Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Finalmente, apprendiamo dalla stampa locale, le istituzioni si accorgono che mancano pochi mesi all'applicazione delle sanzioni previste per gli ambiti territoriali (AATO) che non avranno raggiunto a fine anno il 45% di raccolta differenziata!
Si tratta dell'aggravamento di spesa di smaltimento del 20%, che peserà come sempre sulle tasche dei cittadini.
Ma la domanda è: perché mai il cittadino, passato ad essere da utente a cliente a causa della recente trasformazione delle aziende di raccolta e smaltimento rifiuti in multiutilities e grazie alla gestione di queste da parte di holdings, introdotte dal Comune di Pesaro e dalla Provincia di Pesaro e Urbino con la complicità o il silenzio colpevole degli amministratori locali, dovrebbe pagare per un servizio che non solo è scadente ma nemmeno si uniforma ai limiti previsti dalla legge? Un servizio che frutta dividendi agli investitori e delusioni ai cittadini?
Il cliente ha sempre ragione, si diceva una volta, qua invece sembra che il motto si sia trasformato in "pagare di più per avere di meno". In molti comuni della provincia esiste ancora la Tarsu, la tassa sui rifiuti prevista dal decreto legge 507/93, mentre già il decreto Ronchi prevedeva il calcolo puntuale della tariffa (Tia, tariffa igiene ambientale) già per il 2000. E se nel nord d'Italia la Tia funziona in molti Ato da anni... qui da anni assistiamo solamente ai piagnistei di amministratori e tecnici. Ma perché piangono poi, se i danni della malgestione dei rifiuti lo pagano i cittadini, con esborsi di contante e danni alla salute? In molti comuni paghiamo ancora una tassa, calcolata in parte sulla metratura dei nostri immobili invece che sulla reale quantità di pattume prodotto. Il principio "paghi per quanto getti via" (you pay as you throw) non è valido per tanti di noi, né sono applicati sgravi credibili per coloro che contribuiscono alla raccolta differenziata e fanno autocompostaggio. Non solo, spesso sono gli stessi cittadini a dimostrare alto senso civico recandosi ai centri riciclo e segnalando l'assoluta inadeguatezza delle isole ecologiche stradali.
Qual'è stata nel frattempo la strategia territoriale delle istituzioni rispetto a TIA, porta a porta, riduzione alla fonte dei rifiuti? Un mistero. Dove sono le distribuzioni alla spina nei supermarket di detersivi, o latte? Praticamente inesistenti. Come sono intervenuti i comuni sl grande spreco di plastica per l'acquisto di acqua cosiddetta "potabile"?
Quanti amministratori c'erano al convegno organizzato dal coordinamento dei comitati a nella sala consiliare di San Costanzo con l'imprenditrice del Centro riciclo di Vedelago, che ha dimostrato che si può riciclare traendone guadagno ogni materia prima, oltre l'80% dei rifiuti raccolti?
La risposta a queste domande va ricercata nelle inadempienze e nell’incapacità di molti amministratori locali. Basti pensare, per esempio, che la Comunità Montana del Metauro e le amministrazioni comunali del suo comprensorio non sono state in grado, in oltre venti anni, di trovare un’alternativa valida alla discarica di Barchi prossima all’esaurimento. Solo da alcuni mesi pare si sia rivolta ad ASET S.p.a. per un piano di raccolta differenziata porta a porta, che pare si sia arenato per l’esosità delle richieste economiche dell’azienda. Evidentemente è difficile anche copiare i sistemi adottati in molte parti d’Italia che hanno permesso di ridurre la spesa, migliorare il servizio e la qualità ambientale.
Ai cittadini, a fronte di tante mancanze, inadempienze, incapacità, non resta che attuare ogni forma di pressione e di sensibilizzazione, non escusa una diffusa campagna di autoriduzione della Tarsu o della Tia pagate, richiamandosi ai propri diritti, legalmente sanciti, di NON PAGARE un servizio inefficiente.
Coordinamento dei comitati per la difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano.
Si tratta dell'aggravamento di spesa di smaltimento del 20%, che peserà come sempre sulle tasche dei cittadini.
Ma la domanda è: perché mai il cittadino, passato ad essere da utente a cliente a causa della recente trasformazione delle aziende di raccolta e smaltimento rifiuti in multiutilities e grazie alla gestione di queste da parte di holdings, introdotte dal Comune di Pesaro e dalla Provincia di Pesaro e Urbino con la complicità o il silenzio colpevole degli amministratori locali, dovrebbe pagare per un servizio che non solo è scadente ma nemmeno si uniforma ai limiti previsti dalla legge? Un servizio che frutta dividendi agli investitori e delusioni ai cittadini?
