martedì 11 ottobre 2011

PRONTO, PRESIDENTE?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.







Egregio Signor Presidente della Repubblica
e
Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Onorevole Giorgio Napolitano
Palazzo Quirinale – 00100 ROMA RM
presidenza.repubblica@quirinale.it

Signor Presidente,
con il dovuto rispetto per la Sua persona e per la Sua funzione sottopongo alla Sua attenzione le riflessioni seguenti.

L'informazione rappresenta i Suoi condivisibili appelli verbali a coesione/unità di noi italiani ed il
disinteresse del Presidente del Consiglio per la mia richiesta di referendum per l'abolizione della vigente legge elettorale.
La costituzione riserva alla Presidenza della Repubblica il dovere di non/promulgare leggi/norme.
Nonostante l'ostruzionismo delle Istituzioni che hanno il potere di farlo noi cittadini abbiamo
abrogato l'il/legittimo impedimento.
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Nel 1992 politici decisero di far pagare con più tasse e minori/più costosi servizi i furti ai derubati.
In questi vent'anni maggioranze di sinidestra/desinistra hanno eseguito sostanzialmente identiche manovre recessive (riduzione consumi/investimenti, disoccupazione, sottoccupazione, cassa integrazione, ecc.) comprendenti svendite/privatizzazioni senza liberalizzazioni, con prevedibile riduzione del patrimonio/aumento del debito; contemporaneamente politici dediti solo a salvare se stessi hanno approvato inesorabili/ricorrenti leggi/leggine, colpi/colpetti di spugna, abbreviazioni di prescrizioni, ostruzioni alle magistrature penale/contabile. L'unico risultato consolidato è il ciclico
ripristino di risorse per il miglioramento del livello di vita di nuovi/vecchi politici, confermato nelle manovre in atto.

Pochi mesi fa con lo scudo fiscale rapidamente promulgato è stato fatto un regalo ad anonimi

traditori della Patria. A mio avviso la lotta all'evasione fiscale (intollerabile stortura dal punto di
vista economico, legale e morale) avrebbe beneficiato dei due periodi di un mese previsti per la promulgazione dagli artt. 73/74 della costituzione.

A mio avviso la promulgazione di leggi bavaglio, prescrizione breve, processo lungo, amnistia per salvare politici sarebbero atti istituzionali idonei di fatto a provocare la disgregazione di noi italiani, mentre l'Italia viene condotta in direzione del fallimento da chi antepone propri interessi personali al bene comune.

Le porgo deferenti ossequi.                                                     Pesaro, giovedì 6 ottobre 2011

Enrico Andreoni

Cittadino italiano

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