sabato 27 settembre 2008

SCHERZA COI FANTI

Pubblichiamo la lettera denuncia apparsa sulla stampa a firma di Don Cernuschi, vice parraco di Cristo Re

«UNA TASSA in più per i residenti Ztl più poveri e per le famiglie più numerose che non possono permettersi un garage in centro e che necessitano dell’auto per lavorare».

Così don Giampiero Cernuschi, vice parroco di Cristo Re, commenta l’intenzione del Comune di installare telecamere all’ingresso del centro storico per controllare il traffico nella zona a traffico limitato.«E’ questa la realtà — continua don Cernuschi in una lettera diretta al sindaco — che si nasconde dietro l’ingiunzione dei vigili urbani, recapitata ai cittadini residenti nel centro già in possesso di permesso Ztl, in seguito alla delibera della giunta dell’ 8 marzo 2008 e dell’assessore Michele Gambini, due volte traditore: prima perché ha cambiato partito entrando nel Pd tradendo quei pochi Verdi che lo avevano votato, poi perché sta facendo fuggire i cittadini dal centro storico mentre il sindaco dice di volerlo rivitalizzare.

Mi dispiace ancor di più per il modo perverso con il quale viene presentata la cosa spacciandola per ‘spese di istruttoria della pratica’ quando nessuno ha mai chiesto nulla avendo già il permesso Ztl legato alla residenza. Anche i costi eccessivi favoriranno il carovita. Una tassa in più, per di più retroattiva. Conseguenza di incapacità di governare e sperperi: ad esempio i pilotini e il milione di euro per le future telecamere.

Mi pare di capire — aggiunge don Cernuschi — che anche il comando dei vigili urbani risponda più a logiche di partito che di sicurezza e legalità a favore dei cittadini: ma come si fa a dire che ‘il videored è per la sicurezza’ (che si fa con la prevenzione, mettendo magari un vigile) quando uno è costretto a frenare bruscamente al ‘giallo’, ridotto in durata, per non incappare nella multa con aggravio di spese non dovute? Dimostrate virtù — suggerisce al sindaco il vice parroco di Cristo Re — favorendo la vita e capendo le numerose istanze dei cittadini pesaresi. Altrimenti — conclude don Cernuschi — tornate a casa e lasciate governare chi lo sa fare».

A seguire, nei commenti, la risposta del Sindaco e la replica di Don Cernuschi

FALLISCE LA POLITICA DEL "ROSSO"

QUELLO che dobbiamo davvero rimproverare all’Amministrazione comunale è l’evidente sprovvedutezza con cui ha affrontato il problema del semaforo di viale della Repubblica. Il caso dei semafori e della catena di polemiche che si trascina dietro, è un fenomeno noto su scala nazionale e a proposito esiste una vasta letteratura. Dall’esperienza amministrativa di illustri colleghi, da Segrate a Perugia, dalla Lombardia al Veneto e all’Emilia, alle cronache giornalistiche e alle inchieste televisive («Exit» ; «Le Iene») oltre alle centinaia di video su YouTube.

Tutto questo avrebbero dovuto determinare una maggiore professionalità nell’applicare anche a Pesaro uno strumento tecnicamente valido, ma troppo «plasmabile», come il «Video red». Una buona amministrazione deve senz’altro intervenire a tutela della sicurezza dei propri concittadini, attuando iniziative adeguate ed efficaci che aumentino la percezione di sicurezza ed evidenzino la certezza della sanzione per chi contravviene, ma quanto succede a Pesaro, dopo essere accaduto in tante altre realtà italiane, aggrava soprattutto la percezione di interventi improvvisati e che, inevitabilmente, vengono percepiti come deliberatamente vessatori.

