Quando ero un giovane studente ad ogni sciopero si passava sotto la sede del Resto del Carlino e per un po’ ci si fermava lì a sbeffeggiarli con simpatici slogan tipo: “Carlino buffone servo del padrone!”.
Sono passati tanti anni e molti miei amici lavorano nella redazione pesarese, se ne è appena andato Nonni che ha saputo fare miracoli in questa città non facile per una testata come la sua; tutti professionisti che scrivono onestamente della città.
Mi viene da ridere se penso a loro a vedermi urlare davanti alla vetrina della redazione, ma se penso a quello che ha scritto il loro direttore nazionale, il giorno dopo della clamorosa vittoria referendaria, sento montare dentro una rabbia antica rinnovata dalla beffa di un potere che si sente impunito e che gioca sporco come sempre.
Non è più accettabile che uno come Pierluigi Visci faccia disinformazione dalle pagine del suo giornale, tutte le opinioni hanno diritto di essere espresse ma non sostenute dalle bugie.
Qui di seguito trovate la (brevissima) lettera che spiega perché, e naturalmente visto che il direttore non l’ha pubblicata, allora per fargli capire che aria tira l’ho diffusa sul web e in meno di 12 ore ho ricevuto decine di adesioni.
Chiedo anche a voi: FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE
scrivete a: redazione.centrale@ilcarlino.net
Compro il vostro quotidiano, lo pago, quindi pretendo di essere informato. Il vostro/nostro giornalista Pierluigi Vigni risponde dalle vostre/nostre pagine a un lettore sul nucleare affermando che avendo centrali nucleari vicine ai confini italiani, il voto al refrendum è una "vittoria di Pirro"; titolo evidenziato nella pagina.
Lo sa Vigni che a 100 km di distanza i danni di un incidente nucleare sono un milione di volte inferiori di quelli attrono alla centrale? Sa inoltre che non abbiamo centrali nucleari a meno di 100 km dai nostri confini?
Se non lo sa farebbe bene a documentarsi e voi a controllare quello che pubblicate, perchè da oggi possiamo anche smettere di leggervi e trovare fonti più approfondite, serie e professionali sul web, e naturalmente nel caso cestinaste questa mia precisazione anche più democratiche.
Cordiali saluti
Italo Campagnoli - Pesaro
Una bellissima lettera ricevuta oggi:
"Gentile Direttore,
le scriviamo in merito alla risposta data al lettore di Ancona, Giuliano Milani, su il Resto del Carlino di giovedì 16 giugno.
Non contestiamole sue opinioni personali in merito alla gestione della tematica nucleare, ma siamo profondamente rammaricati dal fatto che un giornale non abbia colto l'occasione per informare correttamente i suoi lettori.
Pertanto ci sentiamo il dovere di dare ai suoi lettori tre dati.
La centrale nucleare più vicina a noi si trova a Tricastin, in Francia, a 180 km dal confine italiano.
Il secondo dato è scientifico: l'intensità delle radiazioni diminuisce con il cubo della distanza dalla fonte che le emette. Questo significa che, in caso di incidente alla centrale di Tricastin, al confine italiano, la concentrazione di radiazioni sarebbe 5832000 volte inferiore. Del resto, Chernobyl insegna: se nel raggio di 30 km dalla centrale non c'è più vita, lo stesso non si può dire di tutta l'Ucraina, dove pure la frequenza di determinate patologie è molto alta rispetto alla media, ma tale frequenza, per l'appunto, dimuisce con l'aumentare della distanza dalla centrale incidentata nel 1986.
Infine, ha dimenticato di fornire ai suoi lettori un ultimo dato: le centrali nucleari emettono normalmente radiazioni, anche quando sono perfettamente funzionanti, tant'è che nei pressi delle centrali nucleari in Germania i tumori solidi in queste zone sono superiori del 60 per cento e le leucemie infantili del 120 per cento rispetto alla media tedesca.
Anche noi auspichiamo ad una politica antinuclearista in tutta Europa, e non solo, ma la vittoria ai referendum non è certo una vittoria di Pirro.
I soldi investiti che dovevano essere investiti nelle inutili e dannose centrali nucleari, gli italiani vogliono che siano investiti in modo più intelligente, all'insegna dell'efficienza energetica e delle energie da fonti rinnovabili.
Così come Chernobyl e Fukushima sono state una lezione per tutto il mondo, per una volta gli italiani potranno essere d'esempio per gli altri Paesi."
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