffico che, da attività individuali, si è organizzato in una "rete" di cui nomi di persone e imprese sono spesso stati segnalati a investigatori e magistrati. In troppi l'hanno fatta franca e il sospetto che "la rete" operi ancora oggi non può non affacciarsi.
L'inchiesta elenca numerosi casi di esportazione illegale di rifiuti pericolosi: alcuni sono stati bloccati anche grazie a noi, mentre in altre occasioni questi vergognosi carichi sono spariti, a volte "dispersi" in mare. Di molti non abbiamo mai saputo nulla. Viene tracciata anche l'evoluzione di questo traffico che, da attività individuali, si è organizzato in una "rete" di cui nomi di persone e imprese sono spesso stati segnalati a investigatori e magistrati. In troppi l'hanno fatta franca e il sospetto che "la rete" operi ancora oggi non può non affacciarsi.
La nostra inchiesta solleva anche profondi dubbi su come siano state gestite le operazioni per fare luce sul presunto ritrovamento del relitto della "Cunski", al largo di Cetraro. Ci sono indicazioni chiare che il Ministero britannico della Difesa abbia offerto al governo italiano mezzi e personale qualificato per effettuare le ricerche sottomarine a un prezzo inferiore rispetto a quello proposto da Mare Oceano, di proprietà della famiglia Attanasio, che ha effettuato l'operazione. Perché l'offerta britannica è stata rifiutata? Quali sono i termini del contratto della Mare Oceano? Non ce lo dicono! Sappiamo, però, che Diego Attanasio è coinvolto nel caso "Mills-Berlusconi".
Come denunciato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente in un rapporto del 2009, il traffico illegale di rifiuti tossici è un problema ancora rilevante. L'Agenzia sostiene che la Convenzione di Basilea, che impone il divieto dell'export di rifiuti tossici tra Paesi OCSE e non-OCSE, è ben lontana dall'essere pienamente applicata.
È necessario che l'ONU verifichi la presenza di rifiuti tossici a Eel Ma'aan e che l'Ue aumenti le misure di sicurezza per la prevenzione della produzione e traffico di rifiuti tossici. Inoltre, nel contesto delle attività dell'Osservatorio "Per un Mediterraneo libero dai veleni", chiede al Governo italiano che si crei un coordinamento tra le autorità investigative, un censimento delle attività già effettuate per la ricerca dei relitti delle "navi dei veleni" e l'esecuzione di un eventuale, successivo piano per identificare e rimuovere quanto più possibile i relitti pericolosi.
giovedì 17 giugno 2010
LE CENSURE NON BASTANO MAI
NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA
il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60.
Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta.In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.
Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta.In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran.Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo.
Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.
documentazione diffusa da
Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
http://www.perlapace.it/
il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60.
Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta.In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.
Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta.In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran.Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo.
Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.
documentazione diffusa da
Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
http://www.perlapace.it/
venerdì 11 giugno 2010
SE LO DICE ANCHE IL CARLINO
La legge sulle intercettazioni che sta passando in parlamento non è solo l'ennesima schifezza "ad personam".
E' molto peggio, è molto di più.
Registriamo con piacere lo sdegno di una nota firma del Resto del Carlino, che certamente non è un foglio comunista.
