LE RAGIONI DI UNA SCELTA
Liste Civiche Marche ritiene conclusa la propria esperienza all’interno della maggioranza. La giunta del Presidente Spacca ha disatteso tutte le aspettative dei 6274 cittadini marchigiani che con il loro voto avevano delegato Liste Civiche Marche a rappresentarli esprimendo le proprie capacità progettuali, professionali e amministrative, e a portare avanti il programma che assieme agli altri partiti era stato sottoscritto.
Nessuno spazio e nessun ruolo è stato concesso ai civici all’interno dell’amministrazione, e il programma della coalizione è stato in larga parte disatteso.
Quel programma conteneva un rifiuto netto alla realizzazione di rigassificatori, l’impegno a ridurre i costi della politica, a proteggere e promuovere il lavoro, a difendere l’economia regionale, a favorire lo sviluppo delle piccole imprese e dell’occupazione, a potenziare i servizi sanitari territoriali.
Su questi specifici impegni abbiamo sempre sostenuto posizioni opposte rispetto al resto della maggioranza.
Energia: la nostra regione sta diventando una miniera d’oro per le grandi multinazionali, pronte a investire cifre enormi a fronte di ricavi assicurati da una legge assurda che garantisce l’acquisto dell’80% dell’energia prodotta. Senza tenere in alcuna considerazione il PEAR -che dimostra l’inutilità di tanta produzione, la distruzione del nostro paesaggio, l’alto rischio che comportano certe opere- Spacca ha deciso di rimangiarsi la parola sugli impegni presi e ha dato il via al progetto del rigassificatore di Falconara, in contrasto con la decisione dei comuni interessati, come Ancona e Senigallia, delle associazioni ambientaliste, degli operatori nei settori della pesca e del turismo, di tanti cittadini riunitisi in comitati di lotta.
Non soddisfatto, ha mandato l’Assessore Donati a rassicurare i cittadini di San Benedetto del Tronto sulla presunta “sicurezza” del progetto di stoccaggio del gas e di altri progetti altrettanto inutili se non devastanti o pericolosi come centrali turbogas, impianti fotovoltaici nelle campagne, inceneritori, mega pale eoliche.
Costi della politica: abbiamo ripetutamente chiesto l’abolizione dei vitalizi per i consiglieri regionali e la riduzione immediata degli emolumenti, abbiamo presentato la mozione in diversi comuni che l’hanno votata e trasmessa alla Regione. La risposta furbesca è stata rimandare tutto alla prossima legislatura, quindi tagliare sì, ma ai posteri. La maggioranza ha addirittura sposato la proposta del PDL di ridurre i consiglieri, che seppure comporterà un irrisorio risparmio, consentirà ai grandi partiti di rendere ancor più difficile ai partiti minori di essere rappresentati. Abbiamo anche chiesto la soppressione degli enti inutili, assistendo come risultato alla resurrezione di quelli aboliti per distribuire un maggior numero di posti e alla costosa e incomprensibile integrazione del cugino del Presidente nel proprio staff.
Lavoro: la vicenda della Fincantieri, dei 205 operai che volevano lasciare a casa e dei 1500 lavoratori della Ardo rimasti fuori dalla ricollocazione Porcarelli, hanno visto di nuovo la Regione prontamente schierata al fianco delle aziende e delle loro decisioni contro sindacati e lavoratori.
Imprese e occupazione: sono migliaia le piccole imprese marchigiane che hanno chiuso negli ultimi due anni e nessuna di loro ha avuto la stessa attenzione che la giunta ha dedicato ai grandi capitali, tanto da creare dissidi con la stessa Confindustria.
Economia regionale:uno dei costi determinati dalle regioni è quello della benzina, che nelle Marche è il più alto d’Italia. Questo dato parla da solo, perché riguarda i cittadini e si ripercuote sull’aumento dei prezzi, con la conseguente riduzione dei consumi.
Sanità: la voce che raccoglie la maggior parte dei fondi regionali è gestita con una politica incomprensibile, che accentra tutto sul capoluogo e chiude la strutture nei territori, promette nuovi modelli e funzionalità mentre obbliga i cittadini a interminabili code alla mobilità passiva.
Questo disastro politico è il risultato del tanto celebrato “modello Marche”, un esperimento al quale noi stessi abbiamo voluto credere e che coerentemente abbiamo sostenuto, ma che si è rivelato essere unicamente una manovra centrista e consociativa voluta dai partiti nazionali per garantirsi il controllo incontrastato del potere; un’azione che non ha nulla a che vedere né con gli ideali né con gli impegni presi con gli elettori, bensì con modalità collaudate di riciclaggio di personaggi politici usurati. Un modello che il paese non vuole più e che ha portato questa alleanza a chiudersi sempre più dentro il palazzo.
Un modello che noi civici non possiamo condividere né sostenere e che ci impone di tornare tra i cittadini.
Liste Civiche Marche
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