Il cliente ha sempre ragione, si diceva una volta, qua invece sembra che il motto si sia trasformato in "pagare di più per avere di meno". In molti comuni della provincia esiste ancora la Tarsu, la tassa sui rifiuti prevista dal decreto legge 507/93, mentre già il decreto Ronchi prevedeva il calcolo puntuale della tariffa (Tia, tariffa igiene ambientale) già per il 2000. E se nel nord d'Italia la Tia funziona in molti Ato da anni... qui da anni assistiamo solamente ai piagnistei di amministratori e tecnici. Ma perché piangono poi, se i danni della malgestione dei rifiuti lo pagano i cittadini, con esborsi di contante e danni alla salute? In molti comuni paghiamo ancora una tassa, calcolata in parte sulla metratura dei nostri immobili invece che sulla reale quantità di pattume prodotto. Il principio "paghi per quanto getti via" (you pay as you throw) non è valido per tanti di noi, né sono applicati sgravi credibili per coloro che contribuiscono alla raccolta differenziata e fanno autocompostaggio. Non solo, spesso sono gli stessi cittadini a dimostrare alto senso civico recandosi ai centri riciclo e segnalando l'assoluta inadeguatezza delle isole ecologiche stradali.
Qual'è stata nel frattempo la strategia territoriale delle istituzioni rispetto a TIA, porta a porta, riduzione alla fonte dei rifiuti? Un mistero. Dove sono le distribuzioni alla spina nei supermarket di detersivi, o latte? Praticamente inesistenti. Come sono intervenuti i comuni sl grande spreco di plastica per l'acquisto di acqua cosiddetta "potabile"?
Quanti amministratori c'erano al convegno organizzato dal coordinamento dei comitati a nella sala consiliare di San Costanzo con l'imprenditrice del Centro riciclo di Vedelago, che ha dimostrato che si può riciclare traendone guadagno ogni materia prima, oltre l'80% dei rifiuti raccolti?
La risposta a queste domande va ricercata nelle inadempienze e nell’incapacità di molti amministratori locali. Basti pensare, per esempio, che la Comunità Montana del Metauro e le amministrazioni comunali del suo comprensorio non sono state in grado, in oltre venti anni, di trovare un’alternativa valida alla discarica di Barchi prossima all’esaurimento. Solo da alcuni mesi pare si sia rivolta ad ASET S.p.a. per un piano di raccolta differenziata porta a porta, che pare si sia arenato per l’esosità delle richieste economiche dell’azienda. Evidentemente è difficile anche copiare i sistemi adottati in molte parti d’Italia che hanno permesso di ridurre la spesa, migliorare il servizio e la qualità ambientale.
Ai cittadini, a fronte di tante mancanze, inadempienze, incapacità, non resta che attuare ogni forma di pressione e di sensibilizzazione, non escusa una diffusa campagna di autoriduzione della Tarsu o della Tia pagate, richiamandosi ai propri diritti, legalmente sanciti, di NON PAGARE un servizio inefficiente.
Coordinamento dei comitati per la difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano.
3 commenti:
sempre dai comitati di lotta riceviamo:
Anticipazione dall'espresso.
Così ho avvelenato Napoli
di Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi
Le confessioni di Gaetano Vassallo, il boss che per 20 anni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari
Temo per la mia vita e per questo ho deciso di collaborare con la giustizia e dire tutto quello che mi riguarda, anche reati da me commessi. In particolare, intendo riferire sullo smaltimento illegale dei rifiuti speciali, tossici e nocivi, a partire dal 1987-88 fino all'anno 2005. Smaltimenti realizzati in cave, in terreni vergini, in discariche non autorizzate e in siti che posso materialmente indicare, avendo anche io contribuito... Comincia così il più sconvolgente racconto della devastazione di una regione: venti anni di veleni nascosti ovunque, che hanno contaminato il suolo, l'acqua e l'aria della Campania. Venti anni di denaro facile che hanno consolidato il potere dei casalesi, diventati praticamente i monopolisti di questo business sporco e redditizio. La testimonianza choc di una follia collettiva, che dalla fine degli anni Ottanta ha spinto sindaci, boss e contadini a seminare scorie tossiche nelle campagne tra Napoli e Caserta. Con il Commissariato di governo che in nome dell'emergenza ha poi legalizzato questo inferno.