di Xavier Jacobelli
C'è sempre un 10 giugno di troppo nella nostra storia. Settant'anni fa, come oggi, Benito Mussolini e il suo regime fascista portavano l'Italia in guerra, trascinandola in una catastrofe immane. Settant'anni dopo, nello stesso giorno, ricorrendo al voto di fiducia n.34 di questa legislatura in cui dispone della più ampia maggioranza parlamentare, il governo ha approvato la Legge del Tappo alla libertà di stampa: viola diversi articoli della costituzione, pone una pietra tombale sui servizi giornalistici relativi a decine di inchieste che riguardano gli obbrobri di una classe politica inetta e marcia, massacra il lavoro dei cronisti e degli editori con le intimidazioni, la galera e le multe sino a 500 mila euro, nega il diritto dei cittadini alla massima informazione, condiziona pesantemente il lavoro della magistratura e della polizia giudiziaria. Con la scusa della tutela della privacy e delle altre balle, propalate ad arte dalla Casta, lato B (inteso come Berlusconi, of course) oggi il Senato della Repubblica ha varato un provvedimento anticostituzionale e antidemocratico, contro il quale l'opposizione in ogni sede e con ogni iniziativa consentita dalla legge, non deve essere dura. Deve essere durissima per spaccare i timpani a chi sta sghignazzando poichè pensa di averla definitivamente sfangata. Adesso più che mai bisogna esercitare il diritto di ribellarsi a questa nuova, incommensurabile porcata. Guarda caso, proprio oggi, per non rispondere alle domande dei cronisti, all'inizio della conferenza-stampa congiunta il capo del governo italiano ha piantato in asso il capo del governo spagnolo in visita a Roma. Va bene che siamo abituati ai cucù alla Merkel, alle corna nelle foto di gruppo dei vertici internazionali, agli ululati di richiamo a Obama a Buckingham Palace, alle barzellette sparate ad alzo zero, ma, come giornalisti e come cittadini, ci siamo rotti le scatole di questo modo di fare di stampo birmano-nordcoreano, quasi che nella tricolore repubblica delle banane avessero diritto di cittadinanza solo gli zerbini e i velinari. Così, prima ancora che la Camera vari questa legge che avrebbe inorgoglito Mussolini e Stalin, confidiamo più che mai nel Capo dello Stato. Se lui non firma, quelli sbarellano.
C'è sempre un 10 giugno di troppo nella nostra storia. Settant'anni fa, come oggi, Benito Mussolini e il suo regime fascista portavano l'Italia in guerra, trascinandola in una catastrofe immane. Settant'anni dopo, nello stesso giorno, ricorrendo al voto di fiducia n.34 di questa legislatura in cui dispone della più ampia maggioranza parlamentare, il governo ha approvato la Legge del Tappo alla libertà di stampa: viola diversi articoli della costituzione, pone una pietra tombale sui servizi giornalistici relativi a decine di inchieste che riguardano gli obbrobri di una classe politica inetta e marcia, massacra il lavoro dei cronisti e degli editori con le intimidazioni, la galera e le multe sino a 500 mila euro, nega il diritto dei cittadini alla massima informazione, condiziona pesantemente il lavoro della magistratura e della polizia giudiziaria. Con la scusa della tutela della privacy e delle altre balle, propalate ad arte dalla Casta, lato B (inteso come Berlusconi, of course) oggi il Senato della Repubblica ha varato un provvedimento anticostituzionale e antidemocratico, contro il quale l'opposizione in ogni sede e con ogni iniziativa consentita dalla legge, non deve essere dura. Deve essere durissima per spaccare i timpani a chi sta sghignazzando poichè pensa di averla definitivamente sfangata. Adesso più che mai bisogna esercitare il diritto di ribellarsi a questa nuova, incommensurabile porcata. Guarda caso, proprio oggi, per non rispondere alle domande dei cronisti, all'inizio della conferenza-stampa congiunta il capo del governo italiano ha piantato in asso il capo del governo spagnolo in visita a Roma. Va bene che siamo abituati ai cucù alla Merkel, alle corna nelle foto di gruppo dei vertici internazionali, agli ululati di richiamo a Obama a Buckingham Palace, alle barzellette sparate ad alzo zero, ma, come giornalisti e come cittadini, ci siamo rotti le scatole di questo modo di fare di stampo birmano-nordcoreano, quasi che nella tricolore repubblica delle banane avessero diritto di cittadinanza solo gli zerbini e i velinari. Così, prima ancora che la Camera vari questa legge che avrebbe inorgoglito Mussolini e Stalin, confidiamo più che mai nel Capo dello Stato. Se lui non firma, quelli sbarellano.
martedì 8 giugno 2010
BUFALE PADANE 2
Dal blog di Beppe Grillo.
I parlamentari maturano il diritto alla pensione dopo soli due anni e mezzo, in cui non hanno neppure l'obbligo di presenza alla Camera o al Senato. Parliamo pure degli stipendi dei calciatori, che a differenza dei parlamentari non sono pagati dalle nostre tasse, prima però aboliamo le pensioni baby con effetto retroattivo a tutti i parlamentari. E' d'accordo, Calderoli?
