Una città di circa 100.000 abitanti ha certamente bisogno di aprirsi al mondo circostante, cosa difficile ma non impossibile – fatemelo dire – caratterialmente il “Pesarese d’hoc” è restio ad aperture incondizionate, è geloso del proprio territorio, del proprio ambiente, della propria cultura e delle proprie radici.
Chi scrive è un “forestiero” nato meridionale e cresciuto girando per il mondo, da cinque anni residente nella “Città di Rossini”, pertanto l’analisi appena sviluppata è il semplice risultato onesto ed oggettivo visto dagli occhi di uno “straniero”.
Si discute animatamente sul “secondo casello autostradale”, era più che naturale attendersi un acceso dibattito tra i sostenitori del “SI” e quelli del “NO” (in genere questi ultimi sono sempre coloro che dovranno “subire” la presenza ingombrante del nuovo progetto), ma in primo luogo bisogna comprendere se questo “nuovo casello autostradale” è utile o meno e l’onestà intellettuale di chiunque fa pendere la risposta certamente verso il “SI” (ne sono più che convinto)
A questo punto si passa al secondo più difficile quesito: “dove collocarlo” ?
Partiamo da una certezza, nessuno lo vuole nel proprio “orticello”, affermazione da superare in quanto lo stesso “casello autostradale” si ritiene “utile e necessario”, l’importante è quindi che il “secondo casello” debba rispondere a particolari requisiti, non può – ovviamente - essere collocato troppo vicino al “primo casello” (Pesaro Nord), deve servire per snellire ed ottimizzare il traffico pesante e leggero, deve essere una ideale “porta di accesso alla città”, deve rispettare tutte le norme previste per legge nel campo dell’impatto ambientale, acustico, visivo, strutturale e di sicurezza.
Quindi la soluzione è – come sempre - il “compromesso”, cioè l’individuazione geografica del secondo casello in un luogo in cui sia strutturalmente possibile gestire ed ampliare la viabilità di flusso e deflusso del traffico, evitare – per quanto possibile – il “disagio” ai residenti presenti sul territorio prescelto, garantire agli stessi la tutela ambientale, acustica e visiva, fornire ai residenti che ospiteranno questa nuova infrastruttura maggiori servizi e strutture aggiuntive atte a rivalutare quel territorio sia dal punto di vista urbanistico che economico.
Lo sviluppo ed il futuro non possono e non devono fermarsi e/o essere ostaggi dei soliti ipocriti pregiudizi, la politica del “NO” non ha mai pagato e la storia passata ci insegna che ha sempre creato danni irreparabili e spesso irreversibili.
Sono quindi per il “SI”, ma chiedo a chi ci amministra di dedicare la massima attenzione ed onestà nella valutazione ed approvazione di quest’opera che è (e deve essere) proiettata certamente per il futuro della nostra città e non certamente per il presente che di fatto è già passato.
Raffaele Belviso
1 commento:
a me pare che sarebbe bene fare un casello sulla montelabbatese
in sostituzione del casello sbagliato della torraccia.
ancora oggi ci si accorge all'ultimo momento dell'uscita.
saluti.
neononno enrico, giovane pensionato sessantacinquenne, ortolano.
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