Gaetano Vassallo è stato l'inventore del traffico: l'imprenditore che ha aperto la rotta dei rifiuti tossici alle aziende del Nord. E ha amministrato il grande affare per conto della famiglia Bidognetti, seguendone ascesa e declino nell'impero di Gomorra.
I primi clienti li ha raccolti in Toscana, in quelle aziende fiorentine dove la massoneria di Licio Gelli continua ad avere un peso. I controlli non sono mai stati un problema: dichiara di avere avuto a libro paga i responsabili. Anche con la politica ha curato rapporti e investimenti, prendendo la tessera di Forza Italia e puntando sul partito di Berlusconi.
La rete di protezione
Quando Vassallo si presenta ai magistrati dell'Antimafia di Napoli è il primo aprile. Mancano due settimane alle elezioni, tante cose dovevano ancora accadere. Due mesi esatti dopo, Michele Orsi, uno dei protagonisti delle sue rivelazioni è stato assassinato da un commando di killer casalesi. E 42 giorni dopo Nicola Cosentino, il più importante parlamentare da lui chiamato in causa, è diventato sottosegretario del governo Berlusconi.
Vassallo non si è preoccupato. Ha continuato a riempire decine di verbali di accuse, che vengono vagliati da un pool di pm della direzione distrettuale antimafia napoletana e da squadre specializzate delle forze dell'ordine: poliziotti, finanzieri, carabinieri e Dia. Finora i riscontri alle sue testimonianze sono stati numerosi: per gli inquirenti è altamente attendibile.
Anche perché ha conservato pacchi di documenti per dare forza alle sue parole. Che aprono un abisso sulla devastazione dei suoli campani e poi, attraverso i roghi e la commercializzazione dei prodotti agro-alimentari, sulla minaccia alla salute di tutti i cittadini. Come è stato possibile?
"Nel corso degli anni, quanto meno fino al 2002, ho proseguito nella sfruttamento della ex discarica di Giugliano, insieme ai miei fratelli, corrompendo l'architetto Bovier del Commissariato di governo e l'ingegner Avallone dell'Arpac (l'agenzia regionale dell'ambiente). Il primo è stato remunerato continuativamente perché consentiva, falsificando i certificati o i verbali di accertamento, di far apparire conforme al materiale di bonifica i rifiuti che venivano smaltiti illecitamente. Ha ricevuto in tutto somme prossime ai 70 milioni di lire. L'ingegner Avallone era praticamente 'stipendiato' con tre milioni di lire al mese, essendo lo stesso incaricato anche di predisporre il progetto di bonifica della nostra discarica, progetto che ci consentiva la copertura formale per poter smaltire illecitamente i rifiuti".
Il gran pentito dei veleni parla anche di uomini delle forze dell'ordine 'a disposizione' e di decine di sindaci prezzolati. Ci sono persino funzionari della provincia di Caserta che firmano licenze per siti che sono fuori dai loro territori. Una lista sterminata di tangenti, versate attraverso i canali più diversi: si parte dalle fidejussioni affidate negli anni Ottanta alla moglie di Rosario Gava, fratello del patriarca dc, fino alla partecipazione occulta dell'ultima leva politica alle società dell'immondizia.
(11 settembre 2008)
Ciao a tutti
so che questo è un problema che riguarda molti, e quindi vi giro queste informazioni.
Una è la lattera che ho inviato in aprile a titolo personale al mio sindaco per segnalare la mia autoriduzione della tassa.
L'altro allegato è un testo del CoordinamentoComitati che sostanzialmente invita alla stessa azione verso le amministrazioni, in modo che si sveglino.
Siamo cittadini, prima di utenti, clienti e sudditi
Al Sig. Sindaco del Comune di Serrungarina
Serrungarina, 29 aprile 2008
Oggetto: tassa comunale sui rifiuti solidi urbani
Salve
mi chiamo Nino Finauri e abito in via Monticelli 6.
Mi è stato recapitato il bollettino di pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani in cui mi viene addebitato un importo annuo di 289,89 € !!!