Non tanto tempo fa, anche Alessandro Bianchi, ministro dei trasporti del governo Prodi, si era occupato del problema: «Politica dell’insicurezza», così l’aveva definita l’allora responsabile dei trasporti, affermando che «piazzare semafori che durano troppo poco e cartelli con velocità diverse a pochi metri e autovelox celati, alimenterebbe solo l’imbarazzo degli automobilisti». L’obiettivo delle multe, diceva Bianchi, invitando i prefetti a vigilare sull’operato dei Comuni, «dovrebbe essere solo quello di convincere tutti a rispettare le regole imposte dal codice della strada». Passare col rosso è senza dubbio un comportamento scorretto e pericoloso ed è doveroso punire chi commette l’infrazione, perché non dobbiamo e non vogliamo rassegnarci a convivere con l’inciviltà.

Ma oggi ci chiediamo in base a quali criteri i tecnici e i politici che hanno deciso di applicare questo strumento, lo hanno giudicato applicabile con gli attuali parametri e ci chiediamo anche perché non hanno tenuto conto delle esperienze già fatte altrove, valutandone opportunamente le conseguenze. L’amministrazione pesarese avrebbe dovuto riflettere lungamente prima di applicare gli stessi metodi e gli stessi criteri di prevenzione a sostegno della sicurezza stradale, già sperimentati negativamente altrove. Il risultato ottenuto è di aver fatto, ancora una volta, qualcosa non per i cittadini, ma contro di loro.


Pierpaolo Amadori
lista civica «LiberixPesaro»

martedì 23 settembre 2008

ABIENTE E AMBIANTALISTI

GIOVEDI 25 SETTEMBRE
ore 9,30-12,00
SIT IN davanti alla PROCURA di PESARO

Se non fossi riuscita a trovare il tempo di partecipare alla riunione dei comitati della provincia, di sabato 20 settembre nella Sala rossa, avrei perso qualcosa di importante.

Secondo me avrei perso qualcosa di “storico”,nel senso che questi comitati si sono rivelati in grado di lasciare tracce profonde nel vissuto di tutti.

Sentirli tutti, uno ad uno e tutti nella stessa mattinata, ha reso bene lo spaccato di una realtà fatta di cittadini che vivono con profondo senso civico e passione il problema dell’ambiente e dell’attacco che continua a subire, ma che di questa passione sta riuscendo a fare una “professione civile” , fatta di competenza , di cultura giuridica e di quella determinazione che solo la consapevolezza del diritto e la conoscenza delle soluzioni riesce a dare.

Ho ascoltato l’illustrazione di molti problemi di tutto il territorio provinciale, spesso fatta in maniera anche molto efficace dal punto di vista comunicativo, con dei filmati. Ho ascoltato dati e soluzioni e ho imparato molte cose.
Alcuni degli interventi sono stati particolarmente ricchi di etica ,ma questa tensione
era ben percepibile in tutti.
Quando mi hanno dato la parola li ho ringraziati e mi è venuto spontaneo di sorvolare sul fatto che io ero lì anche per rappresentare una forza politica.
L’impressione, infatti, che avevano dato e che non volevo sciupare ( qualche intervento molto politico secondo me lo ha fatto) era quella di una assoluta apoliticità e totale aderenza unicamente ai problemi ambientali posti.
Per questo credo che il documento che stanno preparando sia da accogliere con gratitudine da parte di tutti, per riempire di contenuti il programma di ogni forza politica, senza che nessuna possa appropriarsene.

Giuseppina Catalano

domenica 21 settembre 2008

IL SALVATORE C'E', ANZI SONO TRE!

Dal Corriere Adriatico del 18 settembre 2008

Nel taccuino dei segretari tre nomi di imprenditori candidabili a sindaco
Dal centrodestra ultimatum a Mascioni

Dall’ultima riunione delle segreterie comunali dei dieci partiti dell’Alleanza per il cambiamento, il centrodestra è uscito con una data. Entro la prima settimana d’ottobre la coalizione avrà chiaro il nome del candidato sindaco che già a metà del mese potrebbe essere presentato alla città e dunque dare il via alla campagna elettorale.

Per fare questo è necessario stabilire il ruolo di Giuseppe Mascioni (nella foto guarda altrove) al quale sarebbe stato rivolto una sorta di ultimatum. Ancora 15 giorni di riflessione poi dica con chiarezza quale siano le sue intenzioni.