"Il "Porcellum" Calderoli, ha per l'ennesima volta dato fiato al suo alito...sparando minchiate a più non posso. Secono il nostro "Ministro della semplificazione cerebrale" bisognerebbe diminuire stipendi e compensi ai calciatori, causa crisi. Qualcuno dovrebbe dire al nostro ministro che i calciatori non sono pagati dallo Stato, pertanto non aggraviano sul deficit pubblico come la sua auto BLU o il suoi pranzetti...paradossalmente calare i compensi sui calciatori (su cui pagano regolarmente le tasse), porterebbe meno soldi nelle casse dello Stato".
Massimiliano P., Bologna
lunedì 7 giugno 2010
FRATELLI DELLA COSTA 3
Riportiamo parte del comunicato stampa del Liberatorio Politico di Molfetta che rende perfettamente l'idea di come politici, amministratori e, purtroppo, anche operatori preferiscano nascondere la testa sotto la sabbia piuttosto che affrontare i problemi.
In questo caso si parte dall'agitazione delle marinerie contro l'entrata in vigore delle norme europee sulla pesca senza tenere conto del reale stato di salute del nostro mare.
(....) Le marinerie hanno proclamato uno stato di agitazione, con natanti ormeggiati in porto ed arresto di ogni attività di pesca, per protestare contro l'entrata in vigore, a partire dal 1 giugno, di alcune disposizione del Reg. 1976/2006(CE) recante misure di gestione per uno sfruttamento sostenibile delle risorse per la pesca nel Mediterraneo, con particolare riferimento a quelle riferibili alle zone di pesca protette, alla distanza dalla costa e alle restrizioni relative agli attrezzi dipesca (nuove misure delle maglie delle reti). Un regolamento, in verità, che non è giunto all'improvviso, essendo stato approvato già nel 2006; ci sembra, a nostro modesto parere, un pò strumentale tutto questo rumore e ci chiediamo perché questo dissenso non è stato manifestato prima? Dal 2006 c'era tutto il tempo di discutere, manifestare, proporre iniziative alternative, fare interrogazioni parlamentari, creare nuovi tavoli di concertazione; ed invece no, tutti si sono ricordati il 1 giugno 2010 (data in cui entrava in vigore il regolamento 1976/2006-CE) che c'era un problema che remava contro i lavoratori del mare, la loro occupazione e gli interessi degli armatori.
Cari politici di terra e di mare ci sembra molto riduttivo spostare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla grandezza delle maglie delle reti da pesca, state mentendo a voi stessi e ai lavoratori, volutamente ignorate il vero problema e nascondete la polvere sotto il tappeto. Tra non molto gli armatori consegneranno le licenze di pesca e rottameranno i loro pescherecci non perché le maglie delle loro reti faranno perdere il pescato, ma semplicemente perché il pescato non ci sarà più.
In questi anni perché mai nessun armatore, nessun politico di quelli che si sono espressi in questi giorni si sono pronunciati sullo stato di salute del nostro mare e della diminuzione del pescato. Il nostro mare è già in agonia e il vostro colpevole silenzio servirà solo a dargli il colpo di grazia. Il nostro mare è malato, i nostri pesci e le nostre alghe si nutrono dei veleni delle navi a perdere e delle migliaia di bombe che giacciono ancora sui nostri fondali. Gli armatori e molti pescatori hanno contribuito in questi anni ad avvelenarlo, perché invece di denunciare alle autorità preposte il ritrovamento di ordigni nelle loro reti hanno preferito, perché più comodo, abbandonarli lungo il tragitto di rientro in porto o nel porto stesso. Questa è la realtà, vi piaccia o no.
Il Liberatorio è impegnato daoltre due anni nel denunciare la straordinarietà e la pericolosità della situazione, sia sotto il profilo sanitario che della sicurezza, e da parte di tutte le autorità preposte interpellate c'è stato solo un colpevole e omertoso silenzio.
Per non dimenticare nessuno è giusto ricordare che anche la Provinciadi Bari sta facendo la sua parte per la salvaguardia del mare e dell'ecosistema. Come? Dopo aver speso negli anni scorsi un milione di euro per creare una non ben definita oasi di ripopolamento ittico nelle acque antistanti Torre Gavetone, ha tirato fuori, in questi giorni, un vecchio progetto di risanamento ambientale per rendere più fruibili le zone demaniali intorno alla Torre. Ma anche la Provincia ha dimenticato, stranamente, che lo specchio d'acqua antistante la Torre era ed è pieno di ordigni bellici didiversa natura. Solo a fine 2009 ne sono stati individuati altri 172 tra la Torre e la vecchia fabbrica.