Ora le rivolgo alcune osservazioni:
il mio nucleo famigliare è invariato dal 2001, eppure l’importo è triplicato
il cassonetto più vicino alla mia residenza si trova a circa 2 km
da sempre effettuo la raccolta differenziata, del vetro, della carta, della plastica, dell’alluminio, dei metalli ferrosi, dell’organico, ecc…
i pochi rifiuti indifferenziati che produco mensilmente (e non per mia negligenza ma per impossibilità oggettiva) non riempiono neppure un sacco di 50 litri
ho personalmente sollecitato lo scorso anno la sua amministrazione a risolvere il problema della grave iniquità nella quantificazione della tassa, calcolata assurdamente sui metri cubi dell’abitazione
ho personalmente sollecitato lo scorso anno la sua amministrazione ad affrontare il problema-rifiuti avviando la raccolta differenziata obbligatoria e totale, considerati gli innumerevoli esempi positivi in Italia che dimostrano come sia facilmente raggiungibile l’80% di raccolta differenziata
la sua amministrazione più volte ha aderito alle iniziative promosse dal Comitato contro il termovalorizzatore di Schieppe, in cui si è dimostrata ripetutamente la necessità, l’urgenza e la fattibilità di puntare all’obiettivo “Rifiuti-zero”. Sempre tanti gli amministratori ad applaudire: chi ha fatto qualcosa concretamente?
Tutto ciò considerato, attendo un gesto concreto, consapevole e responsabile da parte dell’amministrazione per quel che riguarda, in generale, la questione della gestione rifiuti, e in particolare, la palese iniquità della tassa attribuitami, la quale, per il momento, sospendo dal pagamento.
Sono a vostra disposizione per qualsiasi verifica della veridicità dei punti sopraesposti
Cordiali saluti
Nino Finauri
Si è tenuto sabato l’incontro dei comitati della Provincia di Pesaro e Urbino organizzato dal Coordinamento dei Comitati Pesaresi.
Nell’ambito della riunione, organizzata alla Sala Rossa del Comune di Pesaro, i delegati di ciascun comitato o associazione partecipante (Coordinamento dei Comitati a Difesa delle Valli Metauro, Cesano e Candigliano, Comitato per l'autonomia della Val Marecchia, Comitato Ridateci la Vita - Carrara, Comitato tutela della salute, territorio e problemi socio-culturali - San Costanzo, Comitato Bellaria di Acqualagna, Comitato NO Tubo - Apecchio, Borgopace e Mercatello, Coordinamento dei cittadini contro la cava del Bifolco di Bellisio Solfare - Pergola, Comitato ValCesano – Fratterosa, Comitato PRO-Schieppe – Orciano di Pesaro, CITAS - Barchi, Metauro Nostro - Montefelcino, Laboratorio Nuove Resistenze - Pesaro, Terra nostra – Pesaro, Club Amici di Asdrubale – Montemaggiore al Metauro) hanno illustrato le problematiche trattate e il quadro dei rapporti con le istituzioni.
E’ emerso che il comune denominatore di tutte le vertenze aperte sul territorio è la tutela dell’ambiente e della salute, diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana e troppo spesso disattesi dagli amministratori e dagli apparati burocratici. Si è pertanto ritenuto doveroso, anche in vista delle imminenti elezioni amministrative provinciali e comunali, passare dalla fase della protesta a quella della proposta.
Ha così avuto inizio la costruzione della “CARTA COMUNE DELLE RIVENDICAZIONI E DELLE PROPOSTE” che un gruppo di lavoro, composto dai delegati dei comitati e delle associazioni aderenti, predisporrà entro il mese di novembre. Rifiuti, energia, acqua e sfruttamento delle risorse del territorio saranno i temi principali della “carta”, unitamente agli aspetti sanitari e di tutela dei diritti collettivi e individuali correlati.
La “carta” sarà la base del confronto che il Coordinamento dei Comitati Pesaresi avvierà con le forze politiche che si candideranno a governare i nostri territori.
Nell’ambito della riunione è stato ribadito che scopo dell’iniziativa è intraprendere il dibattito su basi condivise; dibattito che non deve essere confuso con l’intenzione di aderire a eventuali schieramenti o volontà di avviare propri progetti di natura politica, ma finalizzato a perseguire gli obiettivi comuni dei comitati e delle associazioni ed a valutare le risposte e l’affidabilità delle proposte di candidati e forze politiche.
Per il Coordinamento dei Comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano
Alfredo Sadori
PUOI ANCHE NON OCCUPARTI DI POLITICA,
LA POLITICA SI OCCUPERA' COMUNQUE DI TE
John F. Kennedy
Presidente Stati Uniti 1960-1963
Gli amministratori devono avere le idee chiare:
- O con i cittadini, in difesa dei loro diritti e della loro salute …
- O a tutela di interessi politico-affaristici…
Posta un commento