Per non farsi trovare impreparati di fronte all’eventuale rinuncia di Mascioni, nel taccuino dei segretari sarebbero già pronti tre nomi di papabili alla carica di candidato sindaco del centrodestra.

Uno su tutti il più gettonato: imprenditore pesarese, nuovo alla politica, esempio perfetto di quel candidato della società civile che una parte del centrodestra considera l’espressione ideale del programma di governo in via di elaborazione. Anche gli altri due nomi in agenda sarebbero persone legate al mondo dell’imprenditoria, anche queste nuove alla politica, dunque lontano dai rumors che davano Marco Zanotti come candidato disposto a bissare la passata esperienza.

Sul piatto resta inoltre la candidatura di Giuseppina Catalano per i LiberiXPesaro, con i quali a breve si andrà alla resa dei conti.

giovedì 11 settembre 2008

OCCHIO ALLA BOLLETTA


Riceviamo e volentieri pubblichiamo


Finalmente, apprendiamo dalla stampa locale, le istituzioni si accorgono che mancano pochi mesi all'applicazione delle sanzioni previste per gli ambiti territoriali (AATO) che non avranno raggiunto a fine anno il 45% di raccolta differenziata!

Si tratta dell'aggravamento di spesa di smaltimento del 20%, che peserà come sempre sulle tasche dei cittadini.
Ma la domanda è: perché mai il cittadino, passato ad essere da utente a cliente a causa della recente trasformazione delle aziende di raccolta e smaltimento rifiuti in multiutilities e grazie alla gestione di queste da parte di holdings, introdotte dal Comune di Pesaro e dalla Provincia di Pesaro e Urbino con la complicità o il silenzio colpevole degli amministratori locali, dovrebbe pagare per un servizio che non solo è scadente ma nemmeno si uniforma ai limiti previsti dalla legge? Un servizio che frutta dividendi agli investitori e delusioni ai cittadini?

Il cliente ha sempre ragione, si diceva una volta, qua invece sembra che il motto si sia trasformato in "pagare di più per avere di meno". In molti comuni della provincia esiste ancora la Tarsu, la tassa sui rifiuti prevista dal decreto legge 507/93, mentre già il decreto Ronchi prevedeva il calcolo puntuale della tariffa (Tia, tariffa igiene ambientale) già per il 2000. E se nel nord d'Italia la Tia funziona in molti Ato da anni... qui da anni assistiamo solamente ai piagnistei di amministratori e tecnici. Ma perché piangono poi, se i danni della malgestione dei rifiuti lo pagano i cittadini, con esborsi di contante e danni alla salute? In molti comuni paghiamo ancora una tassa, calcolata in parte sulla metratura dei nostri immobili invece che sulla reale quantità di pattume prodotto. Il principio "paghi per quanto getti via" (you pay as you throw) non è valido per tanti di noi, né sono applicati sgravi credibili per coloro che contribuiscono alla raccolta differenziata e fanno autocompostaggio. Non solo, spesso sono gli stessi cittadini a dimostrare alto senso civico recandosi ai centri riciclo e segnalando l'assoluta inadeguatezza delle isole ecologiche stradali.

Qual'è stata nel frattempo la strategia territoriale delle istituzioni rispetto a TIA, porta a porta, riduzione alla fonte dei rifiuti? Un mistero. Dove sono le distribuzioni alla spina nei supermarket di detersivi, o latte? Praticamente inesistenti. Come sono intervenuti i comuni sl grande spreco di plastica per l'acquisto di acqua cosiddetta "potabile"?
Quanti amministratori c'erano al convegno organizzato dal coordinamento dei comitati a nella sala consiliare di San Costanzo con l'imprenditrice del Centro riciclo di Vedelago, che ha dimostrato che si può riciclare traendone guadagno ogni materia prima, oltre l'80% dei rifiuti raccolti?

