mercoledì 19 maggio 2010

FRATELI DELLA COSTA

Salvare Molfetta per salvarci la pelle.

Salvare Molfetta per salvare il nostro mare.

La bellissima città di Molfetta ha registrato più di 200 casi di pescatori e bagnanti colpiti da terribili incidenti venendo a contatto con l'acqua del loro mare.

Del nostro mare, perché nell'Adriatico negli anni sono stati scaricati una infinità di ordigni, tremenda eredità dei conflitti bellici che vanno dalla seconda guerra mondiale a quella del Kossovo. Rappresentanti delle popolazioni adriatiche da tempo chiedono l'intervento dello stato e della Nato che ha avuto la sua parte nello sterminio di tutte le forme di vita del nostro mare.

La risposta è sempre la stessa: il silenzio.

Contro questo muro di gomma sta nascendo un movimento civico che presto coinvolgerà tutti i centri della costa.

Un movimento che presenterà il conto a questo governo che si è inventato la protezione civile come strumento per i grandi eventi, i loro grandi eventi quelli che hanno fatto piovere milioni di euro nelle mani di faccendieri, corrotti, alti prelati del vaticano e iene che ridono delle disgrazie altrui.

Se vuoi saperne di più su questa storia vai al post BOMBE VECCHIE, PERICOLI NUOVI del 27.12.'09 e apri questi link:







Liberix

1 commento:

Anonimo ha detto...

di La Redazione (http://www.molfettalive.it/news/news.aspx?idnews=12495)

Le prime 60 bombe erano state fatte brillare esattamente un anno fa.

Ora, trascorsi dodici mesi, il copione si ripete: da lunedì scorso e sino a venerdì prossimo a Corato - nella cava del "Gruppo Edile Leone" sulla Ruvo-Bisceglie - si stanno facendo brillare altri 43 ordigni fra quelli ritrovati nei fondali di Molfetta.

Tutte bombe di aereo, mine antiuomo e anticarro, bombe a mano offensive e difensive, sversate in Adriatico alla fine della II Guerra Mondiale.

Il punto in cui da lunedì sono partite le operazioni di "dispolettamento e brillamento" delle bombe - a cura degli artificieri dell'11° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito di Foggia - è stato evacuato nel raggio di 300 metri, definendo una "danger zone" in cui sono state adottate tutte le misure finalizzate a garantire la massima sicurezza.

Secondo l'ordinanza sindacale, l'interdizione nella "danger zone" - che prevede l'allontanamento temporaneo di tutte le persone presenti, la sospensione di qualsiasi attività produttiva e l'interdizione veicolare - è prevista dalle ore 9,00 alle ore 16,00 e, comunque, fino a cessate esigenze e limitatamente alla percorrenza dell’autocolonna trasportante gli ordigni bellici ed al solo momento del brillamento degli stessi.

Tutto sta andato come previsto, senza intoppi.

Gli ordigni giungono a Corato perchè non è stato possibile bonificare le mine in mare, come avvenuto in altri casi, poichè le bombe al fosforo sono in grado di generare energia termica a livelli sufficienti per annientare la vita marina degli ambienti circostanti.