Le ultime due sagome di possibili bombe ritrovate e fotografate qualche giorno fa da un ignaro bagnante proprio a riva al confine di battigia con Giovinazzo sembrano non interessare neanche alla capitaneria di Porto; invece di far scattare l'allarme ed isolare la zona ha rimandato a casa il cittadino che ha fatto il suo dovere, quasi maltrattandolo e accusandolo di aver violato una fantomatica ordinanza di divieto di balneazione nella zona. Noi non abbiamo mai saputo di tale ordinanza, anzi abbiamo chiesto pubblicamente, in una conferenza, ad un rappresentante della Capitaneria di Porto se l'unico cartello esistente dal 1993, ormai corroso e illeggibile, che avvisava ibagnanti del pericolo di ordigni esplosivi, fosse ancora valido o no. Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposte. Forse non arriveranno mai più, visto che il "corpo del reato" dopo 17 anni è stato rimosso dalla Provincia durante le opere di sbancamento presso il Gavetone della zona che stanno risanando.
Noi denunciamo questo ulteriore grave episodio e chiediamo a tutti i protagonisti della mobilitazione in atto sulle problematiche della marineria di esprimersi e manifestare la loro preoccupazione per il silenzio calato sulla bonifica bellica in atto nel Porto e a TorreGavetone perché il vero problema non sono le maglie più larghe delle reti ma il futuro del nostro mare e della nostra salute.
Molfetta, 6.6.2010
Liberatorio Politico
Matteo d'Ingeo
P.S. la foto pubblicata è stata scattata la scorsa settimana in località Torre Gavetone, tra Molfetta e Giovinazzo a riva, sotto gli scogli della battigia antistante la fabbrica abbandonata.
giovedì 3 giugno 2010
GITA FUORI PORTA
La nostra bellissima regione in questo periodo invita ad essere visitata.
Una tappa da non perdere è Sassoferrato.
In particolare in questi giorni.
Si terrà a Sassoferrato, nei giorni 4, 5 e 6 giugno in piazza Bartoloe piazza Gramsci la terza edizione di AMBIENTEINFESTA 2010, manifestazione organizzata dal Comitato Tutela Ambiente diSassoferrato e San Donato di Fabriano. Come in passato sarà una manifestazione festosa e piena di attrazioni edivertimenti per grandi e bambini, che richiamerà numerosi visitatorinel nostro paese, Sassoferrato, in Piazza Bartolo, Piazza Gramsci evie limitrofe.
Veramente eccezionale sarà l'evento di apertura, venerdì 4 giugno,alle ore 21:00 con la conferenza di GIANNI LANNES alla sala AVIS diSassoferrato (Via Garibaldi)"E' per noi motivo di orgoglio ospitare un eroe del nostrotempo; un giornalista costretto a vivere sotto la protezione delleforze dell'ordine a causa del suo mestiere d'informare".Gianni Lannes attualmente collabora con la RAI. Ha lavorato neisettimanali Avvenimenti, L'Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana,Io Donna, La Repubblica delle donne, Il Venerdì di Repubblica, ecc...Ha scritto inoltre per i mensili Airone, La Nuova Ecologia e MedicinaDemocratica.
Alcune note su GIANNI LANNES<<>>
La festa proseguirà nei giorni successivi di sabato 5 e domenica 6secondo il programma esposto che qui riportiamo brevemente:Sabato 5 giugno:Passeggiata archeologica alla città romana di Sentinum,Ecopesca,Mostra fotografica (nel palazzo degli Scalzi),Laboratorio del riciclo,Mostra del libro,Stand gastronomici per la cenaBreve saluto di Gianni Lannes alle 20:30 circaAMBIENTEINMUSICA con MOKEYS SHAKERS 60's cover bandDomenica 6 giugno:Mercatino: prodotti tipici, artigianato locale,Ecopesca,Musei apertiMostra Biciclette Elettriche1° PEDALATA ECOLOGICA ALLE FALDE DEL MONTE STREGANordic Walking (dimostrazione, training e percorso)Stand gastronomici per il pranzo e la cenaGiochi in piazzaManifestazione scacchistica (Circolo Scacchistico "La Rocca")Premiazione Ecopesca e concorsiMusica a chiusura della festa con GATONEGRO ed ABUSIVI BAND
maggiori dettagli sul programma li troverete su:http://www.facebook.com/l/ba9d3;www.ctasassoferrato.it
Il Comitato Tutela Ambiente di sassoferrato.
martedì 1 giugno 2010
MORIRE DI PIZZICHI
La lotta alla zanzara tigre.