La risposta a queste domande va ricercata nelle inadempienze e nell’incapacità di molti amministratori locali. Basti pensare, per esempio, che la Comunità Montana del Metauro e le amministrazioni comunali del suo comprensorio non sono state in grado, in oltre venti anni, di trovare un’alternativa valida alla discarica di Barchi prossima all’esaurimento. Solo da alcuni mesi pare si sia rivolta ad ASET S.p.a. per un piano di raccolta differenziata porta a porta, che pare si sia arenato per l’esosità delle richieste economiche dell’azienda. Evidentemente è difficile anche copiare i sistemi adottati in molte parti d’Italia che hanno permesso di ridurre la spesa, migliorare il servizio e la qualità ambientale.

Ai cittadini, a fronte di tante mancanze, inadempienze, incapacità, non resta che attuare ogni forma di pressione e di sensibilizzazione, non escusa una diffusa campagna di autoriduzione della Tarsu o della Tia pagate, richiamandosi ai propri diritti, legalmente sanciti, di NON PAGARE un servizio inefficiente.

Coordinamento dei comitati per la difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano.

sabato 6 settembre 2008

LA FESTA E' FINITA

La festa è finita

Commento di Giuseppina Catalano, lista civica “LiberiXPesaro”

La “Festa Pesaro”è finita, lasciando in chiunque sia pensoso della sorte della sua città, l’opprimente percezione di un guasto che nessuno è stato in grado di riparare.


Non si tratta solo del fatto che sia stata una festa di partito spacciata come festa della città o della miopia della decisione di realizzare un evento concentrato nel tempo, che ubriaca la città invece di mantenerla vivace per l’intero arco dell’anno.

Non si tratta soltanto dei danni denunciati da tanti commercianti o dei ciottoli devastati di un centro storico fragile come tutti i centri storici, che però altre città curano in ben altro modo.

Non si tratta solo dei posti riservati ai disabili requisiti per i gazebo e dirottati su spazi di servizio pubblico, o delle difficoltà di accesso dei mezzi di soccorso e dei disagi dei residenti prolungati per oltre due settimane.

Si tratta di questo e di altro, ma si tratta soprattutto della consapevolezza della sconfitta della nostra comunità, in quanto soggetto capace di esprimere il suo dissenso , di vederlo assunto come valore positivo e comunque rispettato.
Matteo Ricci, ma come lui la pensano altri nel PD, anche se non tutti, nel valutare i risultati della festa , riassume lapidariamente il futuro delle polemiche sulla festa stessa affermando che sono state ”un mare nel 2007, poche quest’anno, l’anno prossimo nessuna”.
Parlare così significa non riflettere che dietro questa realtà si nasconde la sfiducia ormai totale che tanta gente nutre sul risultato di qualunque azione ritenga giusto intraprendere e che non sia in linea con quanto decide l’amministrazione comunale.

E’ vero che le opposizioni hanno protestato meno dello scorso anno, ma questo deve far paura a chi, amministrando, dovrebbe aver a cuore la salute della democrazia. E il silenzio che non significa assenso, ma stanchezza e sfiducia nella democrazia, è il sintomo grave di una collettività che non sta più bene ed è sciagurato rallegrarsene.
Ma è possibile fare un’altra e ben più costruttiva considerazione.

E’ vero che nella città è diffuso il senso di impotenza per l’involuzione in sé stessa di un’amministrazione che fa corpo unico con un partito e fa scelte troppo spesso non condivise dalla gente, ma è anche vero che nella città vive una collettività complessivamente sana, capace di autorigenerarsi e nella quale sono sempre più diffusi il dissenso e la ribellione per i metodi di comportamento di questa amministrazione incapace, nei fatti, di rinnovarsi e di esprimere pertanto la forza necessaria a mettersi in questione.

E’ da questa vitalità intrinseca della nostra comunità che dipende quello che succederà nel futuro e può davvero accadere che il prossimo anno non ci sia nessuna polemica per la festa del PD.
Ma succederà perché la festa sarà tornata ad essere la festa di un partito, fuori della sponsorizzazione di una amministrazione che non sarà più nelle mani di chi la gestisce da 60 anni, ma avrà il volto del cambiamento ,vivificante , energico e pieno di speranze .


Giuseppina Catalano