giovedì 17 settembre 2009

I VOLTI NUOVI DELLA POLITICA 2

Gli intoccabili

“Domo 360, vetrina utile alle nostre imprese” dichiarano Ugo Calzoni, amministratore unico di Fiere Pesaro, e Alberto Drudi, presidente della camera di commercio di Pesaro. E sciorinano cifre sulla partecipazione delle aziende a sostegno della riuscita del progetto.


In realtà Domo 360 è una Fiera ad uso e consumo dei suoi stessi promotori.
Promotori che hanno voluto caparbiamente portare avanti un progetto nato morto e rifiutato dagli stessi imprenditori ai quali sarebbe dovuto servire. Tale progetto è stato sostenuto con incredibile arroganza, fino ad arrivare a denunciare Confindustria perché si era permessa di dire le cose come stanno e di svolgere, tra l’altro, il compito cui è deputata e cioè rappresentare gli imprenditori.

A fine Fiera sarà interessante verificare quali condizioni sono state applicate ai partecipanti, affinché l'evento in questione non andasse deserto,
chi sono le 51 aziende pesaresi e in che termini hanno partecipato, quale sarà il bilancio definitivo e anche quanto è costata tutta la vicenda legale intentata e clamorosamente persa, ma perseguita fino in appello, contro Confindustria. E’ bene ricordare che parliamo di enti pubblici e non di privati che rispondono di tasca propria.

Eppure tutto procede, nulla cambia e la città sopporta. Non basta che l’Ente Fiera abbia perso la causa intentata contro Confindustria, non bastano nemmeno le ultime, amarissime parole di un imprenditore stimato e affezionato alla propria città come Scavolini, in risposta ad una lettera anonima sulla sua scelta di non partecipare a Domo 360.

“Io credo — dice Valter Scavolini — che per organizzare la fiera di Pesaro siano stati spesi un sacco di soldi. Sono state assegnate parcelle incredibili e tutto questo per qualche ditta della Toscana e di San Marino. Il tutto con i soldi nostri, perché la Camera di Commercio i soldi da chi li prende? Dalle imprese. Io non so come andrà a finire questa manifestazione, ma se i conti non torneranno, alla fine qualcuno dovrà pagare. Occorre smetterla con questo modo di procedere, visto che poi sono soldi pubblici”.

Non basta. Gli intoccabili sono lì, protetti e sostenuti dalla politica, mentre la città ha bisogno di segnali politici opposti, che noi Liberi x Pesaro abbiamo il dovere di dare per primi.

Italo Campagnoli
Portavoce della lista civica Liberi x Pesaro

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