Il Comune alcune settimane fa in una conferenza stampa affermava che non c'era più tempo da perdere nella lotta contro la zanzara tigre considerato il rialzo delle temperature e le condizioni climatiche favorevoli alla prolificazione dell'insetto, ed invitava i cittadini a fare la propria parte effettuando i trattamenti antilarvali nelle aree di pertinenza privata. Inoltre il Comune nelle locandine affisse scrive che i cittadini privati devono tagliare l' erba e tenere curati i propri giardini, perchè l' erba alta e gli incolti, favoriscono il prolificare delle zanzare, e possono nascondere eventuali ristagni d' acqua favorendo così i focolai di infestazione. Inoltre sempre ai cittadini viene chiesto di tenere pulite le grondaie, e i tombini e le caditoie, e di fare i trattamenti antilarvali, oppure di mettere le zanzariere. Il primo dovere di una Amministrazione responsabile è quello di dare il buon esempio, il Comune come può chiedere ai cittadini privati di tagliare l’ erba, e di tenerla bassa nelle proprietà private, quando in quelle pubbliche l' erba è alta, i giardini sono tenuti male e gli sfalci procedono a rilento,e il verde pubblico è fuori controllo, e la pulizia delle caditoie stradali è inesistente.
La lotta alla zanzara tigre deve essere una lotta preventiva e integrata, il risanamento ambientale atto ad eliminare i luoghi di riproduzione è uno dei fondamenti della lotta integrata contro le zanzare. La difesa contro le zanzare inizia proprio con opere di risanamento ambientale che mirino ad eliminare i luoghi di riproduzione mediante opere di bonifica delle aree incolte e abbandonate, sia pubbliche che private.. La comunicazione gioca un ruolo crescente non solo nelle relazioni fra individui e istituzioni, ma anche nella stessa capacità da parte delle istituzioni di assolvere al proprio mandato. Non basta più la risposta tecnica o la soluzione concertata tra esperti,è necessario il coinvolgimento attivo dei cittadini durante tutto il percorso di risoluzione di qualsiasi problema. Perchè la risposta sia efficace, comunicare , sopratutto da parte delle Istituzioni che hanno come mandato quello di operare al servizio dei cittadini non è più una scelta, è una necessità: pena la perdita di fiducia e di credibilità nei confronti dei cittadini stessi. Comunicazione e partecipazione hanno bisogno di relazioni dirette , di informazioni e di confronto costante, ma accanto a questo và sviluppata la capacità di comunicare ed interagire in modo diretto con i cittadini e l’ Amministrazione, sia possibilità reale e concreta è necessario che l’ informazione si consolidi come un diritto esigibile , và cioè considerata essa stessa come servizio fondamentale ai cittadini . L’ obiettivo è di informare i cittadini sulle strategie più efficaci di contrasto al problema della zanzara tigre sul nostro territorio, e tenere alta l’ attenzione per sensibilizzare i cittadini perché il contrasto alla diffusione di questo insetto diventi concretamente un impegno di tutti. Un buon tasso di adesione alla lotta contro la zanzara tigre da parte della popolazione locale, dovrebbe essere uno degli obiettivi primari di una Istituzione che opera sul territorio, ma per arrivare lì è necessario capire che la comunicazione non si improvvisa, che ha i suoi codici, i suoi tempi, le sue regole, e che anche i tecnici e i rappresentanti delle Istituzioni non possono sottrarsi alla necessità di comunicare in modo chiaro non retorico con i cittadini. E' quindi necessario riflettere non solo sulle misure pratiche che possono essere messe in campo dalle Istituzioni locali per prevenire e per trattare il problema, ma anche sulle modalità di informazione e coinvolgimento delle popolazioni locali per renderla parte attiva nella risposta da dare. Senza una fattiva collaborazione da parte degli abitanti, infatti sappiamo bene che qualunque intervento di disinfestazione è destinato al fallimento. E se le Istituzioni possono impegnarsi in campagne di lotta, trattamenti adeguati negli spazi pubblici, è solo con un impegno continuativo da parte dei privati che l' azione può essere efficace su tutto il territorio infestato o a rischio di infestazione, ma perchè le persone si mobilitano e diventino protagoniste delle campagne preventive e di trattamento devono verificarsi alcune condizioni, la prima è che tutti siano informati in modo efficace e capillare, del rischio effettivo, la seconda e che siano preparati a fare fronte a questo rischio, e conoscano bene le misure da adottare, infine che si vedano i risultati, infatti se a fronte di un impegno se non si vede un miglioramento della situazione, il rischio è che la popolazione dia per scontata la presenza della zanzara tigre, e finisca con l' adeguarsi a convivere con il disagio. Un rischio che è strettamente correlato alla capacità di attuare delle campagne estese, efficaci, capillari e ben riconoscibili. Riuscire ad associare un buon risultato a una azione concertata, messa in campo nei tempi giusti e con le risorse necessarie, con un buon tasso di adesione da parte della popolazione locale, dovrebbe essere uno degli obiettivi primari di una Istituzione che opera sul territorio. Conquistare la fiducia dei cittadini, soprattutto quella già logorata e compromessa dai risultati degli ultimi anni , richiede una strategia meditata ed applicata in tempi che non possono essere quelli dell’ emergenza. In situazione d’ emergenza, il piano d’ intervento deve essere attuato e non pensato. La mancanza di informazione ed il coinvolgimento dei cittadini, sommato al ritardo nell’ effettuare i trattamenti antilarvali preventivi e alle relative bonifiche ambientali, e la mancanza del controllo del territorio, ed il rispetto dello strumento normativo (ordinanza ) costringeranno il Comune ad effettuare i trattamenti chimici adulticidi per cercare di contenere le zanzare adulte.
E' in nome del diritto alla salute che la Pubblica Amministrazione autorizza questo terribile e incontrollato spargimento di insetticidi chimici nei nostri ambienti. Le disinfestazioni vengono fatte con il beneplacito del Comune, e molto più spesso proprio per sua iniziativa. La privacy di ogni habitat è continuamente violata e chi subisce danni, spesso non sa come difendersi, l' Amministrazione Pubblica, per tutelare la popolazione, ordina e attua le disinfestazioni con insetticidi chimici a largo raggio. Le disinfestazioni aeree e non aeree, vengono eseguite ovunque, anche su richiesta di singoli, senza unanimità nei condomini, senza preavviso, e senza che vi sia modo per i vicini di tutelare se stessi e le loro proprietà dall' invasione di sostanze molto persistenti, talvolta di organofosforici, che andranno a depositarsi sulle piante e su ogni superficie circostante , costituendo per lungo tempo una concausa importante e scientificamente documentata di tumori, e di danni al sistema endocrino e riproduttivo, tutte patologie in grave aumento negli ultimi anni proprio a causa dell' inquinamento chimico. I cittadini, non informati dei pericoli per la salute che derivano dall' utilizzo degli insetticidi chimici nebulizzati, vogliono essere salvati dalle punture anche pericolose delle zanzare, e accettano ogni tipo di sostanza. La diversità biologica viene minacciata per l' azione esercitata dagli insetticidi contro la zanzara tigre che sterminano molte specie tra cui i predatori naturali delle zanzare e persino le api, la cui tutela è fondamentale per i raccolti, senza contare le ripercussioni, sulla flora.I prodotti autorizzati il più delle volte non sono stati testati e, a causa della resistenza sviluppata dalle zanzare, vengono immessi e sperimentati a dosi sempre più elevate, salvo poi venire ritirati per la pericolosità dimostrata.
La mancanza di un capillare controllo del territorio, e la mancanza di un credibile risanamento ambientale mirato ad eliminare i focolai larvali, e la non applicazione dello strumento normativo ( ordinanza ) e le condizioni climatiche favorevoli al prolificare delle zanzare, costringeranno il Comune molto presto all’ utilizzo dei trattamenti chimici adulticidi abbattenti, fra l’ altro già previsti,vanificando così tutta la strategia di lotta antilarvale. Inoltre la mancanza di un piano strategico di comunicazione e di coinvolgimento diretto dei cittadini, porteranno a vanificare tutti gli interventi fatti dal Comune nel suolo pubblico, con un inutile spreco di risorse economiche.
Il Comune alcune settimane fa in una conferenza stampa affermava che non c'era più tempo da perdere nella lotta contro la zanzara tigre considerato il rialzo delle temperature e le condizioni climatiche favorevoli alla prolificazione dell'insetto, ed invitava i cittadini a fare la propria parte effettuando i trattamenti antilarvali nelle aree di pertinenza privata. Inoltre il Comune nelle locandine affisse scrive che i cittadini privati devono tagliare l' erba e tenere curati i propri giardini, perchè l' erba alta e gli incolti, favoriscono il prolificare delle zanzare, e possono nascondere eventuali ristagni d' acqua favorendo così i focolai di infestazione. Inoltre sempre ai cittadini viene chiesto di tenere pulite le grondaie, e i tombini e le caditoie, e di fare i trattamenti antilarvali, oppure di mettere le zanzariere. Il primo dovere di una Amministrazione responsabile è quello di dare il buon esempio, il Comune come può chiedere ai cittadini privati di tagliare l’ erba, e di tenerla bassa nelle proprietà private, quando in quelle pubbliche l' erba è alta, i giardini sono tenuti male e gli sfalci procedono a rilento,e il verde pubblico è fuori controllo, e la pulizia delle caditoie stradali è inesistente.
La lotta alla zanzara tigre deve essere una lotta preventiva e integrata, il risanamento ambientale atto ad eliminare i luoghi di riproduzione è uno dei fondamenti della lotta integrata contro le zanzare. La difesa contro le zanzare inizia proprio con opere di risanamento ambientale che mirino ad eliminare i luoghi di riproduzione mediante opere di bonifica delle aree incolte e abbandonate, sia pubbliche che private.. La comunicazione gioca un ruolo crescente non solo nelle relazioni fra individui e istituzioni, ma anche nella stessa capacità da parte delle istituzioni di assolvere al proprio mandato. Non basta più la risposta tecnica o la soluzione concertata tra esperti,è necessario il coinvolgimento attivo dei cittadini durante tutto il percorso di risoluzione di qualsiasi problema. Perchè la risposta sia efficace, comunicare , sopratutto da parte delle Istituzioni che hanno come mandato quello di operare al servizio dei cittadini non è più una scelta, è una necessità: pena la perdita di fiducia e di credibilità nei confronti dei cittadini stessi. Comunicazione e partecipazione hanno bisogno di relazioni dirette , di informazioni e di confronto costante, ma accanto a questo và sviluppata la capacità di comunicare ed interagire in modo diretto con i cittadini e l’ Amministrazione, sia possibilità reale e concreta è necessario che l’ informazione si consolidi come un diritto esigibile , và cioè considerata essa stessa come servizio fondamentale ai cittadini . L’ obiettivo è di informare i cittadini sulle strategie più efficaci di contrasto al problema della zanzara tigre sul nostro territorio, e tenere alta l’ attenzione per sensibilizzare i cittadini perché il contrasto alla diffusione di questo insetto diventi concretamente un impegno di tutti. Un buon tasso di adesione alla lotta contro la zanzara tigre da parte della popolazione locale, dovrebbe essere uno degli obiettivi primari di una Istituzione che opera sul territorio, ma per arrivare lì è necessario capire che la comunicazione non si improvvisa, che ha i suoi codici, i suoi tempi, le sue regole, e che anche i tecnici e i rappresentanti delle Istituzioni non possono sottrarsi alla necessità di comunicare in modo chiaro non retorico con i cittadini. E' quindi necessario riflettere non solo sulle misure pratiche che possono essere messe in campo dalle Istituzioni locali per prevenire e per trattare il problema, ma anche sulle modalità di informazione e coinvolgimento delle popolazioni locali per renderla parte attiva nella risposta da dare. Senza una fattiva collaborazione da parte degli abitanti, infatti sappiamo bene che qualunque intervento di disinfestazione è destinato al fallimento. E se le Istituzioni possono impegnarsi in campagne di lotta, trattamenti adeguati negli spazi pubblici, è solo con un impegno continuativo da parte dei privati che l' azione può essere efficace su tutto il territorio infestato o a rischio di infestazione, ma perchè le persone si mobilitano e diventino protagoniste delle campagne preventive e di trattamento devono verificarsi alcune condizioni, la prima è che tutti siano informati in modo efficace e capillare, del rischio effettivo, la seconda e che siano preparati a fare fronte a questo rischio, e conoscano bene le misure da adottare, infine che si vedano i risultati, infatti se a fronte di un impegno se non si vede un miglioramento della situazione, il rischio è che la popolazione dia per scontata la presenza della zanzara tigre, e finisca con l' adeguarsi a convivere con il disagio. Un rischio che è strettamente correlato alla capacità di attuare delle campagne estese, efficaci, capillari e ben riconoscibili. Riuscire ad associare un buon risultato a una azione concertata, messa in campo nei tempi giusti e con le risorse necessarie, con un buon tasso di adesione da parte della popolazione locale, dovrebbe essere uno degli obiettivi primari di una Istituzione che opera sul territorio. Conquistare la fiducia dei cittadini, soprattutto quella già logorata e compromessa dai risultati degli ultimi anni , richiede una strategia meditata ed applicata in tempi che non possono essere quelli dell’ emergenza. In situazione d’ emergenza, il piano d’ intervento deve essere attuato e non pensato. La mancanza di informazione ed il coinvolgimento dei cittadini, sommato al ritardo nell’ effettuare i trattamenti antilarvali preventivi e alle relative bonifiche ambientali, e la mancanza del controllo del territorio, ed il rispetto dello strumento normativo (ordinanza ) costringeranno il Comune ad effettuare i trattamenti chimici adulticidi per cercare di contenere le zanzare adulte.
E' in nome del diritto alla salute che la Pubblica Amministrazione autorizza questo terribile e incontrollato spargimento di insetticidi chimici nei nostri ambienti. Le disinfestazioni vengono fatte con il beneplacito del Comune, e molto più spesso proprio per sua iniziativa. La privacy di ogni habitat è continuamente violata e chi subisce danni, spesso non sa come difendersi, l' Amministrazione Pubblica, per tutelare la popolazione, ordina e attua le disinfestazioni con insetticidi chimici a largo raggio. Le disinfestazioni aeree e non aeree, vengono eseguite ovunque, anche su richiesta di singoli, senza unanimità nei condomini, senza preavviso, e senza che vi sia modo per i vicini di tutelare se stessi e le loro proprietà dall' invasione di sostanze molto persistenti, talvolta di organofosforici, che andranno a depositarsi sulle piante e su ogni superficie circostante , costituendo per lungo tempo una concausa importante e scientificamente documentata di tumori, e di danni al sistema endocrino e riproduttivo, tutte patologie in grave aumento negli ultimi anni proprio a causa dell' inquinamento chimico. I cittadini, non informati dei pericoli per la salute che derivano dall' utilizzo degli insetticidi chimici nebulizzati, vogliono essere salvati dalle punture anche pericolose delle zanzare, e accettano ogni tipo di sostanza. La diversità biologica viene minacciata per l' azione esercitata dagli insetticidi contro la zanzara tigre che sterminano molte specie tra cui i predatori naturali delle zanzare e persino le api, la cui tutela è fondamentale per i raccolti, senza contare le ripercussioni, sulla flora.I prodotti autorizzati il più delle volte non sono stati testati e, a causa della resistenza sviluppata dalle zanzare, vengono immessi e sperimentati a dosi sempre più elevate, salvo poi venire ritirati per la pericolosità dimostrata.
La mancanza di un capillare controllo del territorio, e la mancanza di un credibile risanamento ambientale mirato ad eliminare i focolai larvali, e la non applicazione dello strumento normativo ( ordinanza ) e le condizioni climatiche favorevoli al prolificare delle zanzare, costringeranno il Comune molto presto all’ utilizzo dei trattamenti chimici adulticidi abbattenti, fra l’ altro già previsti,vanificando così tutta la strategia di lotta antilarvale. Inoltre la mancanza di un piano strategico di comunicazione e di coinvolgimento diretto dei cittadini, porteranno a vanificare tutti gli interventi fatti dal Comune nel suolo pubblico, con un inutile spreco di risorse economiche.
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